Corona EconomyLe idee per ripartire, i decreti in arrivo e gli aiuti europei

La seconda puntata della newsletter sul lavoro de Linkiesta, tra l’emergenza coronavirus e non solo. Ecco come iscriversi

(Photo: Afp)

COME RIPARTIRE
Al di là della data di fine lockdown, più o meno spostata in avanti, è arrivato il momento di chiedersi “come” ripartire, una volta che si sarà stabilito il “quando” (Linkiesta). Lo studioso delle città Richard Florida ha preparato per la Brookings Institution un elenco dei primi interventi da fare subito, a cominciare dalla riorganizzazione a prova di epidemia degli spazi pubblici e dei luoghi di lavoro. Perché nella fase 2, quella di convivenza con il virus, la prima regola sarà mantenere la distanza dagli altri, inclusi colleghi di lavoro, amici e parenti. Le aziende che riapriranno per prime dovranno seguire criteri rigorosi, limitando al minimo le presenze e privilegiando lo smart working (Corriere). Medici e scienziati sono al lavoro con il governo per definire i criteri fase per fase (La Stampa). Ma attenzione alla foga di ripartire: uno studio di tre economisti americani spiega che le misure di contenimento favoriranno anche un rimbalzo economico più forte.

Back to work Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda e con molta probabilità prossimo presidente di Confindustria, ha detto al Foglio che “l’Italia deve tornare al lavoro”. Ma come? Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, su Linkiesta lancia la proposta di una ripartenza differenziata per filiere e territori, con accordi aziendali e locali. Nelle fabbriche e negli uffici non dovranno mancare mascherine, guanti, occhiali e gel igienizzanti. Bisognerà garantire la sanificazione e la ventilazione degli spazi e la distanza non solo nelle fasi lavorative, ma anche nelle mense e negli spogliatoi. Occorrerà riorganizzare i turni, con deroghe ai contratti, facendo tamponi e controlli mirati sulla salute dei lavoratori per capire chi potrà rientrare prima e chi dopo. “Usiamo questi giorni di fermo per mettere allo stesso tavolo sindacato, imprese e istituzioni locali per capire come ripartire”, dice Sbarra. Anche il Pd pensa alla concertazione (Rep). Una proposta concreta, rilanciata da Carlo Calenda, arriva dall’esperto di strategie aziendali Giovanni Cagnoli.

Pionieri Conserve Italia, una delle più grandi cooperative agricole in Italia, racconta come gli stabilimenti siano stati subito adattati all’emergenza, riducendo le presenze durante i turni. E sul versante della logistica, l’azienda ha privilegiato i trasporti su rotaia in Italia e verso l’estero. Risparmiando pure sulle emissioni di CO2 (Linkiesta). “Abbiamo visto enormi quantità di ingegnosità e resilienza da parte delle persone che si incontrano sulla nostra piattaforma per trovare modi per superare questo momento”, racconta Mariano Mamertino, senior economist di Linkedin. E in tanti stanno già “rapidamente adattando i loro modelli di business e le loro attività in modo da garantire alle proprie risorse di mantenersi occupate e le attività in esecuzione” (Forbes).

IL PAZIENTE ITALIANO
(Altri) due decreti È stato finalmente raggiunto l’accordo nel governo per sbloccare il “decreto liquidità” che aggiunge altri 200 miliardi di effetto leva per le imprese, allargando le garanzie statali sui prestiti con la gestione di Sace. Salvo sorprese, dovrebbe essere approvato oggi dal consiglio dei ministri (La Stampa). A questo provvedimento seguirà il “decreto aprile”, previsto per Pasqua o subito dopo, con un pacchetto per il lavoro da 15 miliardi, incluso il rifinanziamento della cassa integrazione oltre le nove settimane, l’estensione del bonus per gli autonomi – che potrebbe salire a 800 euro – e il Reddito d’emergenza per chi è senza sostentamento (Rep). Ma molto dipenderà dagli aiuti che arriveranno da Bruxelles. Intanto, l’8 aprile il decreto Cura Italia arriva in aula al Senato (Public Policy). Ad oggi, 20 milioni di italiani vivono già grazie ai sussidi (Rep).

