È avvenuto in Spagna, più o meno 430mila anni fa. Il luogo preciso è la zona della Sierra Atapuerca, dove sono stati trovati i resti di almeno quattro diverse specie di ominidi, tra cui Herectus, Neanderthal e Sapiens, è avvenuto il primo omicidio di cui si hanno tracce della storia dell’umanità. E lo documenta questo studio.
La prova? È un teschio recuperato nella Sima de los Huesos, un pozzo in cui sono conservate le ossa di almeo altre 27 persone. I segni rimasti sulla fronte sarebbero stati lasciati, dicono gli studiosi, da continui colpi alla testa, sferrati “con la volontà di uccidere”.
Gli scienziati si sono serviti di moderne tecniche di diagnostica per immagini, creando una ricostruzione virtuale del teschio. Le fenditure, evidenti, sono risultate quasi uguali: “Sono state provocate dallo stesso oggetto”. Un atto di violenza che “racconta un aspetto della vita dei nostri antenati spesso invisibile”, spiegano i ricercatori.
La questione è complessa. La tesi prevalente è che la cava, dove sono custoditi corpi di Neanderthal (almeno così dice il Dna) fosse utilizzata come luogo cerimoniale, in cui venivano “depositati i morti delle diverse tribù”. A quanto pare, sarebbe una delle più antiche forme di sepoltura. Se così fosse, la questione dell’omicidio andrebbe a infittirsi ancora di più: si è trattato forse di un’esecuzione? O del risultato infausto di uno scontro con qualche gruppo nemico? Secondo la professoressa Debra Martin, antropologa dell’Università del Nevada, “più si andrà avanti in questi studi più si vedrà che la violenza è un aspetto della nostra cultura, così come lo è ogni tentativo di governarla”.
Ma sulle cause della morte della povera vittima, e soprattutto sull’identità del suo assassino, purtroppo, non è dato sapere di più.