Brutto segno se il leggero tremolio di un leader politico fa entrare in fibrillazione un Paese e, nel caso di Angela Merkel, un intero continente, dalle classi politiche alle borse. Segno ancora più brutto se, dopo che i tremolii si susseguono – la terza volta in un mese, ieri a Berlino – nessuno, e nemmeno la diretta interessata, abbia voglia di dare una spiegazione esauriente. “Sto bene, non vi preoccupate”, ha ripetuto anche ieri in conferenza stampa. Con il risultato di lasciare correre insinuazioni, sospetti, strumentalizzazioni e di far sembrare comunque grave ciò che probabilmente grave ancora non è : nè sul piano sanitario, né sul piano politico.
La prima volta, tutto si è risolto – è il caso di dirlo – con una tempesta in un bicchier d’acqua, quello che un premuroso funzionario ha dato alla Cancelliera, visibilmente scossa, ma subito rimessasi in pista. La seconda volta e la terza non è stato nemmeno necessario il bicchier d’acqua. Nel frattempo, Angela Merkel è apparsa in perfetta forma al G20 di Osaka. Nel frattempo, in Germania e all’estero, i media si sono agitati, moltiplicando ipotesi e intervistando esperti : un megafono aperto che ha oscillato fra il principio di un morbo di Parkinson e un momento di stanchezza per l’eccessiva calura che colpisce anche la Germania.
La “ragazza”, come la chiamava il suo mentore, l’ex Cancelliere Kohl, é stata decisiva nello sviluppo della Germania riunificata
La salute della Cancelleria è naturalmente importante per lei come persona, per quanti la amano e la stimano, per tutto ciò che ha fatto per il suo Paese e per quanto potrebbe fare ancora. La “ragazza”, come la chiamava il suo mentore, l’ex Cancelliere Kohl, è stata decisiva nello sviluppo della Germania riunificata ed è stata considerata (come ricordava una copertina di Time) la donna più potente del mondo e sicuramente in Europa. Ma sul piano strettamente politico le sue condizioni di salute, che tutti si augurano positive, non dovrebbero suscitare così tanta apprensione, se non negli ambienti nazionali e internazionali interessati a un’uscita di scena anticipata e più rapida del previsto, dato che Angela ha già annunciato che non correrà per un altro mandato. Inoltre, se si osservano attentamente la scena politica nazionale ed europea, si vede che la Merkel ha già abbondamente disegnato il futuro, sia favorendo una sua fedelissima alla testa della Cdu, sia costruendo un positivo compromesso con Emmanuel Macron per quanto riguarda le più alte cariche europee.
Ma se abilità e lungimiranza della Cancelleria non sono in discussione, a prescindere se abbia voglia di nuovi orizzonti politici o di svernare nell’amata Capri, resta che non è consentito comprendere che cosa le stia accadendo davvero e le motivazioni di una cortina fumogena abbastanza impenetrabile. “Sto bene”, punto a capo.
Un certificato medico o almeno un riscontro ufficiale farebbe bene alla Cancelliera, alla Germania e all’Europa. E in definitiva all’informazione libera
Tutto questo nonostante la domanda reiterata di chiarezza da parte di molti giornali tedeschi e nel paradosso di una stagione dell’informazione in cui si pubblica di tutto, fino a grottesche violazioni della privacy di chiunque. Per la Germania non sarebbe una novità, dato che si era sempre saputo poco della salute di Willy Brandt ed Helmuth Kohl. Ma non è una novità per altri Paesi, dagli Stati Uniti dai tempi di Kennedy fino a Trump alla Francia, “caposcuola” di segretezza del potere. Fiumi d’inchiostro sono stati versati a posteriori sulle malattie nascoste dei presidenti Pompidou e Mitterrand e molte questioni si sono aperte sull’ultimo periodo della presidente Chirac.
Precedenti che hanno spinto Emmanuel Macron a fornire assicurazioni e garanzie all’inizio del suo mandato, dichiarando che il suo stato di salute sarà reso pubblico in caso di necessità, anche se sono rimaste nel vago le eventuali procedure di annuncio.
Qualsiasi siano le cause, le telecamere hanno inquadrato in modo impietoso i tremori della Merkel. Immagini che hanno fatto il giro del mondo. Anche in rete. In passato o ancora oggi in regimi antidemocratici queste immagini non le avrebbe viste nessuno. Basta rendersi conto di questa sostanziale differenza per concludere che un certificato medico o almeno un riscontro ufficiale farebbe bene alla Cancelliera, alla Germania e all’Europa. E in definitiva all’informazione libera.