Secondo le stime di Comscore, TikTok avrebbe avuto tra settembre e novembre 2019 una crescita del 202%. E con buona pace dei teenager che sembrano non gradire (e forse hanno ragione) l’invasione di territorio, la percentuale di utenti sopra i 25 anni è in costante aumento. Alla fine del 2017, gli adulti su TikTok erano 2,6 milioni. Solo un anno dopo erano arrivati a 7,2 milioni. Da settembre 2018 l’incremento è stato esponenziale, arrivando a 14,3 milioni. (Fonte Oberlo)
Negli ultimi mesi sono sbarcati sulla piattaforma anche gli influencer âgée’ – che su TiKTok significa trentenni – le celebrità, i brand. E i professionisti. Avvocati, coach, esperti di risorse umane, psicologi e medici. Quest’ultima categoria in particolare, grazie a video in cui veicolano contenuti educativi rispettando lo stile ironico del social, sembra avere un grande successo, tanto da meritarsi l’hashtag dedicato #doctorsoftiktok.
E i professionisti del cibo?
L’impressione è che gli chef celebri facciano un po’ fatica ad entrare nella dinamica espressiva della piattaforma, molto diversa da quella di Instagram, meno orientata all’immagine e al prodotto e più difficile da personalizzare, perché la regola per accumulare visualizzazioni è quella di creare sì qualcosa di originale, ma rimanendo negli schemi-meme (suono in background, movimenti, terminologia) che presentano i trend del momento. È molto più facile che uno sconosciuto riceva un milione di like offrendo un twist particolare allo schema apparentemente semplice che chiede di elencare i giorni della settimana (hashtag #weekchallenge) rispetto ad una ricetta video di un cuoco famoso. Su TikTok non basta ”essere”. Bisogna interpretare. E avere l’umiltà, entrando a giochi già iniziati, di accettare le regole.
Un buon esempio è Bruno Barbieri, che pur mantenendo la sua personalità è riuscito a mettersi in gioco in modo molto spiritoso, inserendo alcuni dei suoi classici mantra (mappazzone e ”non c’è niente da ridere”) all’interno delle tendenze.
Meno fortunato è Gordon Ramsay. Sul suo profilo ci sono solo tre video. E Gordon su TikTok ha sì avuto il suo momento di gloria, ma lo ha guadagnato vivendo di luce riflessa sul profilo della figlia Tilly, ballando sulle note di un brano di HL WAVE & Jhonny Flames che si chiama proprio Gordon Ramsay.
I personaggi che spopolano sulla piattaforma sono altri. Ad esempio lo chef turco, Burak Özdemir, aka CZNBurak che ha 15.2 milioni di follower e la caratteristica di preparare piatti della cucina tradizionale turca e libanese presentandoli sempre allo stesso modo, cioè guardando direttamente in camera con un sorriso a ventimila denti (un pochino inquietante, a dire la verità). Chi non ama le persone solari troverà più soddisfazione nel personaggio fittizio inventato dal tiktokker @itsqcp: la serie di video si chiama The Angry New Jersey Cooking Show; lo chef prepara piatti italiani (o pseudo tali) mentre gonfia i muscoli e urla arrabbiatissimo.
Al di là del successo o flop dei singoli personaggi, il ruolo molto importante di TikTok nel mondo della ristorazione è quello di dare voce al dietro le quinte. Alla parte meno glam, al sudore, alla fatica, alla pazienza mostruosa che i lavoratori nel mondo del cibo (camerieri, baristi) devono tirare fuori ogni giorno. La piattaforma ha dato voce alla spina dorsale delle cucine e dei bar. Una parte in cui conta meno la bellezza e il gusto raffinato dei piatti, in cui contano di più fatti e parole, a volte dure, spesso divertenti.
C’è il positivo e il negativo del lavorare nel mondo dei ristoranti. C’è Karen, il personaggio ormai mitologico della donna di mezza età molto lamentosa, la cliente che ha sempre qualcosa da ridire, il cui mantra è «can I speak with the manager?». Le Karen sono ovunque. In fila dietro di voi da Starbucks, al ristorante nel tavolo di fianco, pronte a mettere in croce camerieri e baristi al minimo disguido. Ci sono le paghe misere che vengono messe in piazza: Aaliyah Cortez, cameriera e barista in Texas ha avuto migliaia di visualizzazioni del suo video in cui racconta di aver guadagnato 9,28 dollari per settanta ore di lavoro. E i lavoratori delle diverse catene di fast food che raccontano gli orrori nella preparazione di panini e insalate (vi risparmiamo le citazioni dirette e il consiglio è di non cercarle: graphic content).
TikTok è però una piattaforma anche molto emozionale, i video virali toccano spesso le corde dell’happy ending e dei buoni sentimenti. Fare i camerieri non è soltanto affrontare la Karen della situazione, ma anche avere storie da raccontare. Uno dei video più belli è quello di Hailey che lavora nel drive tru di una famosa catena di fast food americana e che ha deciso, insieme alle colleghe, di fare un regalo speciale per San Valentino a un’anziana cliente affezionata. Il risultato è davvero commovente. Un profilo molto interessante da seguire è quello di Morgan, @morgandrinkscoffee, che ogni giorno racconta ai suoi due milioni di follower la vita quotidiana di una barista, tra richieste surreali e dubbi amletici sulla preparazione del caffé. Infine c’è l’hashtag #serversunite, fonte di aneddoti che vi faranno venire voglia (nel caso in cui ci sia una Karen che alberga in voi) di diventare estremamente comprensivi con i camerieri…