Satira socialL’Interno del Ministro, ovvero il volto nascosto (e intellettuale) di Matteo Salvini

Una nuova pagina di satira su Facebook racconta un Salvini diverso, colto e profondo, appassionato di letteratura e poesia. Lanciata a inizio giugno, sta già riscuotendo molto successo. E fa riflettere sulle semplificazioni con cui troppo spesso si inquadra il leader leghista

Facebook

Un uomo colto, raffinato, appassionato di letteratura, di poesia e di filosofia. Persino di scienza. Non lo direste mai, eppure è proprio di lui che stiamo parlando, Matteo Salvini. O almeno così è come viene ritratto in maniera geniale sulla pagina L’Interno del Ministro, new entry da qualche settimana tra le pagine di satira politica su Facebook.

Tra lunghi post scritti in prima persona e riflessioni dal sapore accademico, il Salvini immaginario ci appare infatti come un uomo sensibile ed empatico. Tutt’altro rispetto al soggetto che quotidianamente vediamo nelle dirette social e nei tweet brutali, lo stesso che ora dice “porti chiusi” ai migranti, ora inneggia alla castrazione chimica per una rom borseggiatrice, ora gioisce perché un tabaccaio ha ucciso un ladro alle spalle.

No, il Matteo Salvini che qui prende vita è un uomo maturo, dalle riflessioni profonde e dai gusti letterari complessi, che ama ricorrere a riferimenti “alti” per raccontare, da un lato, la propria vita politica (con tutti i dubbi ed incertezze che ne derivano), e dall’altro per chiedere ai suoi Amici quale sia la loro traduzione preferita del ‘Tractatus logico-philosophicus’ di Wittgenstein oppure consigli sulle citazioni più belle de Il mestiere di vivere di Cesare Pavese per il discorso del comizio.

«Lo Yogi Tea al cardamomo e zenzero di NaturaSì, uno-due biscottini biologici al farro, l’immotivata stima fideistica di un lavoratore e l’editoriale di Pietro Senaldi su Libero. Esiste un modo migliore per iniziare la giornata, amici?», chiede Matteo ai suoi lettori. «Poi, come ogni week end, mi ritaglio qualche ora per la lettura integrale del nuovo numero di Le Monde Diplomatique. Leggerlo per me significa tornare a immergermi pienamente in certe atmosfere parigine, quando con Pierre, Josette e Alain discutevamo appassionatamente per ore sulle possibili ripercussioni delle tensioni nel Nagorno Karabakh sulla situazione geopolitica europea».

Un post tira l’altro, la risata è assicurata. E il successo che la pagina ha già riscosso dalla sua creazione, il 6 giugno, ne è la prova

In questo «piccolo e riservato locus amoenus di riflessione» Salvini esprime infatti il suo io più intimo e nascosto, difficile da conciliare con il suo ruolo come Capitano, in realtà frutto unicamente di un calcolo politico. Matteo sa di portare in sé numerose identità, di cui questa è quella più riservata e autentica: «Qui non voglio essere chiamato ‘Capitano’, qui sono solo uno di voi. Uno dei tanti. Chiamatemi ‘Ismaele’», scrive il ministro.

Un post tira l’altro, la risata è assicurata. E il successo che la pagina ha già riscosso dalla sua creazione, il 6 giugno, ne è la prova. «Sono peraltro abbastanza lontano dai 3.000.000 dell’originale…», dice il fondatore a Linkiesta. La sostanza, però, non cambia: un’ironia “gentile” che ha già raccolto la simpatia di quasi 20mila utenti.

L’autore (che intende rimanere anonimo), però, non si sbilancia: «La pagina è nata per caso, come credo nascano per caso tutte le pagine di questo tipo. Un semplice divertissement», spiega. Stando a quanto riportato dall’AdnKronos, si tratterebbe di un quarantenne che l’ha aperta insieme ad alcuni amici. Nessuna particolare aspettativa nel crearla, dice, ma solo un modo per fare ciò che, in fondo, è prerogativa della satira: far riflettere divertendo. «Credo sia una persona (o un personaggio) un po’ più complesso di come appare sui social. La pagina, estremizzando questa complessità (se proprio dobbiamo trovarle uno scopo) prova a mettere in guardia dal banalizzarne la semplicità», racconta il misterioso autore.

Se non puoi avere il tuo Ministro dell’Interno ideale, createlo

Così, tra un post in cui dedica a Barbara D’Urso i versi di Leopardi e un altro dove appare consumato dal dubbio se rinnovare o meno l’abbonamento annuale al Journal of Quantum Physics, il Salvini-Ismaele si ritrova a doversi districare tra quella che è la sua vera natura e la retorica populista che invece tanta fama gli ha portato. E d’altra parte non è che sia circondato da persone del suo calibro: a Di Maio, per esempio, decide di regalare Il giovane Holden di Salinger, non essendo il ministro del lavoro ancora pronto per letture più alte. «Ha detto che quella copertina tutta bianca lo incuriosiva e lo avrebbe letto sicuramente. Roba da matti, amici! A 35 anni non ha ancora letto neanche Salinger e giudica i libri dalle copertine!», si confida.

Sghignazzi a parte, è probabile che, con un ministro del genere, l’Italia sarebbe un paese diverso. «Se non puoi avere il tuo Ministro dell’Interno ideale, createlo», dice ancora l’ideatore del personaggio. E se sicuramente “L’Interno del ministro” ha già conquistato una buona parte degli oppositori del leader leghista, non è detto che non possa piacere anche a chi lo sostiene: «Magari anche loro, in fondo, lo vorrebbero più Ismaele e meno Capitano (Achab)».

Per il momento, comunque, di hater sulla pagina non se ne sono fatti vedere. Semmai «qualcuno convinto che la pagina sia gestita dal vero Salvini o dal ‘diabolico’ Morisi. Cosa vera, naturalmente, ma che spero lei non riporti in questa intervista», scherza ancora l’autore. Quel che è certo è che le opposizioni potrebbero avere più di qualcosa da imparare da un esempio del genere. Potrebbe dar loro una mano l’anonimo letterato? «È un vasto programma al quale penso di non avere lo spessore per poter contribuire».

X