Non è un contratto di governo, come quello dei gialloverdi. Si chiamano “Linee di indirizzo programmatico per la formazione del nuovo governo”, quelle pubblicate sul blog delle Stelle in vista della votazione sulla piattaforma Rousseau. Un documento in 26 punti che costituisce la bozza di accordo tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle per il nuovo esecutivo giallorosso. Si va dalla “politica espansiva senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica” per la prossima legge di bilancio, specificata già nel primo punto, alle politiche destinate al miglioramento di Roma, nell’ultimo punto. Un capolavoro di limature e aggiustamenti per far quadrare i punti di interesse dei due partiti, senza scontentare troppo nessuno, molto generale e senza entrare mai nei dettagli.
In mezzo si trovano le linee guida generali del probabile governo futuro. In vista della legge di bilancio 2020, si punta “alla neutralizzazione dell’aumento dell’Iva, sostegno alle famiglie e ai disabili, il perseguimento di politiche per l’emergenza abitativa, deburocratizzazione e semplificazione amministrativa, maggiori risorse per scuola, università, ricerca e welfare”. Ma senza dire come e con quali risorse.
Sul lavoro, si punta alla riduzione delle tasse a vantaggio dei lavoratori, al “salario minimo” e alla approvazione di una legge sulla rappresentanza sindacale e di un piano strategico contro gli infortuni. Tra gli obiettivi, quello di investire sulle nuove generazioni per evitare l’emigrazione all’estero (ma senza dire come). Al punto 4 si trova la maggiore protezione dei diritti della persona e la riduzione delle disuguaglianze, oltre che il sostegno alle famiglie numerose e con disabili. E qui l’idea è quella – specificata al punto 9 – di negoziare nuove forme di flessibilità con la nuova Commissione Ue per rafforzare la coesione sociale.
Al punto 5, l’ambientalismo, con il “Green New Deal” per la transizione ecologica, seguito dalle politiche sul dissesto idrogeologico. A seguire la promozione della ricerca, l’ammodernamento delle infrastrutture “che tenga conto degli impatti sociali e ambientali delle opere”. E al punto 10 si specifica che “è necessario inserire, nel primo calendario utile della Camera dei deputati, la riduzione del numero dei parlamentari”.
Si va dalla “politica espansiva senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica” per la prossima legge di bilancio, specificata già nel primo punto, alle politiche destinate al miglioramento di Roma
La legge sul conflitto di interessi, con una riforma contestuale del sistema radiotelevisivo, si trova al punto 11. I punti 12 e 13 sono dedicati alla riduzione dei tempi della giustizia e al contrasto alle mafie e all’evasione fiscale. Nel punto 14 si parla di riforma fiscale con un abbassamento delle tasse – ma non si parla più di flat tax.
Per la questione immigrazione bisogna aspettare il punto 15, dove si dice che “è indispensabile promuovere una forte risposta europea al problema della gestione dei flussi migratori, anche attraverso la definizione di una normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e all’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – affronti i temi dell’integrazione”. Quanto ai discussi decreti sicurezza di matrice salviniana, si specifica che “la disciplina in materia di sicurezza dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”.
Poi il capitolo Sud (punto 16), quando si dice che “va lanciato un piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti”. E sempre in tema Nord-Sud, al punto 17 si parla della promozione di un “processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà”.
Quanto ai discussi decreti sicurezza di matrice salviniana, si specifica che “la disciplina in materia di sicurezza dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”
Nelle linee programmatiche si trova spazio anche per la tutela dei risparmiatori, la tutela dei beni comuni, il diritto di accesso alla rete, l’innovazione della pa.
Al punto 22, laddove si parla di equità fiscale, vengono nominati i diritti dei lavoratori digitali, facendo riferimento ai rider, ma tra parentesi, e anche la web tax per le multinazionali. Gli ultimi quattro punti sono dedicati alla tutela delle forze dell’ordine, alla promozione del turismo, al rafforzamento dell’export e infine alla valorizzazione di Roma.
L’impalcatura è fatta. Riempirla di contenuti politici e decisioni sarà molto più complicato.