Durante il nostro incontro, in cui ci ha raccontato tutte le bizzarre coincidenze che lo hanno portato in Italia nel 2012, dallo studio di ingegneria alla passione/ossessione per la musica di Faber e all’essere diventato uno scrittore, promotore culturale, manager musicale, Sean White non ha mai smesso di raccontarsi con ironia e senso dell’umorismo. Sebbene sia preoccupato per l’emergenza coronavirus che sta mettendo in ginocchio il suo Paese e lui considera un problema di tutti, come ci ha detto e ripetuto durante l’intervista fatta nella sede de La Stecca 3.0, incubatore di associazioni culturali nel quartiere Isola di Milano.
E proprio lui, che ha lottato per anni contro il padre che lo voleva ingegnere e basta — senza accettare tutti i punti interrogativi che ha suscitato in lui il giorno in cui passeggiando per le strade di Lecco è rimasto folgorato dalla lirica di Fabrizio De André che ha cambiato rotta alla sua vita — ora ha patito le ripercussioni della psicosi creata dall’epidemia del coronavirus.
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