La breccia dell’Inps Per le partite Iva, il mese di aprile è cominciato nel caos. Il sito dell’Inps è andato in tilt, e in tanti si sono trovati loggati nei profili di altri, nel giorno del via al bonus di 600 euro. Un data breach a tutti gli effetti. Il presidente Pasquale Tridico si è giustificato parlando di “attacco hacker violento”, ma gli informatici lo escludono. Il sistema, con molta probabilità, non ha retto il picco di accessi. E ora il Garante per la privacy e la procura di Roma vogliono vederci chiaro per capire cosa è successo (Linkiesta). Le domande poi sono state scaglionate, tra le eroiche prestazioni dei commercialisti. Che a loro volta, però, vivono le stesse paturnie dei clienti. “Lavoriamo più di prima, ma non riceviamo pagamenti”, racconta Matteo De Lise, presidente dei giovani commercialisti italiani (Corriere). E intanto, è partita pure una petizione per chiedere alle partite Iva che hanno subito meno danni di rinunciare al bonus e creare un fondo di solidarietà (Wired).

Battiamo cassa? Ora, però, con l’erogazione della cassa integrazione, proviamo a evitare un altro disastro, superando inutili lungaggini e cavilli di ogni tipo? Ad oggi si contano 20 causali e 14 strumenti diversi per averla (Il Sole 24 Ore). L’accordo siglato tra i sindacati e l’Associazione bancaria italiana dovrebbe velocizzare i pagamenti tramite l’anticipazione delle somme da parte delle banche (Linkiesta). Ma soprattutto sulla cassa in deroga si rischia di spostare in avanti la data di liquidazione: dieci regioni sono in ritardo a causa di intoppi burocratici e trattative con le parti sociali che vanno per le lunghe (Fatto Quotidiano).

I fantastici 74 Sono partiti ufficialmente i lavori della task force tecnologica anti coronavirus annunciata dal ministro per l’Innovazione Paola Pisano. Il gruppo di 74 esperti proporrà soluzioni basate sui dati “per la gestione dell’emergenza sanitaria, economica e sociale” (Startmag). Piccolo particolare: nell’elenco non si trova il nome del guru dei Big Data del Mississippi Mimmo Parisi, chiamato in Italia da Di Maio per far funzionare il reddito di cittadinanza. Strano, no?

CURVE DISCENDENTI
Are You Sure? La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in una lettera a Repubblica ha chiesto scusa all’Italia: “Ora l’Europa è con voi”. Il premier Conte le ha risposto. E ora, in attesa di dirimere la contesa su coronabond e Mes (domani è in programma l’Eurogruppo), arriva il piano Sure (Support to mitigate unemployment risks in emergency), un fondo da 100 miliardi euro che, attraverso 25 miliardi di garanzie volontarie degli Stati membri, permetterà di finanziare misure di sostegno al lavoro come cassa integrazione e assegni di disoccupazione (Post). I commissari all’Economia e al Mercato interno hanno lanciato sul sito della Faz anche l’idea di un fondo per emettere obbligazioni a lungo termine (Corriere). Una precisazione: al contrario di quel che si dice in giro, Bruxelles ha già messo in campo diversi aiuti per l’emergenza (Linkiesta).

Bollettino europeo Da quando è esplosa la crisi sanitaria, un milione di persone ha già perso il lavoro in Europa. Una cifra considerata “prudente” e che, senza interventi decisi da parte dei governi, nelle prossime settimane potrebbe triplicare o quadruplicare, secondo le stime della Confederazione europea dei sindacati (La Stampa). Solo in Spagna nel mese di marzo si contano oltre 300mila disoccupati in più (El Pais). E nel Regno Unito si potrebbero raggiungere cifre peggiori di quelle della grande depressione (Guardian).

Mayday E mentre Trump cercava di sminuire la gravità dell’emergenza, salvo poi ricredersi (Washington Post), solo nel mese di marzo l’economia americana ha perso 701.000 posti di lavoro (Bloomberg). Ma secondo la Fed il tasso di disoccupazione potrebbe arrivare quasi al 30%, con la perdita di 47 milioni di posti di lavoro entro fine giugno (Cnbc).

