Solo dei perfetti ipocriti possono sobbalzare e rilasciare dichiarazioni scandalizzate davanti agli orrori della “fabbrica degli orfani” di Reggio Emilia, con i bambini strapazzati ai limiti della tortura psicologica per farne soggetti di affidamenti ben remunerati agli amici. Sono anni che la Rete è piena di implorazioni di madri e padri a cui sono stati sottratti i figli, senza possibilità di ricorso e appello, senza strumenti per rintracciarli. Le abbiamo viste in tv in decine di trasmissioni. Hanno mandato suppliche a ogni partito, gruppo, movimento, chiesa. Nessuno ha mai alzato un dito, nemmeno davanti all’enormità dei numeri che l’industria delle case famiglia e dei privati affidatari metteva insieme anno dopo anno: secondo i dati più attendibili (lo Stato non si è mai nemmeno preoccupato di fare un censimento ufficiale) sono 26meila i minori sottratti ai loro genitori, e sei su dieci restano sostanzialmente “sequestrati” dai pubblici poteri ben oltre il limite massimo di due anni fissato dalla legge, fino a un totale che può arrivare al decennio.
Già nel 2013 Panorama pubblicava un’inchiesta nella quale un operatore specializzato in questo tipo di cause, denunciava il caso limite di un centinaio di giudici minorili onorari, quasi tutti psicologi, che erano al tempo stesso associati o addirittura fondatori di case d’affido, dove un bambino può “rendere” fino a tremila euro al mese. Da allora in poi ne hanno scritto quasi tutti, talvolta sull’onda di casi di maltrattamento, sempre additando l’intreccio affaristico fra tribunali, servizi sociali, amministrazioni locali, talvolta con prove inoppugnabili. Nessuno ha mai ritenuto di vederci chiaro, né i ministri della Famiglia che si sono succeduti, né i Garanti per l’Infanzia e nemmeno i magistrati, almeno fino a questa inaspettata e clamorosa indagine sui Comuni della Val D’Enza.
L’idea di un ragazzino che aspetta un messaggio dai genitori per il suo compleanno o per Natale e resta a mani vuote per la crudeltà e l’avidità di un adulto è dickensiana, intollerabile, mostruosa
La cosa che turba di più è il racconto delle lettere e dei regali spediti dalle mamme e dai papà e buttati nei magazzini, mai consegnati ai piccoli ostaggi, probabilmente allo scopo di rompere ogni legame affettivo coi genitori. L’idea di un ragazzino che aspetta un messaggio dai genitori per il suo compleanno o per Natale e resta a mani vuote per la crudeltà e l’avidità di un adulto è dickensiana, intollerabile, mostruosa. Siamo oltre le categorie del codice penale, siamo alla barbarie, ed è incredibile che in una regione civilissima, con lo scudo di una Onlus che sembrava un modello, un gruppo di professionisti titolati si sia potuto rendere artefice o complice di raggiri così mostruosi.
L’inchiesta, battezzata Angeli e Demoni, ha portato a misure cautelari per diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, fra i quali politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti della Onlus Hansel e Gretel di Moncalieri, in provincia di Torino. Il sindaco è agli arresti domiciliari: è accusato di aver favorito la cordata affidando i servizi di psicoterapia senza un bando di evidenza pubblica. Ai domiciliari anche la responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza, una coordinatrice del medesimo servizio, un’assistente sociale e due psicoterapeuti. Otto interdizioni a esercitare attività professionali sono state consegnate ad altrettanti dirigenti comunali, operatori socio-sanitari, educatori. A muovere l’indagine è stata l’improvvisa escalation, nel 2018, delle denunce dei servizi sociali per casi di abusi sessuali e violenze su minori, che comportano quasi automaticamente l’allontanamento dei bambini dalla famiglia: segnalazioni che si sono rivelate palesemente infondate, avvalorando il sospetto di un’operazione a fini di lucro.
Non è previsto un vero elenco dei motivi che possono portare alla sottrazione dei minori, le decisioni sono considerate “provvedimenti temporanei” quindi non sono appellabili né suscettibili di ricorso in tribunale
Le intercettazioni citate nelle ordinanze confermano le costanti pressioni degli indagati per manipolare i bambini e costruire falsi ricordi, addirittura con il ricorso a stimolazioni elettriche nell’imminenza dei colloqui giudiziari, per incardinare l’idea di aver subito maltrattamenti in casa. Non sarà facile dimostrare la fondatezza delle accuse né gli abusi commessi nel sottrarre bambini e ragazzi ai genitori: la legge italiana (molto antica: risale al ’34 ed era stata studiata per gestire la devianza) attribuisce ai servizi sociali un potere discrezionale quasi assoluto: non è previsto un vero elenco dei motivi che possono portare alla sottrazione dei minori, le decisioni sono considerate “provvedimenti temporanei” quindi non sono appellabili né suscettibili di ricorso in tribunale. Dunque sarà facile per gli indagati difendersi sostenendo di aver agito sulla base della loro convinzione professionale e dell’esperienza.
E tuttavia la speranza è che “Angeli e Demoni” muova la politica. Imponga un’indagine a livello nazionale su questo tipo di attività e servizi. Obblighi alla revisione delle norme, rendendole più precise. Spinga i sindaci a occuparsi delle associazioni a cui affidano questi servizi e a farsi delle domande sulla loro onestà e competenza. Sarebbe una bella battaglia anche per l’attuale ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. Questa sì in difesa della maternità e della paternità, dei bambini, della vita, del legame indissolubile che lega genitori e figli.