Femminismo greenDonne, la forza del movimento ambientalista siete voi: non fermatevi!

Dalla Ocasio-Cortez alle sindache di Madrid e Barcellona, fino a Greta Thunberg, le donne sono sempre più protagoniste sul fronte ambientale. E anche in Italia abbiamo esempi molto validi. Ecco perché questo 8 marzo - un green friday - è ancora più bello

Sorelle d’Europa, oggi è venerdì ed è l’8 marzo! Potrebbe essere questo lo slogan per unire le molte donne che oggi in Europa si stanno rendendo protagoniste sul fronte ambientale. Hanno capito, queste donne, che la lotta ai mutamenti climatici e la battaglia per una nuova economia, più giusta e sostenibile, possono e devono essere alla base di una rinnovata identità europea.

Ma non solo di Europa si tratta in realtà. Basti pensare a Vandana Shiva e al suo impegno globale per il cibo sano, equo, per tutti. Una battaglia che parte dalla proprietà dei semi e sfida i governi mondiali nella costruzione di un modello agricolo biologico, diffuso, democratico. Dall’altra parte dell’Oceano una ragazza determinata e rivoluzionaria presenta un Green New Deal saldando finalmente i temi ambientali e i temi sociali. Scrive Ocasio-Cortez “… il cambiamento climatico, l’inquinamento e la distruzione ambientale hanno esacerbato le sistemiche ingiustizie razziali, regionali, sociali, ambientali ed economiche colpendo in modo sproporzionato popolazioni indigene, comunità di colore, comunità di migranti, comunità deindustrializzate, comunità rurali spopolate, poveri, lavoratori a basso reddito, donne, anziani, senzatetto, persone con disabilità e giovani ovvero le «comunità in prima linea e vulnerabili»…”.

È in Europa però, più che altrove, che la questione climatica può dare vita ad un nuovo modello economico, ad una nuova stagione di progresso che crei nuovi posti di lavoro grazie a politiche pubbliche che puntino su energie rinnovabili, autoproduzione energetica, mobilità sostenibile, economia circolare, agricoltura sana e rigenerazione urbana. Lo abbiamo visto con il Protocollo di Parigi, l’Europa può essere leader internazionale nella lotta ai mutamenti climatici. Se solo i politici ci credessero, se solo fossero minimamente convinti che la questione ecologica è la sfida di questo secolo! La sfida climatica potrebbe essere quel cuore pulsante e comune che manca all’Europa: ci siamo dati un mercato e una moneta comune, è giunta l’ora di avere un’anima unitaria.

Ecco perché è assolutamente necessario finalmente riconoscere il ruolo centrale che le donne possono e vogliono svolgere. Solo le donne potranno portare a termine la missione perché riconvertire in chiave ecologica l’economia e la società comporta uno sforzo di immaginazione quasi rivoluzionario e passa necessariamente per la messa in discussione di un sistema che solo in minima parte abbiamo creato, costruendone uno alternativo ma in maniera concreta. Basti pensare a quanto sta avvenendo nelle città europee come Madrid e Barcellona. Maria Carmena ed Ada Colau, le sindache, hanno preso decisioni immediatamente operative e sono misure semplici su come fornire energia al patrimonio pubblico partendo dall’assunto assolutamente ecologista che chi amministra deve dare il buon esempio per poter convincere la cittadinanza a puntare su risparmio energetico e rinnovabili. Le decisioni dei due comuni sono diverse ma sostanzialmente tendono al medesimo obiettivo: la totale autonomia energetica delle due città da ottenere incrementando il risparmio e l’efficienza energetica. Madrid punta entro il 2030 a dimezzare il fabbisogno energetico e sulla stessa linea si muove Barcellona. La decisione di Madrid annunciata dalla sindaca Carmena è di cambiare il contratto di fornitura di elettricità per 1300 siti del comune. Il nuovo contratto prevede che per questi siti si comprerà solo elettricità prodotta con fonti rinnovabili. Ancora più interessante la decisione di Barcellona. Lo scorso anno è stato deciso dalla giunta di dar vita ad una azienda pubblica che si chiama “Barcellona Energia” che compra e commercializza solo energia rinnovabile e che fornirà a 3908 luoghi pubblici energia pulita. La sindaca Colau ha dichiarato che l’obiettivo è staccare la città di Barcellona dall’oligopolio e per questo l’azienda ha già deciso di comprare e commercializzare tutta l’energia – che non viene utilizzata per il proprio fabbisogno – prodotta dai pannelli solari installati dai cittadini: un incentivo formidabile per spingere le persone a investire in pannelli.

