Al supermercatoFurti, errori e non solo: tutti i problemi delle casse senza cassiere

È considerato il modo per semplificare l'esperienza di acquisto, velocizzare i tempi e la produttività. Ma le tecnologie self-service al supermercato generano anche grosse problematiche di inventario: tra scambio di codici, errori di pagamento e ruberie, bisogna ancora migliorare

Photo by Dan Smedley on Unsplash

In un contesto di crescente attenzione verso l’innovazione tecnologica, il settore retail sta diventando sempre più dipendente dallo sviluppo di nuove soluzioni che semplifichino l’esperienza di acquisto dei clienti. Un dato significativo in questo senso deriva dal fatto che, negli ultimi quindici anni, i cosiddetti punti vendita senza cassiere – quelli cioè all’interno dei quali il consumatore può eseguire la scansione automatica degli articoli attraverso un’app sul proprio smartphone e semplicemente usare il telefono per pagare e uscire – abbiano registrato un considerevole aumento.

La customer experience risulta, grazie a queste tecnologie, più efficace e personalizzata: i sistemi self-service anticipano, infatti, i bisogni dei consumatori e fanno risparmiare tempo, permettendo loro di finalizzare subito l’acquisto in piena autonomia. Inoltre, l’utilizzo di soluzioni Sco (Self-scan and checkout) garantisce ai retailer un aumento del ROI, migliorando la produttività del negozio. Si stima che nei prossimi anni apriranno sempre più negozi “self-service”: per esempio Amazon ha già in programma di aprire 3 mila punti vendita AmazonGo in tutto il mondo entro il 2021, simili a quelli di Seattle, Chicago e San Francisco.

Se però, da un lato, queste tecnologie influiscono positivamente su customer experience e ROI, da un altro condizionano pesantemente le differenze inventariali.

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