Questo grafico, pubblicato sulla prima pagina del Financial Times del 3 aprile, rende bene l’idea:

Falsa ripartenza In Cina in intanto si stanno gradualmente aprendo le prime attività. Ma non è facile tornare alla “normalità” (Guardian), perché si continua ad avere paura di uscire. Così, anche se i ristoranti sono aperti, chi è tornato al lavoro preferisce portarsi il cibo da casa. Le palestre sono vuote e gli acquisti, minimi, si fanno online. Scongelare la vita e l’economia dalla quarantena non sarà facile (Rep).

LAVORO IN QUARANTENA
Prima gli immigrati La pandemia ci ha fatto scoprire che senza braccianti stranieri la nostra agricoltura non va avanti (Ma va?). Secondo Confagricoltura, servono 200mila persone per non perdere i raccolti di fragole e asparagi e per trapiantare i pomodori (Corriere). Non basta aver prorogato i permessi di soggiorno degli extracomunitari. All’appello mancano soprattutto i lavoratori comunitari. Tanto che la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova è al lavoro per cercare l’intesa con i Paesi dell’Est Europa e riportare i lavoratori stagionali nei campi italiani (Il Sole 24 Ore). Intanto, nella tendopoli dei braccianti di San Ferdinando, questa settimana ci sono stati disordini per le condizioni sanitarie precarie. “Sono lavoratori di una filiera indispensabile e come tali vanno trattati”, dicono le ong (Manifesto). La Flai Cgil ha lanciato la proposta di regolarizzare i migranti dei ghetti, sul modello di quello che ha fatto il Portogallo (Vita).

Ultimo miglio Il tribunale di Firenze ha stabilito che la disciplina antinfortunistica deve essere estesa ai rider delle piattaforme di food delivery. Il ricorso di un fattorino di Just Eat che chiedeva mascherine, guanti e gel disinfettante è stato accolto dal giudice con una sentenza pioneristica per le tutele future di questi lavoratori (Rassegna). Intanto, a New York Amazon ha licenziato il magazziniere che aveva organizzato uno sciopero per chiedere maggiori dispositivi di sicurezza (Bbc).

Quelli che si muovono Secondo il Report sulla mobilità delle comunità di Google, gli spostamenti da e verso il luogo di lavoro con il lockdown si sono ridotti del 63%, ma oltre un terzo degli italiani va ancora in fabbrica o in ufficio (Agi).

Quelli (poco) smart Dopo l’entusiasmo iniziale per il lavoro agile, c’è chi comincia a fare i conti con la condizione forzata di lavoratori da remoto. In tanti sono dovuti correre negli studi, staccare il pc fisso e portarselo a casa. Ma siamo sicuri che sia questo lo smart working? No, lo smart working non è sinonimo di “lavorare da casa” senza orari e postazioni adatte, è prima di tutto un approccio culturale. Ricordiamocelo quando ci saremo liberati del Covid-19 (Linkedin).

Cosa vuoi fare da grande? In un momento in cui tutto il mondo imprenditoriale è impegnato nella gestione dell’emergenza coronavirus, si torna a parlare molto di risk manager. Le testimonianze di chi lo fa da tempo, su Morning Future.

Cartoline da Mosca Reporters sans frontières ha creato uno strumento, Tracker_19, per monitorare il lavoro dei giornalisti nel mondo durante la pandemia, tra censura e diffusione di notizie deliberatamente false. Uno strumento importante, soprattutto dopo le minacce arrivate al quotidiano La Stampa da parte del portavoce del ministro della Difesa russo (Linkiesta), a cui il governo italiano ha risposto limitandosi a definire “inopportuno” il tono di una frase come “Chi scava la fossa ci cade dentro”. Giudicate voi.

PROMEMORIA Il 7 aprile l’Istat pubblica la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana a marzo. Il 9 aprile vengono diffusi i dati sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti.

Buona settimana,

Lidia Baratta

 

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