Soldi pubblici per offendere le donne: ecco qual è il vero scandalo di Libero

Il quotidiano di Vittorio Feltri vive di fondi statali. Solo nel 2017 ha incassato dallo Stato oltre quattro milioni. E non è un servizio pubblico come Radio Radicale ma in teoria l’organo (tramite la testata Opinioni Nuove) del partito monarchico italiano

Immagina le luci fioche del neon, la sera, alla redazione di Libero. La scrivania in mogano del direttore Pietro Senaldi, la poltrona di pelle, la libreria alle spalle, e la telefonata al fondatore Vittorio Feltri. Stanno parlando dei i titoli da mettere in prima pagina il giorno dopo. Immagina due menti assorte a pensare con l’obiettivo di farsi riprendere da altri giornalisti, e altri giornali. Il chiodo fisso di entrare in rassegna stampa il giorno successivo, facendo discutere e chiacchierare le donne, che sono tanto brave a macinare rancore e a fare pubblicità al giornale. Sono da questi inspiegabili momenti che nascono i peggiori titoli di Libero: Patata bollente dedicato a Virginia Raggi, il Vieni avanti gretina, Rompiballe riferito a Greta Thunberg solo ieri, e l’ormai antico Undici milioni di balle per liberare le pacifesse, scritto per Greta e Vanessa, le ragazze rapite in Siria e poi fortunatamente liberate. Immagina il direttore Senaldi che sa già sarà ripreso dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, e che sa perfettamente che questa volta sa che rischierà la radiazione dall’albo. Perché lo fa? Immagina il suo colloquio con il comitato dell’Ordine dei Giornalisti che chiede una risposta, circa questa aggressività dichiarata nei confronti del mondo femminile. La risposta a questa domanda, però, è l’unica cosa che non si riesce a immaginare.

Essendo un giornale che vive per lo più di fondi statali – solo nel 2017 ha incassato dallo Stato 4.676.269 – Libero dovrebbe guardarsi bene da certi eccessi. E non è un servizio pubblico come Radio Radicale main teoria l’organo (tramite la testata Opinioni Nuove) del partito monarchico italiano

Eppure, essendo un giornale che vive per lo più di fondi statali – solo nel 2017 ha incassato dallo Stato 4.676.269 – Libero dovrebbe guardarsi bene da certi eccessi. Non è un servizio pubblico come Radio Radicale – che peraltro, di fondi per l’editoria, prende 4 milioni di euro – ma è l’organo (tramite la testata Opinioni Nuove) del partito monarchico italiano. Le donne monarchiche mica saranno tutte analfabete! Inoltre, il decreto del 2017 che detta le regole di come debbano essere stanziati i fondi cita testualmente: possono ricevere contributi solo testate che abbiano adottato misure idonee a contrastare qualsiasi forma di pubblicità lesiva dell’immagine e del corpo della donna, assunte anche mediante l’adesione al Codice di autodisciplina pubblicitaria.

Forse chi ha elaborato il testo del decreto non prevedeva che potessero presentarsi casi in cui non la pubblicità, ma i direttori di testata, in prima pagina, dessero il via a una titolazione violenta contro l’intelligenza della donna, e la sua libertà di pensiero ed espressione. Roba da medioevo, insomma. Peraltro, non lo prevedevano neppure gli inserzionisti pubblicitari – pochi – della giornata di ieri. Interpellati, sia Silver Care (manchette accanto alla testata) sia Lebole (quarta di copertina) si sono detti non solo non consapevoli di cosa sarebbe stato pubblicato, ma anche contrari, di principio, a questo tipo di titolazione. L’ufficio stampa di Silver Care, ieri, è stato sobissato di email. I sistemi telematici, ad un certo punto, intasati, hanno smesso di funzionare.Forse, non sono i soli.

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