Narrazione vincenteI 750 miliardi europei non sveglieranno l’Italia dall’incantesimo anti-europeista

Francia e Germania rimarranno sul banco degli imputati, nell’infinito processo ai colpevoli di vent’anni di declino italiano. Il sentimento contro l’Unione è un modo per evitare di fare i conti con i mali del nostro Paese, non per denunciare quelli di Bruxelles

La pronta risposta della Commissione europea sul Recovery Fund, lungo la linea indicata dall’asse franco-tedesco, alla sfida “esistenziale” rappresentata dalla crisi Covid-19, non cambierà in modo significativo né la percezione né l’inclinazione dell’opinione pubblica italiana nei confronti dell’Europa, della Germania e della Francia, che rimarranno sul banco degli imputati, nell’infinito processo ai colpevoli di vent’anni di declino italiano. Un processo che ricuce i fatti attraverso il filo del sospetto e del pregiudizio, come molti tra quelli celebrati anche nelle aule giudiziarie, e su questo canone di verosimiglianza “auto-dimostra” la fondatezza delle accuse.

La politica mondiale degli ultimi anni ha registrato svolte epocali e incredibili sulla base di accuse totalmente inventate e divenute perfettamente credibili perché assistite da una potenza e da una precisione “di fuoco” senza precedenti.

L’ingegnerizzazione delle strategie di condizionamento ha reso modulabile, attivabile, e perfino convertibile l’alienazione politica dell’opinione pubblica, che nei sistemi totalitari è una garanzia di passività e di stabilità, nella migliore delle ipotesi. Ma nei sistemi democratici diventa al contrario una risorsa di mobilitazione e di rivolta, a disposizione di campaign manager spregiudicati e di leader scientificamente teleguidati tra le sinapsi del cervello politico collettivo.

Non esisteva il carnage americano su cui Trump ha costruito la sua rincorsa impossibile alla candidatura del Partito Repubblicano e alla presidenza degli Stati Uniti. Eppure il presidente più incongruo del mondo è riuscito a vincere convincendo milioni di americani che il prodotto americano per eccellenza, la globalizzazione, era un complotto contro l’America.

Non esisteva la dittatura dell’Unione sul Regno Unito, per decenni unico grande d’Europa a potere godere di un vestito europeo su misura e della rendita di una appartenenza a metà, con tutti i vantaggi e meno costi degli altri stati membri. Eppure Nigel Farage è riuscito a portare David Cameron a un referendum suicida e a tutto quello che ne è seguito.

Non esisteva l’associazione a delinquere predatoria, che un partito di scappati di casa, guidati da un comico convertito dal luddismo al fanatismo digitale, è riuscito nel giro di cinque anni prima a infiltrare e poi a soppiantare. Eppure Grillo, con il consiglio di un guru reazionario e di una piccola società di Ict di infimo livello tecnico, ha conquistato il potere e poi addirittura l’egemonia culturale sulla politica italiana.

Non è mai esistita neppure l’Europa matrigna che ha costretto l’Italia a patire i rigori dell’austerità finanziaria e i patimenti della subalternità politica. E, visti i risultati, verrebbe da dire: purtroppo. Non è mai esistita una Germania predona degli ori, sempre più scarsi, dell’Italia, né una Commissione europea inflessibile nei confronti di un Paese recalcitrante.

E dacché è iniziata l’emergenza Covid, non è esistita un’Europa insensibile verso i paesi più in difficoltà, visto che se il Governo Conte II ha potuto lanciare le sue poderose manovre alla “come viene viene, purché si facciano girare più quattrini possibile” lo deve esclusivamente al debito finanziato e garantito dalla Banca centrale europea della cattivissima Christine Lagarde.

E se in futuro potrà spendere altri miliardi per tentare di invertire la rotta – ma lì c’è un serio problema di idee e di compatibilità politiche, prima che di quattrini – lo dovrà ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità, di Sure e della Banca europea degli investimenti, tutti made in Ue e tutti regolarmente disprezzati perché troppo pochi, troppo condizionati, troppo ricattatori.

Il passo avanti compiuto in settimana dalla Presidenza della Commissione Europea sul NextGenerationEU, su cui presto inizierà il negoziato nel Consiglio europeo può pure apparire indigesto ai nazional-populisti, ma sarà presto ideologicamente ruminato fino a essere trasformato in un digeribilissimo bolo di inganno, magheggio e complotto contro l’Italia.

L’antieuropeismo è un modo per non fare i conti con l’Italia, non per regolare i conti con l’Europa. L’antieuropeismo non nasce dalle “colpe” dell’Europa, ma dalla pura e semplice esistenza dell’Unione europea, a cui l’Italia non è riuscita a prendere le misure e a cui quindi addebita la sua sciagura.

Pensare che l’Italia si possa risvegliare dal delirio antieuropeo semplicemente prendendo atto della verità dei fatti – di tutti i quattrini che sono arrivati e che arriveranno e della ciambella di salvataggio costituita dall’integrazione politica e economica europea per un Paese che rischia una deriva sud mediterranea – è vano come sperare che gli antisemiti si convincano che non esiste nessun complotto di banchieri e finanzieri ebrei per dominare il mondo. Il pregiudizio anticipa la realtà e la modella a propria immagine e somiglianza.

Tutto questo, oltre a chiarire la difficoltà di una militanza europeista in Italia, aggrava la responsabilità delle forze di governo e di opposizione che per mesi non hanno fatto che addebitare ogni colpa, ogni meschinità e ogni taccagneria all’Ue, ingigantendo il tumore di questo pregiudizio