Rafforzatasi con la crisi economica, la propensione al risparmio delle famiglie è uno dei tratti distintivi dell’Italia. L’ultima indagine condotta dall’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio spa (Acri) – realizzata in collaborazione con Ipsos – che ha analizzato un lungo arco temporale, dal 2001 al 2018, mette in luce i cambiamenti rispetto al passato, gli atteggiamenti e le ragioni che spingono milioni di italiani ogni anno ad accantonare una parte di quanto guadagnato. È l’incertezza la parola chiave che fa da traino verso il risparmio. Agli occhi degli italiani, la crisi del 2008 non sembra essere stata ancora superata.
Il presente del nostro Paese continua ad apparire spesso contraddittorio e complesso, eppure – a rivelarlo è proprio questo studio – ritorna un lieve ottimismo verso il futuro, soprattutto al Centro-Sud, tra i giovani con meno di 30 anni, mentre un maggiore pessimismo si concentra nelle Regioni del Nord Est, tra le persone di età compresa tra i 33 e i 44 anni. Resta radicata l’idea che le vecchie generazioni siano più propense a risparmiare di quelle presenti, fermo restando che per la maggior parte degli italiani farlo significa garantirsi una certa tranquillità. Il risparmio resta sinonimo di saggezza, oltre che un sacrificio. Ma, soprattutto, per gli italiani rappresenta una mossa intelligente per pensare al futuro.
Parallelamente un’altra indagine svela come i millennials abbiano iniziato a ridefinire il concetto stesso di risparmio, oltre che quello d’investimento. In particolare, queste generazioni sono le migliori – in base a questa ricerca in media riescono a mettere da parte 709 euro ogni anno – grazie a una migliore gestione delle spese, quelle per le bollette, per l’assicurazione dell’auto o per la telefonia.
Secondo l’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale sul futuro del risparmio le politiche attuali comporteranno un aumento del costo legato alla previdenza del 2,5 per cento sul Pil, i giovani italiani devono porsi nella prospettiva di pagarsi da soli le pensioni
Considerando che, secondo l’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale Il futuro del risparmio: il ruolo del sistema pensionistico in un mondo più anziano per l’Italia il quadro non è affatto roseo, poiché le politiche attuali comporteranno un aumento del costo legato alla previdenza del 2,5 per cento sul Pil, un incremento che alimenterà il debito pubblico e, che nel lungo periodo – in prospettiva il Fmi indica entro il 2050 – non consentirà più allo Stato di garantire ai giovani lavoratori una pensione adeguata, che sempre più dovranno porsi nella prospettiva di doversi pagare da soli le pensioni. Attraverso forme di previdenza complementare, che richiedono sin da ora un maggiore sforzo nel risparmio, e, naturalmente, una propensione all’investimento.
E allora perché non iniziare a pensare a risparmiare già da ora? Il tempo è denaro. E oggi la tecnologia consente di mettere da parte un tesoretto in maniera semplice e veloce. Con l’app Gimme5, innovativo salvadanaio digitale, ad esempio, è possibile mettere da parte del denaro già a partire da soli cinque euro. L’obiettivo è quello di ottenere un rendimento soddisfacente, senza vincoli. Perché ciascuno è libero di risparmiare a seconda delle proprie possibilità, fissando un proprio personale obiettivo. E quanto risparmiato finisce per essere investito direttamente nel fondo prescelto. Non a caso, Gimme5 di AcomeA è stata premiata come migliore App in occasione FinTechAge Awards 2019 non solo per la trasparenza con la quale vengono trattate le informazioni, ma anche perché è un dispositivo che permette a tutti di potere risparmiare facilmente, davvero con poco. Ingenuo, oltre che poco prudente, sarebbe non iniziare a pensarci da subito. Più semplice di così, poi!