Di Maio d’altri tempiMangiare i bambini per abolire la povertà: la “modesta proposta” di Jonathan Swift compie 290 anni

Per sconfiggere sovrappopolazione e disoccupazione, nell’Irlanda del ’700 il reverendo suggeriva di mettere in vendita e cucinare gli infanti più in carne. Spietate le argomentazioni a sostegno. La ricetta migliore? Arrostiti, al forno o bolliti. Ma sarebbero stati buoni anche al ragù

Photo by life is fantastic on Unsplash

Prima dei sei anni, i bambini non ce la fanno a campare di furti, quindi: meglio farli fuori. Anzi: mangiarli, cucinarli a puntino; in umido, arrostiti, al forno, bolliti. Parola del reverendo Jonathan Swift, decano della cattedrale di St Patrick a Dublino. Sono passati quasi tre secoli, duecentonovanta anni, da quel 1729, la crisi economica affligge l’Irlanda, la miseria è ovunque. “Che cosa malinconica, per coloro che passeggiano per questa grande città o viaggiano nel nostro Paese, vedere nelle strade principali e secondarie, e sulle soglie delle casupole, branchi di donne che importunano i passanti chiedendo l’elemosina, con al seguito tre, quattro o sei marmocchi coperti di stracci”. Le prime parole del pamphlet Una modesta proposta (titolo completo: per evitare che i figli degli irlandesi indigenti siano di peso ai genitori o al Paese, facendone un beneficio per tutti), a cura di Luciana Pirè (con testo originale a fronte, edito da Marsilio) hanno gambe da gigante per camminare, oltrepassano i secoli, come fossero centimetri. La tesi curiosa e senza tempo: per sconfiggere sovrappopolazione e disoccupazione il rimedio è semplicissimo, è l’antropofagia. Si mettano in vendita i figli più grassi e, cucinati a puntino con varie ricette, contribuiranno al welfare della nazione. Ucci ucci sento odor di cristianucci, le parole del racconto di Pollicino acquistano, nel delizioso saggio del geniale autore de I viaggi di Gulliver, un registro satirico e politicamente scorretto.

Corrosivo e vitale, Swift – che pubblica la prima volta A Modest Proposal in forma anonima a Dublino, nell’ottobre 1729 – non prescinde mai dalla corporeità, dalle sue potenzialità mai esaurite, come scrive nell’utile Introduzione Luciana Pirè. La tesi della Proposta è corroborata da molti esempi e da spietate argomentazioni a sostegno. Un primo sguardo ai commercianti: “mi assicurano che un ragazzo o una ragazza non sono merce vendibile prima di dodici anni e che, anche quando raggiungono quest’età, non rendono più di tre sterline, o al massimo tre sterline e mezza corona secondo le quotazioni del mercato”.

L’allusione al tema del cannibalismo nel nuovo mondo non è troppo velata ed è venata di riferimenti politici al partito dei Whig da cui Swift, a quel tempo, stava prendendo le distanze. “Un americano che ho conosciuto a Londra, da buon intenditore, mi ha garantito che un bambino di un anno, sano e ben nutrito, è l’alimento più delizioso, nutriente e salutare, sia in umido, arrostito, al forno o bollito: e non ho dubbi che possa rendere lo stesso ottimo servizio in fricassée o al ragoȗt”. Oltretutto i bambini non sono figli santificati da un vincolo di matrimonio, ma sono più che altro, diremmo noi oggi, figli della serva. I bambini costano e il trattatello di antropofagia infantile prevede anche sadici suggerimenti per le puerpere in allattamento: “consigliando sempre alle madri di lasciarli poppare in abbondanza nell’ultimo mese in modo che arrivino grassi e carnosi su una buona tavola”.

Continua a leggere su PangeaNews

X