Io sono ricco e famoso, faccio il senatore, e la mia carriera è in ascesa, la Casa Bianca mi aspetta, quindi, se lascio morire una persona, io in galera non ci vado, e faccio di tutto per salvarmi il c*lo. Mettici pure che questa persona, che io ho lasciato morire nella mia macchina, era una ragazza che io mi stavo per fare, io che sono sposato, ho 3 figli, e un altro in arrivo. Se non l’hai capito, te lo ripeto: io devo salvarmi il c*lo.
Ecco spiegato in poche frasi lo ‘scandalo Chappaquiddick’, quello che Ted Kennedy combinò 50 anni fa, l’estate del 1969, quando, se non fatto di cocaina di sicuro ubriaco, a guida della sua auto precipitò da un ponte, finendo nelle acque dell’isola che dà nome al misfatto. Lui riemerse facilmente e si salvò lasciando Mary Jo, la ragazza che era con lui, intrappolata nella macchina, a morire di lenta agonia. Se sei uno qualsiasi hai commesso un crimine, ma se sei Ted Kennedy no: hai (cog)nome, soldi, e la fai franca. Andò così, poche chiacchiere, anche se oggi, dopo mezzo secolo, e dopo dozzine di libri, inchieste, articoli, e film, ancora non si sa proprio tutta la verità. Non ci fu autopsia, e per Ted Kennedy una condanna ridicola a 2 mesi per omissione di soccorso, pena mai scontata perché ‘sospesa’. La legge è uguale per tutti. O no?
Se non è così, allora mi si spieghi perché una persona, nel caso specifico il senatore Edward M. Kennedy, anni 37 nel 1969, fa un incidente e scappa, non chiama i soccorsi, non denuncia nulla se non 10 ore dopo e solo perché spacciato dalla segnalazione di due pescatori, che avvistano la macchina affondata. Se sei innocente, spiegami perché, riemerso senza un graffio, invece di avvertire chi di dovere, fuggi via e torni al cottage da dove sei partito, alla festa che hai lasciato con Mary Jo. Torni lì e ti fai vedere da due amici tuoi, li prendi in disparte e a loro – e solo a loro – racconti l’accaduto e con loro torni sul posto, chissà perché. Poi ordini ai tuoi amici di tenere la bocca chiusa, promettendo di andare a costituirti. Invece te ne torni in hotel, e ti costruisci un alibi: chiami la reception lamentandoti che “sono ore che non riesco a dormire!”, per un da te inventato baccano nella stanza accanto. La mattina dopo sei ancora lì che non sai che fare, mentre tirano fuori l’auto e il corpo esanime (senza biancheria intima) di Mary Jo, e scoprono che quella macchina è la tua.