Verde speranzaQuanti dei 750 miliardi del Recovery fund andranno allo European Green Deal

La Commissione ha promesso di destinare almeno il 25% del nuovo bilancio dell’Unione in programmi che mobilitino investimenti sostenibili. Secondo Bruxelles, questi finanziamenti pubblici e privati potrebbero portare ad almeno 700mila nuovi occupati entro il 2030

Anche lo European Green Deal ha trovato il suo spazio all’interno del Next Generation EU, il nuovo strumento presentato mercoledì dalla Commissione europea che propone di destinare almeno 100 miliardi su 750 verso la transizione ecologica. Anche il 25% del nuovo bilancio dell’Unione europea 2021-2027 dovrà essere spesso nei programmi europei per mobilitare gli investimenti sostenibili: circa 275 miliardi in sette anni. Totale 375. 

Nel suo intervento di fronte agli eurodeputati la presidente von der Leyen ha chiarito che gli investimenti pubblici dovranno essere finanziati con la certezza che non faranno danni al Pianeta, escludendo così finanziamenti ad attività che prevedano l’uso di carburanti fossili o energia nucleare. 

In queste settimane molti temevano che il Green deal potesse essere ridimensionato dalla necessità di salvare le aziende europee. Lo avevano proposto alcuni eurodeputati e quasi tutte le compagnie aeree.

Ma Frans Timmermans, il vicepresidente della Commissione con delega ufficiale per la gestione della strategia verde aveva chiarito ogni dubbio: «Se sbloccheremo trilioni di euro per la ripresa, spendiamoli in maniera corretta e investiamo in un’economia pulita, competitiva, resiliente e inclusiva per il 21esimo secolo».

Prima della crisi del coronavirus gli investimenti erano previsti tra i 250 e i 300 milioni di euro all’anno per raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050, ora le stime sono certamente più alte tra investimenti diretti e mobilitati. Certo, l’obiettivo rimane la ripresa dell’economia, ma questa deve riprendersi in una determinata maniera, cioè verde, digitale e più resiliente.

Per di più, questi investimenti sostenibili, privati e pubblici, potranno potare alla creazione di nuovi posti lavori. Almeno 700mila nuovi occupati entro il 2030 secondo le stime della Commissione.

All’interno del recovery plan sono stati inclusi investimenti per favorire la vendita di veicoli elettrici e l’installazione di 1 milione di colonnine di ricarica. Inoltre, sempre in tema di energie rinnovabili, la Commissione ha annunciato nuovi investimenti nelle tecnologie chiave per una transizione verso un’energia pulita. Tra cui l’idrogeno verde. 

Questa tipologia di idrogeno è prodotta al 100% da fonti rinnovabili elettriche e può contribuire alla decarbonizzazione di settori che dipendono molto dall’uso di carburanti fossili e quindi limitare le emissioni di CO₂ in settori come quello metallurgico e dell’acciaio. La proposta era stata supportata da una lettera firmata da dieci imprese e associazioni europee inviata lo scorso martedì al vicepresidente Timmermans.

I firmatari, tra cui anche Enel, suggerivano di includere all’interno del piano di ripresa una proposta riguardante l’idrogeno pulito per puntare a una completa decarbonizzazione dell’Europa. Attraverso il lancio dell’iniziativa congiunta Choose Renewable Hydrogen, queste compagnie energetiche hanno voluto sottolineare come l’idrogeno verde possa comportare sia una riduzione della dipendenza energetica europea da paesi esportatori di petrolio e gas, che favorire il “sector coupling”, cioè l’accoppiamento del settore energetico con quello dei trasporti, per esempio.

A tale proposito, Giles Dickson, il direttore generale di WindEurope, una delle società sostenitrici dell’iniziativa, ha dichiarato: «I processi industriali necessitano di funzionare a gas. E l’idrogeno rinnovabile è il gas migliore. Sarà un’energia prodotta in Europa che creerà occupazione e crescita». 

Anche la ministra spagnola dell’Economia Nadia Calvino aveva dichiarato in una conferenza organizzata dal think tank Feps che «dobbiamo investire insieme nel nostro futuro, rafforzando le risorse dell’Ue con una “green” tax». All’interno delle proposte avanzate dalla Commissione per finanziare la ripresa sono menzionate proprio la carbon tax e l’Emissions Trading Scheme (il sistema di scambio di emissioni), strumenti di finanza sostenibile che consentiranno di indirizzare gli investimenti privati in tecnologie per contribuire a raggiungere l’ambizioso obiettivo di emissioni zero.

Oltre alle energie rinnovabili, la Commissione non ha mancato di sottolineare l’importanza di proteggere la biodiversità e gli ecosistemi naturali con un chiaro riferimento alla Strategia europea per la biodiversità 2030, alla Strategia Farm to Fork e alla Politica agricola comunitaria. Si tratta di iniziative tutte necessarie per raggiungere gli obiettivi del Green Deal. 15 miliardi di euro verranno inoltre destinati al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale . 

Il piano sembra rappresentare un segnale chiaro della volontà di Bruxelles di allineare la strategia di ripresa economica con il Green Deal. Ma l’ultima parola spetta ai 27 leader degli Stati membri che il 19 giugno dovranno decidere se approvare la proposta all’unanimità.

 

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