Entro il 1 giugno gli Stati potranno accedere ai 240 miliardi di euro del Meccanismo europeo di stabilità fino al 2 per cento del loro prodotto interno lordo. Per l’Italia sono 36 miliardi. La linea di credito resterà aperta per un anno e mezzo. La richiesta sarà prorogabile di sei mesi per un massimo di due volte. I Paesi potranno richiede di accedere al Mes fino al 31 dicembre del 2022.
I prestiti del Mes dureranno dieci anni e l’unico requisito per accedervi sarà spendere i soldi per i costi diretti e indiretti legati alla pandemia. Proprio l’elenco di tutti i costi ammissibili è il nodo principale da sciogliere. «Questo impegno sarà dettagliato in un singolo piano di risposta pandemica da preparare sulla base di un modello, per qualsiasi struttura concessa nell’ambito del sostegno alla crisi», si legge nel documento finale.
In attesa del documento dettagliato, dal punto quarto della dichiarazione finale si può capire che i finanziamenti potranno essere usati anche per contenere gli effetti della pandemia. Si tratta dei: «costi relativi alla cura e alla prevenzione». Ma non si potrà speculare molto sul termine prevenzione.
Lo ha chiarito subito dopo la conferenza stampa il commissario all’Economia Paolo Gentiloni dicendo che la Commissione controllerà che i finanziamenti siano fatti solo per le spese sanitarie, come aveva ribadito nella lettera inviata all’Eurogruppo giovedì.
Per quanto riguarda gli interessi il documento finale spiega che «Il margine addebitato per i prestiti erogati nell’ambito dello strumento di risposta alla pandemia sarà di 10 punti base all’anno, la commissione di servizio iniziale sarà di 25 punti base e la commissione di servizio annuale sarà di 0,5 punti base».
Accord à l’#Eurogroupe sur une ligne de trésorerie de 240 milliards d’euros pour les États qui le souhaitent, pour faire face aux besoins de financement liés au Covid. La ligne de crédit du mécanisme européen de stabilité sera donc opérationnelle le 1er juin.
— Bruno Le Maire (@BrunoLeMaire) May 8, 2020
Nella lettera che Gentiloni aveva firmato col vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, il Commisario aveva spiegato che non ci sarà un controllo più rigoroso del previsto. Quando finirà la crisi e torneranno i vincoli del Patto di Stabilità ogni sei mesi la Commissione pubblicherà i consueti pareri sui bilanci nazionali. Gli Stati che accederanno al Mes non dovranno inviare comunicazioni o altre informazioni supplementari sul loro sistema finanziario. Né si applicheranno le procedure che di solito prevede la Commissione «per affrontare le difficoltà strutturali interne». Insomma nessuna Troika all’orizzonte.
Ora rimane il nodo del Recovery fund che dovrebbe emettere dei bon europei dando come garanzia il bilancio comunitario, ma manca ancora il piano dettagliato a cui sta lavorando la Commissione europea, e bisogna ancora decidere se ci saranno solo prestiti o anche delle sovvenzioni a fondo perduto. I cosiddetti grant.
Un indizio lo ha dato oggi il vicepresidente della Commissione europea, l’olandese Frans Timmermans, in audizione al Parlamento europeo. Timmermans ha garantito che il Recovery Fund prevederà anche delle sovvenzioni a fondo perduto per gli Stati membri più in difficoltà.
Forse il Consiglio europeo che si riunirà a metà giugno potrebbe poi passare la palla di nuovo all’Eurogruppo per negoziare i dettagli. Una navetta istituzionale che abbiamo già visto all’opera in queste settimane.
Dal 1 luglio a guidare l’Eurogruppo potrebbe non essere più Mario Centeno. Secondo il quotidiano tedesco Frankfurter allgemeine zeitung, il ministro delle Finanze portoghese potrebbe rinunciare a un secondo mandato di due anni e mezzo, in scadenza al 30 giugno.
Alcuni diplomatici sentiti dal quotidiano tedesco raccontano dei malumori dei ministri delle finanze europei che accusano Centeno di aver gestito male le trattative, interrompendo più volte le videoconferenze per parlare singolarmente con i politici più ostici e lasciando gli altri al buio in attesa di novità. Come è successo nella riunione dell’8 aprile dove i ministri hanno discusso per 16 ore sul pacchetto di aiuti.
Se Centeno dovesse rinunciare al secondo mandato, il suo successore potrebbe essere la ministra dell’Economia spagnola Nadia Calviño, socialista e dell’Europa del Sud, caratteristiche identiche al portoghese. Si manterrebbe l’equilibrio politico e geografico tra le cariche dell’eurozona.