Il New York Times svela che i procuratori federali di Manhattan stanno indagando se Rudy Giuliani abbia violato la legge sul nella gestione dei suoi affari in Ucraina. Citando due persone che hanno familiarità con l’indagine, l’articolo del NYT conferma quanto già riportato dalla CNN: i pubblici ministeri a Manhattan stanno esaminando il ruolo di Giuliani nel più ampio flusso di denaro che è al centro delle violazioni di cui si sono resi colpevoli i due soci in affari arrestati giovedì, Lev Parnas e Igor Fruman. Anche il ruolo di Giuliani nel licenziamento di Marie Yovanovith, ex ambasciatrice americana in Ucraina, è sotto indagine da parte degli investigatori federali.
La deposizione dell’ex ambasciatrice
L’ex ambasciatrice degli Stati Uniti in Ucraina Marie Yovanovitch in una deposizione a porte chiuse ha detto di essere stata rimossa dalla sua posizione a causa delle pressioni del presidente Donald Trump e di ciò che ha descritto come «affermazioni infondate e false» su di lei. La notizia viene dal Washington Post e dal New York Times che hanno ottenuto una copia della sua dichiarazione di apertura.
Secondo quanto trapelato della sua dichiarazione scritta, a Yovanovitch è stato detto «bruscamente» alla fine di aprile di tornare a Washington «sul primo aereo». La sua rimozione è avvenuta nel mezzo di una campagna da parte dei sostenitori di Trump al fine di accusarla di slealtà, un’accusa che lei ha definito «fittizia». Trump stesso ha attaccato Yovanovitch durante la famosa telefonata con il neoeletto presidente ucraino Volodymyr Zelensky il 25 luglio e che è al centro dell’indagine sull’impeachment. Trump in quell’occasione l’ha definita «cattive notizie». Ha anche detto, senza aggiungere altro, che «starebbe attraversando alcuni problemi».
La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato le avevano ordinato di non testimoniare. Secondo il Washington Post, le sue parole rafforzano la necessità di procedere con l’impeachment: «Yovanovitch è convinta che, sotto la guida di Trump, la politica estera degli Stati Uniti è stata compromessa da attori egoisti che hanno demoralizzato e impoverito il corpo diplomatico americano».
Non solo il whistleblower
Il Washington Post riporta che almeno altri quattro funzionari della sicurezza nazionale avevano lanciato l’allarme su come Trump stesse conducendo i rapporti con l’Ucraina, prima e dopo la telefonata del 25 luglio. I funzionari sarebbero stati così allarmati dai tentativi dell’amministrazione Trump di fare pressioni sull’Ucraina per scopi politici da aver sollevato la questione con l’avvocato della Casa Bianca sia prima che immediatamente dopo la chiamata di Trump con il presidente ucraino.
Ultime su Giuliani
Secondo un’intervista rilasciata all’Atlantic nei giorni scorsi, anche Rudy Giuliani giovedì sarebbe dovuto partire e andare a Vienna, la stessa destinazione di Lev Parnas e Igor Fruman, i due uomini arrestati con l’accusa di aver violato le leggi che regolano i finanziamenti delle campagne politiche americane.
Make America Great Again
Giovedì sera, durante un comizio a Minneapolis, il primo da quando è cominciata la procedura di impeachment, Trump ha attaccato di nuovo la famiglia Biden, questa volta con toni ancora più scurrili del solito, dicendo di Joe Biden «non è mai stato considerato un buon senatore, è stato solo un buon vice presidente perché ha capito come baciare il culo a Barack Obama».
Come il Watergate
Diciassette ex membri della procura speciale del dipartimento di Giustizia che ha indagato sullo scandalo Watergate hanno firmato un editoriale sul Washington Post in cui sostengono che l’apertura della procedura di impeachment contro Trump è dovuta. «Noi, ex membri della procura speciale sul Watergate, crediamo che esistano prove convincenti prima facie che il presidente Trump abbia commesso reati da impeachment. Questa prova può essere accettata come sufficiente per l’impeachment, a meno che non sia smentita da prova contraria che il presidente sceglierà di offrire».
Opinioni
L’editorialista del New York Times Jamelle Bouie in un podcast intitolato The Argument fa una domanda che in molti si chiedono: la minaccia dell’impeachment rende il presidente Trump più irregolare e più pericoloso? La risposta a giudicare dalla decisione sul ritiro delle truppe in Siria sembra di sì.
Altre testate tra cui la CNN parlano invece di un presidente in bilico tra il considerare l’impeachment una macchia indelebile sulla sua carriera e quindi un fatto negativo e considerarlo invece il motore della sua rielezione che gli farà anche riconquistare la maggioranza alla Camera.