“Tanta aggressività è forse dovuta al fatto che sono una donna. E quand’è una donna a esercitare il potere, ciò può risvegliare in molti il peggior maschilismo. Io credo che oggi sia più che mai necessario cambiare i nostri comportamenti. Come si può pensare di non rivoluzionare alcune vecchie e sbagliate abitudini quando i climatologi ci dicono che nei prossimi trent’anni a Parigi potranno verificarsi picchi di calore che sfioreranno i 50 gradi?”


Anne Hidalgo

Poco più in là, a Parigi, la sindaca Anne Hidalgo ha deciso ormai da tempo di fare della sua città la capitale europea della mobilità sostenibile, investendo massicciamente sulle ciclabilità urbana. E davanti alle proteste dei cittadini ha osservato serafica “Tanta aggressività è forse dovuta al fatto che sono una donna. E quand’è una donna a esercitare il potere, ciò può risvegliare in molti il peggior maschilismo. Io credo che oggi sia più che mai necessario cambiare i nostri comportamenti. Come si può pensare di non rivoluzionare alcune vecchie e sbagliate abitudini quando i climatologi ci dicono che nei prossimi trent’anni a Parigi potranno verificarsi picchi di calore che sfioreranno i 50 gradi?”. Semplice no?

Ma ci vuole coraggio ed anche in Italia non mancano sindache caparbie e rivoluzionarie che con dedizione e competenza stanno trasformando le loro città. Ad esempio Matilde Casa e Isabella Conti che hanno bloccato il consumo di suolo nei propri piccoli comuni affrontando cause in tribunale in cui le società immobiliari chiedevano loro milioni di euro di risarcimenti poiché avevano deciso di bloccare mega insediamenti abitativi, centinaia di migliaia di metri cubi di cemento senza senso e senza futuro. Non sono mancate minacce, insulti sessisti, isolamento politico. Nema profeta in patria!

Lo sa bene Catia Bastioli, la donna che ha sconfitto la plastica inventando in laboratorio il polimero alternativo, il Mater-Bi, dando vita ad una filiera industriale leader nel mondo, creando migliaia di posti di lavoro tra diretti ed indotti. Eppure Catia è stata accusata di essere una speculatrice quando si è giustamente deciso di far pagare i sacchetti biodegradabili 2 centesimi, in un altro Paese forse ne sarebbe la Presidente! Sono decine le imprenditrici che stanno costruendo dal basso questa nuova economia ecologica e socialmente responsabile: lo fanno nel mondo dell’enogastronomia, dell’agricoltura, dell’innovazione tecnologica. Ed ora la chiave ecologica può darci protagonismo anche in ambito politico (se gli uomini riusciranno a comprenderlo e farne una forza reciproca). Basti pensare a Greta Thumberg che in questi mesi di sciopero e mobilitazione – ogni venerdì – ci ha ricordato questo: non dobbiamo avere vergogna, non dobbiamo affidarci a nessuno. Quando si tratta del nostro destino e di quello dei nostri figli noi donne abbiamo una forza in più e dobbiamo metterla a disposizione di tutta la società. Oggi è venerdì – un green friday – ed è l’8 marzo sorelle!

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