Aggiungi un pasto a tavolaLa raccolta fondi Milano per Milano

Un'iniziativa pubblica e privata che ha già portato cibo a ventimila famiglie in difficoltà, e di cui Linkiesta è testimonial. Ecco come aiutare le associazioni, i volontari e il Comune a consegnare generi alimentari per le prossime tre settimane

Aggiungi un pasto a tavola
Comune di Milano

Famiglie numerose, anziani e stranieri. Ma anche moltissimi italiani. Sono 20mila (ma probabilmente anche di più) le persone che a Milano stanno soffrendo la povertà, aggravata a maggior ragione dal coronavirus, e che in queste settimane faticano ad avere da mangiare. Un momento in cui le disuguaglianze, quelle che accomunano tutti i grandi centri urbani, emergono con più decisione in tempo di emergenza.

Il Comune di Milano è al corrente delle difficoltà dei suoi cittadini, e non si è fermato. Lo dice da settimane Beppe Sala, con i funzionari che lavorano a distanza e palazzo Marino sempre in attività. Adesso, su iniziativa del Comune con la sua Protezione civile, le politiche sociali e l’ufficio di Food Policy, grazie alla collaborazione con la Caritas, il banco alimentare e la rete del programma QuBì di Fondazione Cariplo, la Fondazione di Comunità e la Croce Rossa, l’amministrazione cittadina può raggiungere in maniera ancora più capillare tutti coloro che si trovano a fare i conti con la povertà alimentare.

L’iniziativa prende il nome di “Milano per Milano – aggiungi un pasto a tavola”, è nata dall’associazione Vivaio, promotrice, fra l’altro, del progetto “Milano Città Stato” premiato con l’Ambrogino d’oro lo scorso dicembre, ed è sostenuta da Linkiesta in veste di testimonial. Tramite 8 hub sparsi sul territorio della città, si raccolgono derrate alimentari che poi vanno distribuite tra le famiglie. Già lunedì scorso sono state raccolte 60 tonnellate di spesa – «il secco, dalla pasta all’olio alla passata di pomodoro, ma anche il fresco», spiega a Linkiesta Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano. «La scorsa settimana abbiamo raggiunto 3750 famiglie, superando quota 15mila persone». Per Pasqua sono anche state distribuite 5.000 colombe e uova di cioccolato tra la platea di bisognosi e le aziende che hanno deciso di dare il proprio contributo. L’iniziativa prevede anche la distribuzione di presidi medici di base, tra cui disinfettanti e mascherine, per i lavoratori che sono in attività in città. Grandissimo il supporto di oltre 150 volontari: «Ci sono anche molti funzionari del Comune; ci siamo tutti trasformati in operatori di protezione civile», dice Scavuzzo.

La condivisione dei database delle associazioni e degli enti che si occupano della povertà alimentare in città sono stati gli elementi chiave per la mappatura dei bisogni fin dall’inizio. Così, alle famiglie già note si stanno aggiungendo alla lista anche persone e famiglie che per via dell’emergenza hanno perso il lavoro, finito i soldi, o comunque si sono trovate in situazioni a cui non erano abituate. Un quadro variegato, perché si tratta di persone sole e anziani con difficoltà reddituali, già noti ai servizi sociali e alle associazioni, ma anche nuclei familiari numerosi e persone con lavori saltuari o in nero, che dall’oggi al domani si sono ritrovate prive di introiti.

«In alcuni casi le persone si sono trovate in situazioni inusuali, perché mai prima d’ora si erano rivolte ai servizi per la povertà alimentare», dice Scavuzzo. Ora, la rete di solidarietà attivata sul territorio cittadino consentirà di raggiungerli in maniera sempre più precisa e capillare, continuando a mappare il quadro delle fragilità. Un contesto che, comunque, è in evoluzione, perché l’assenza dal lavoro e dalle normali attività della vita rischia, con l’andar del tempo, di mettere in ginocchio anche chi finora era riuscito a sbarcare il lunario. «Più passa il tempo e il blocco prosegue, più la situazione si complica», conferma la vicesindaco. Nell’erogazione degli aiuti, particolare attenzione è stata rivolta ai bambini, dove il sistema delle mense scolastiche ha dato un contributo essenziale: «Abbiamo lavorato moltissimo per fare sì che tutti potessero avere almeno un pasto completo tutti i giorni. Se prima alcune famiglie avevano problemi a pagarsi la mensa, a maggior ragione adesso per molti la malnutrizione può rappresentare un problema serio», dice Scavuzzo.

Per questo, a maggior ragione è importante donare per andare incontro a coloro che sempre più patiscono il momento di difficoltà. A questo proposito è stata creata una piattaforma ad hoc sul sito For Funding di Intesa Sanpaolo dove poter fare la propria donazione. L’obiettivo stabilito è di 50.000 euro, che consentirà di poter fornire settimanalmente cibo alle famiglie per le prossime 3 settimane, pari a 30 tonnellate alla settimana. Per sensibilizzare sul tema, è anche stata lanciata una challenge social che invita i donatori a postare la foto di un piatto che si è cucinato o del proprio cibo preferito, donando sul sito e sfidando cinque amici a fare lo stesso. Per chi è in difficoltà, per segnalare il proprio caso basta chiamare lo 020202.

«Milano è una città dalle mille opportunità e dai tanti servizi, ma anche molto sfidante», conclude la vicesindaco. «L’amministrazione comunale si prende la responsabilità di chi fa più fatica sotto tanti profili, dal tema abitativo al diritto allo studio, fino alla povertà alimentare anche come tema di salute. Su qualsiasi fronte, si tratta di mettere in campo servizi che possano aiutare a dare occasioni, non semplicemente a livellare. L’equilibrio fra il sostegno da parte delle istituzioni e la responsabilizzazione nell’usare bene le risorse è l’equilibro di una città che non ama l’assistenzialismo ma che non rinuncia nemmeno all’assistenza».

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