A lanciare l’allarme è stato uno dei rider che a Milano consegna in bici il cibo a domicilio per Deliveroo, dopo essersi accorto che la paga oraria caricata dalla app era improvvisamente calata. Da un giorno all’altro. Il 22 novembre ha mandato una email all’azienda lamentando il fatto che le tariffe minime di consegna fossero state abbassate senza nessun avviso. Ma l’unica risposta arrivata dalla piattaforma di food delivery è stato il solito messaggio automatico: «Ti ringraziamo molto per il feedback: puntiamo sempre a migliorare il servizio offertovi».
Il sindacato di categoria Uiltucs, tra i primi a Milano a occuparsi dei lavoratori della gig economy, ora denuncia l’accaduto, criticando la mancata trasparenza da parte di Deliveroo. La cosiddetta “dynamic fee” introdotta dall’azienda nell’estate 2018, costituita da una tariffa minima a consegna e una parte di pagamento variabile a seconda dei chilometri percorsi dal fattorino, in poco più di un anno si è assottigliata di oltre un euro, con un taglio della parte fissa. Passata da 5 euro, diventati 4,10 a ottobre 2018, fino agli attuali 3,80 euro. Tutto senza alcuna comunicazione ai lavoratori.
La cosiddetta “dynamic fee” introdotta dall’azienda nell’estate 2018 è passata da 5 euro, diventati 4,10 a ottobre 2018, fino agli attuali 3,80. Senza alcuna comunicazione
Ora, se fino a poco tempo fa, di mese in mese Deliveroo comunicava ai rider la tariffa mensile della paga oraria (7,50 nel caso in cui non si facciano consegne), da quando la “dynamic fee” è stata introdotta per tutti i rider che fanno almeno una consegna, le variazioni nei pagamenti non vengono più comunicate con regolarità, denunciano i fattorini. Fino «alla stangata attuale», spiega Mario Grasso della Uiltcs. «I rider che collaborano con Deliveroo subiscono periodicamente le scelte unilaterali dell’azienda. Né i fattorini hanno ancora ricevuto risposte sul taglio delle tariffe».
«Sarebbe bello», continua Grasso, «confrontarsi con l’azienda per capire questi cali delle tariffe, che stridono con gli aumenti di fatturato e di vendite comunicate». Oltre che sulle “assunzioni” di 500 nuovi fattorini in tutta Italia, rimbalzate su tutti i giornali. Anche perché il taglio delle tariffe minime arriva a pochi giorni dalla conversione in legge del “decreto salva imprese”, che inserisce l’obbligo della paga oraria minima e un tetto per il cottimo. Le stesse aziende del food delivery e una fronda di rider “aziendalisti” hanno criticato la norma, sostenendo che non fosse sostenibile per le casse delle società e che alla fine i fattorini avrebbero guadagnato di meno.
Il dubbio che si aggira tra i rider, ora, è che il taglio alle paghe da parte di Deliveroo possa essere una conseguenza delle nuove norme approvate dal governo, portando l’azienda, che finora aveva mantenuto le paghe più alte rispetto ai competitor, ad allinearsi “verso il basso”.