Repetita iuvantBaglioni a Sanremo, sette domande alla Rai su un conflitto d’interessi che non ha precedenti

Riguardo la questione del conflitto di interessi di Baglioni a Sanremo si parla di deroga culturale consensuale. Siete sicuri che un artista legato a una casa discografica e a una agenzia di booking sia la migliore garanzia di trasparenza?

Gentili dott. dott.Salini, Amministratore Delegato della RAI e dott. Foa, Presidente della RAI,

Ho letto ieri su un lancio di Adnkronos a firma Veronica Marino, che riguardo la questione del conflitto di interessi del Direttore Artistico Claudio Baglioni riguardo il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, si parla di deroga culturale consensuale, tirando in ballo la precedente esperienza di Gianni Morandi.

Approfitto di questo mio tornavi a porre le medesime domande cui non avete ancora risposto, per farvi sommessamente notare che in quel caso non era Gianni Morandi a ricoprire il ruolo di Direttore Artistico, ma Gianmarco Mazzi. Quindi di deroga cultule consensuale, nel 2011 e 2012 non si è dovuto parlare.

Precisato questo torno a porgervi le sette domande:

-Che fine ha fatto la salvaguardia di questo principio che dovrebbe essere un baluardo invalicabile per la tv pubblica?

-Nello stipulare il contratto con Claudio Baglioni è stata mantenuta detta clausola?

-Se sì, pensate sia stata rispettata?

-Siete sicuri che un artista legato da contratto a una casa discografica e a una agenzia di booking alle quali sono legati una buona porzione degli artisti da lui selezionati rappresenti la migliore garanzia di trasparenza?

-È vero che per conferire con il direttore artistico è stato necessario ed è tuttora necessario passare dal suo impresario, immancabile a qualsiasi riunione inerente il Festival?

-Potrebbero in futuro i dirigenti Rai essere chiamati a rispondere personalmente delle conseguenze di decisioni prese da incaricati in aperto conflitto d’interesse? Ultima domanda, piuttosto centrale in un momento storico come questo, scosso dal vento di cambiamento:

-La RAI, televisione del servizio pubblico, sta dando al Paese un bell’esempio di trasparenza?

In attesa di vostre cortesi risposte porgo i miei saluti,

Michele Monina

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