A dimostrazione che la tecnologia sviluppata negli ultimi anni è stata, di fatto, uno spreco di tempo e intelligenza, concorre questo studio congiunto delle università di Harvard (Usa) e Dalhousie (Canada), in cui gli scienziati hanno deciso di scomodare l’Intelligenza Artificiale per capire chi, tra John Lennon e Paul McCartney, avesse contribuito di più nella scrittura delle canzoni più celebri dei Beatles. Roba forte.
Il dibattito, del resto, è annoso. Sulla paternità dei motivi, dei passaggi, delle idee armoniche, sia Lennon (quando era vivo) sia McCartney (tuttora) hanno fornito versioni diverse, anche contraddittorie. Chi è stato a scrivere “In My Life?”. E chi è l’autore di “Do You Want to Know a Secret?”
Il fatto è, tutto sommato, di scarso interesse. Il risultato finale delle canzoni dei Fab Four è stato, sempre e comunque, l’esito di un lavoro di squadra. Certo, con contributi maggiori e minori da parte dei vari componenti, comunque difficili da districare: chi può dire di saper mappare la provenienza di un’ispirazione? La risposta è: l’Intelligenza Artificiale.
Le analisi dei sistemi messi a punto dagli scienziati americani, che hanno passato al setaccio centinaia di canzoni dei Beatles, permetterebbero di arrivare ad alcune conclusioni. Per esempio, “Ask Me Why” sarebbe per il 90% attribuibile a John Lennon, così come “Do You Want to Know a Secret” e il ponte di “A Hard Day’s Night”. Il musicista sarebbe riconoscibile per il suo stile diretto, molto lontano dalle sperimentazioni, a volte troppo avventurose, di McCartney.
Come ha spiegato uno degli autori dello studio, il professore di Statistica a Harvard Mark Glickman, l’obiettivo del lavoro è più ambizioso di quanto appaia. “Vogliamo creare un modello per chi desidererà seguire i cambiamenti avvenuti nel tempo nel modo della musica. Con il nostro sistema di machine learning, sarà possibile comprendere tutte le differenti influenze che ha subito un musicista”.
Obiettivo più ambizioso, quindi. Ma neanche tanto.