La conferenza stampa del presidente di Anpal Mimmo Parisi per la presentazione dei dati sull’avviamento al lavoro dei beneficiari del Reddito di cittadinanza prevista per oggi alla fine è saltata. A meno di 24 ore dall’appuntamento con i giornalisti, da Anpal spiegano che è arrivato lo stop da parte del ministero del Lavoro per motivazioni che ancora non si conoscono. Continua così ad aleggiare il mistero su quanti percettori del sussidio abbiano effettivamente trovato un lavoro tramite i centri per l’impiego e il supporto dei 3mila navigator assunti da Anpal la scorsa estate.
Le prime erogazioni del reddito sono partite a maggio scorso. Quello che si sa, sette mesi dopo, è che in alcune regioni, soprattutto quelle meridionali, dalla Sicilia alla Calabria, non sono stati ancora terminati i primi round di colloqui con i beneficiari del reddito per la sottoscrizione dei patti per il lavoro. In totale, i percettori occupabili sarebbero intorno a 700mila. A inizio dicembre, il Messaggero, citando fonti sindacali, spiegava che i beneficiari che avevano trovato un lavoro fossero a conti fatti meno di mille. Dati poi smentiti dal presidente di Anpal Mimmo Parisi che al Fatto Quotidiano ha riferito invece di 18mila beneficiari che hanno già trovato un lavoro, senza però fornire alcuna fonte per verificare le cifre. Il chiarimento, ora, era atteso nella conferenza stampa in programma, che però è saltata.
Mimmo Parisi ieri aveva in agenda pure un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per illustrare i dati sugli avviamenti al lavoro. Il tutto mentre, nello stesso giorno, dall’Inps hanno invece diffuso i dati dell’Osservatorio sul reddito, secondo sui le domande accolte sono 1.066.000, di cui 51.681 decadute. I nuclei familiari beneficiari del reddito, 890.756, più quelli della pensione di cittadinanza, 123.673, sono quindi nel complesso 1.014.429. Per un totale di 2.451.953 persone coinvolte. Con un importo medio per famiglia di 484,44 euro, con un massimo di 554 euro in Campania e un minimo di 366,42 euro in Trentino.
A conti fatti, ad oggi, sono stati spesi oltre tre miliardi per le erogazioni del reddito. Ma ancora non si sa davvero quanto la fase due del reddito, quella della ricerca di un lavoro per i percettori, partita con grande ritardo, stia funzionando. E Anpal non si è ancora dotata della piattaforma di incrocio tra domanda e offerta che l’ex ministro del Lavoro Luigi Di Maio e Mimmo Parisi avevano promesso sin dall’inizio, con l’idea di replicare il modello che lo stesso Parisi aveva creato in Mississippi tramite la piattaforma “Mississippi Works”. Quello che si sa è che presidente di Anpal avrebbe ripreso i colloqui con Invitalia per lo sviluppo del software, dopo lo stop dovuto alla consulenza di Ernst & Young che valutava il costo di sviluppo intorno ai 600mila euro anziché i 17 milioni chiesti dal progetto Invitalia.
Intanto, l’accesso alla piattaforma MyAnpal risulta temporaneamente sospeso, in attesa di migliorie al sistema. Mentre continua a trascinarsi pure la lunga vertenza dei 654 operatori precari di Anpal Servizi, controllata di Anpal (la stessa che ha assunto i navigator), che ormai da più di un anno chiedono di essere stabilizzati, con 40 di loro che sono già stati lasciati a casa. Nei prossimi giorni, Parisi incontrerà nuovamente le organizzazioni sindacali confederali per formalizzare la proposta di accordo aziendale sulla stabilizzazione di di soli 400 dei 654 precari “storici”, ma senza la convocazione del sindacato autonomo Clap, quello che però conta il più alto numeri di iscritti nell’azienda. Il piano di Parisi, che quindi escluderebbe centinaia di collaboratori, è ritenuta «inaccettabile» da Clap, che sostiene invece che Anpal avrebbe a disposizione i fondi per procedere alla totale stabilizzazione, così come per altro è previsto nel decreto salva imprese da poco convertito in legge. Per ovviare alla presunta carenza di risorse lamentate dall’agenzia, la senatrice di Italia Viva Annamaria Parente, insieme ad altri colleghi di maggioranza di LeU, ha presentato in Senato un emendamento alla manovra che stanziava altri 10 milioni l’anno dal 2020 al 2022. L’emendamento ha avuto parere positivo dal ministero del Lavoro, ma è stato bocciato al Tesoro. Senza che però dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo sia stato fatto alcuno sforzo perché l’emendamento approdasse effettivamente nella legge di bilancio, fanno notare i precari. Che ora hanno scritto alla ministra un’altra lettera, chiedendo l’ennesino incontro sul futuro dei propri posti di lavoro. Il caos, dalle parti di Anpal, regna sovrano.