La Francia e la Germania hanno sbloccato le esportazioni di mascherine verso l’Italia, che potrà quindi aumentare il proprio approvvigionamento di uno strumento indispensabile per il personale sanitario. La decisione arriva dopo fortissime pressioni da parte della Commissione europea e dell’Italia stessa, che aveva duramente protestato attraverso il proprio ambasciatore presso l’Unione europea, Maurizio Massari, con una lettera pubblicata da politico.eu: «L’Italia ha già domandato di attivare il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea per la fornitura di strumenti medici per la protezione individuale. Ma, sfortunatamente, nemmeno un paese europeo ha risposto alla richiesta della Commissione Soltanto la Cina ha risposto. Non è buon segno per la solidarietà europea».
A poche ore dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, Francia e Germania avevano imposto restrizioni alla vendita e all’esportazione di mascherine per evitare di restarne sprovviste. Una decisione motivata da ragioni differenti, ha spiegato una fonte dell’Unione europea al Monde, che ha dedicato un approfondimento alla «discreta battaglia delle mascherine» tra Italia, Francia e Germania: «I due casi erano diversi. La Francia voleva combattere la speculazione e riservare le mascherine al suo personale medico, ai ricercatori nei laboratori e ai malati. La Germania, invece, ne ha vietato l’esportazione ma non ha impedito ai propri cittadini di comprarle per costituire delle riserve».
La scelta tedesca e francese aveva avuto degli effetti molto rilevanti non soltanto a livello sanitario ma anche e soprattutto livello di comunicazione e geopolitico. La Cina ha dato grande risalto mediatico alla sua apertura a fornire materiale sanitario all’Italia in contrasto alla chiusura mostrata dagli alleati europei. La comunicazione cinese è stata anche aiutata da quella italiana, in particolare dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha ringraziato in più occasioni la Cina per «gli aiuti» senza specificare che il materiale sanitario (mascherine, respiratori e altri strumenti), è stato comprato dall’Italia e non donato dalla Cina.
Proprio per cercare di arginare i danni, la Commissione europea è riuscita in poco tempo a sbloccare la situazione, anche grazie al lavoro del commissario all’Industria Thierry Breton, francese e tra i membri più favorevoli a una coordinazione continentale in funzione anticinese. Il ministero dello Sviluppo economico italiano ha comunicato la decisione sul suo sito: «Lo sblocco delle esportazioni di dispositivi sanitari di protezione personale (mascherine, tute e schermi facciali) dalla Germania e dalla Francia è un segnale di buon senso e di solidarietà europea che si iscrive nel solco della leale collaborazione fra Stati Membri dell’Unione Europea, soprattutto in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo».
Il ministro Stefano Patuanelli ha spiegato che «esso è dovuto anche alla positiva azione della Commissione Europea in questa critica contingenza, e ringrazio personalmente il Commissario Breton per le non rituali espressioni di solidarietà che mi ha rivolto in questi giorni, ed anche per essersi personalmente adoperato per la soluzione del problema attraverso interlocuzioni dirette».
🇮🇹 Grazie ai nostri intensi contatti e raccordi, 🇫🇷 e 🇩🇪 tolgono i blocchi per maschere e DPI.
Nessun Paese ce la può fare da solo.
Un'🇪🇺 unita e solidale è l'unico modo per superare questa crisi che non ha frontiere #andiamoavanti #andràtuttobenehttps://t.co/NezJXNinKj
— Thierry Breton (@ThierryBreton) March 15, 2020