ForumLo strano caso dei giudici onorari che l’Europa tutela e l’Italia ignora

Quasi cinquemila lavoratori smaltiscono la gran parte del lavoro dei tribunali italiani. La Commissione ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia che li tratta come “volontari”, pagati a cottimo

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Nell’immaginario dei Magistrati Onorari italiani c’è un posto del cuore in cui vive sereno e si gode la pensione il valoroso Dermod Patrick O’ Brien , recorder inglese (cioè magistrato onorario) il quale trascinò dinanzi alla Corte di Giustizia della Unione Europea il ministero della Giustizia britannico per vedersi riconosciuto il diritto alla pensione .

Il suo paese gli negava tale diritto in quanto non sarebbe stato un lavoratore, ma la Corte riconobbe che i recorder dovessero essere considerati tali perché svolgevano lo stesso lavoro dei giudici stipendiati, nelle medesime giurisdizioni e nel corso delle stesse udienze.

La Supreme court britannica si è subito adeguata alla decisione europea, mentre i recorder italiani, aspettano ancora giustizia. O almeno di essere considerati dalla politica. I magistrati “onorari” sono circa cinquemila persone e nel primo grado di giudizio affiancano i loro colleghi “togati”, non solo nei processi “minori”, ma anche in cause importanti.

Scrivono le sentenze, interrogano i testimoni e in generale smaltiscono la gran parte del lavoro dei tribunali italiani. Ce ne sono di due tipi: i giudici onorari di Tribunale (Got) e i vice procuratore onorario (Vpo). Senza questi “animali fantastici” del diritto, la giustizia sarebbe ancora più lenta e ingolfata dalle cause giudiziarie.

Ma c’è un problema: costano pochissimo allo Stato perché non hanno tutele previdenziali e assistenziali, sono pagati con un cottimo esiguo e il loro incarico a tempo determinato viene rinnovato ogni quattro anni, sempre senza alcun miglioramento.

Come spiega l’Assogot, un giudice onorario non viene pagato in base ai provvedimenti prodotti, ma a udienza (98 euro, lordi). Per cui se in quell’occasione dovesse scrivere 20 sentenze, saranno 20 sentenze gratis. Una situazione che li rende più svantaggiati dei giudici di pace invece prendono 36 euro lordi a udienza ma hanno un tariffario per i provvedimenti che depositano e hanno un tetto di 72mila euro.

I “Got” sono svantaggiati anche rispetto ai “Vpo” che sono pagati per le udienze in delega ma anche per le citazioni a giudizio. Infatti guadagnano 16mila euro l’anno, mentre i Got 8mila e i giudici di pace 50 mila.

Da almeno cinque anni le istituzioni europee chiedono che questi giudici abbiano più tutele. Proprio sulla base del principio stabilito dalla sentenza O’Brien nel novembre 2015 la Commissione europea ha aperto una procedura di pre-infrazione contro lo Stato italiano.

L’accusa è di aver violato la direttiva europea n. 99/70,continuando a rinnovare i contratti a termine di Got e Vpo senza aggiungere più tutele o remunerazione.

Mentre il Regno Unito ha preso atto della decisione e ha concesso a tutti i recorders lo stesso diritto ottenuto da O’Brien per via giudiziaria. In Italia manca ancora una legge che riconosca ai magistrati onorari le stesse tutele. Lo Stato Italiano, datore di lavoro de facto di tutti i magistrati onorari che definisce però “volontari”, si è guardato bene dal farlo.

Il governo italiano è riuscito a fermare la procedura d’infrazione promettendo di intervenire per risolvere la questione. Ma la riforma “Orlando” dell’allora ministro della giustizia ha aggravato i problemi dei Got e Vpo, se possibile disponendone il confinamento in una struttura denominata “Ufficio per il processo” in cui perderanno ogni caratteristica che li avvicini ai magistrati “togati”.

Anche il ministro Bonafede ha promesso in campagna elettorale di aiutare i magistrati onorari ma di passi in avanti ce ne sono stati pochi. Nel primo governo Conte, Lega e M5S dopo una montagna di incontri hanno partorito un topolino di controriforma in cui hanno aumentato di poco la cifra prevista dalla riforma Orlando, trasformando gli incentivi già previsti in un aumento di stipendio.

Tradotto, invece di 24mila euro lordi, ce ne sono 31mila. Ma non avendo dato tutele equiparabili agli altri magistrati, i Got e Vpo dovrebbero scalare da quella cifra il pagamento delle tasse, la previdenza e le spese. Per arrotondare molti giudici onorari fanno anche gli avvocati, ma giustamente non possono operare nello stesso distretto giudiziario. Per cui una persona che fa il Got a Roma deve esercitare l’avvocatura a Terni. E tra costi per il parcheggio, vitto e benzina, 98 euro lordi diventano poca cosa.

Ma questa riforma Bonafede non è stata mai approvata perché in questo momento quasi tutte le forze politiche stanno cercando la quadratura del cerchio integrando questo e altri provvedimenti in un testo comune nella Commissione Giustizia del Senato.

Finalmente la politica ha capito l’importanza della magistratura onoraria e l’assurdità del tentativo di inquadrarla in un’attività volontaria? Forse.
A ricordare l’importanza della questione potrebbe essere una futura sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che riguarda un giudice di pace italiano. Stessa categoria, anche se un po’ più tutelata.

La pandemia ha fatto slittare il verdetto della Corte di Lussemburgo e forse arriverà in estate. Un indizio su come andrà lo ha dato l’Avvocato Generale nelle sue conclusioni che ha accolto la richiesta di maggiori tutele. Raramente la Corte si discosta da ciò che dichiara l’Avvocato generale.

La sentenza sarebbe direttamente applicabile nell’ordinamento italiano. Una soluzione più rapida della procedura d’infrazione o pre-infrazione che richiederebbe di nuovo molto tempo. Anche perché il rischio sarebbe quello di vedere il governo italino promettere riforme e continuare a ignorare i giudici onorari.

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