Niente giri di parole per Ursula Von der Leyen, l’inflessibile Presidente della Commissione Europea: nei giorni scorsi ha invitato gli europei a non programmare le vacanze estive.
L’esortazione è perentoria, ne va della salute di ciascuno, quindi, anche la vacanza diventerebbe un’ulteriore criticità nel percorso di uscita dall’emergenza.
Non ci sono fase 2 o 3 che tengano, perché, finché non ci saranno vaccino o medicinali sufficienti a curare gli effetti letali del Covid19, è inutile immaginare una vita come l’abbiamo sempre vissuta.
Certamente ciascun cittadino europeo se ne sta già facendo una ragione, togliendo, dal bouquet delle possibili mete estive, le località fuori dai propri confini e il suggerimento della Von der Leyen come dovremmo prenderlo?
Senza essere troppo ottimisti, prendiamolo come un invito a goderci il nostro Paese.
Ciò significa che, anche se prenotare, in effetti, oggi è prematuro, si potrebbe parlare di opzioni e in questa direzione molti operatori si stanno muovendo per offrire alla clientela abituale e non possibili scenari senza che ci siano implicazioni economiche, senza, dunque, caparre o pagamenti anticipati (ma non i Dinnerbond che, infatti, hanno una logica di finanziamento tra privati). Tra gli esempi macro già in rete Alpitour che non trattiene penali su eventuali annullamenti, mentre Club Mediterranée predilige voucher a lungo termine, idea analoga, ma più in piccolo proposta dagli operatori di Bibione.
Opzioni che, una volta confermate, se destinate a un consumo di ferie interne all’Italia, possono trasformarsi in bonus vacanza a due sensi, perché, se da una parte sono un concreto sostegno alla nostra economia turistica, dall’altra, grazie a una auspicata scelta del Governo, potrebbero essere considerati spese detraibili.
Ciò varrebbe per i costi di soggiorno, come per i conti del ristorante, tutto detraibile, tutto tracciabile, così si combatte anche l’economia sommersa. Nulla vieta, poi, che i conti dei ristoranti siano comunque considerati tali, sì da stimolare le uscite a pranzo e cena il più possibile, anche per chi non può permettersi una vacanza lontano dalla propria città.
L’idea non è nuova e risale a prima dell’emergenza Covid19. La propose Cristiano Casa, Assessore al Turismo del Comune di Parma e, oggi, qualche avvisaglia che stia per essere approfondita a livello centrale viene dalla richiesta analoga, formulata da Federalberghi e Confcommercio, raccolta dalla deputata Martina Nardi.
In conclusione, è ancora presto per capire come andremo al ristorante, se ci siederemo dallo stesso lato o ci serviranno su tavolo distanti a sufficienza, così come è presto per pianificare le vacanze, ma cominciamo a sognare i nostri paesaggi, la nostra cucina, poi, ciascuno con le proprie capacità, spenda anche solo per un giorno visitando l’Italia.