Finalmente la Commissione europea ha svelato il suo piano per il Recovery fund. Si chiamerà NextGenerationEU e prenderà a prestito 750 miliardi di euro sui mercati finanziari che saranno versati agli Stati più in difficoltà. Almeno 500 miliardi saranno sotto forma di sussidi, come avevano proposto Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Altri 250 miliardi di euro saranno sotto forma di prestito, come chiedevano invece gli Stati più “frugali” come Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca.
Per accontentare tutti, la presidente Ursula von der Leyen ha fatto la cosa più facile del mondo: la somma. L’ultima parola rimarrà agli Stati membri che dovranno decidere se approvare o meno il piano al prossimo Consiglio europeo del 19 giugno. Ma almeno dopo settimane di speculazioni tutti i Paesi dell’Unione hanno una base negoziale da cui partire per iniziare le trattative.
Se il piano della Commissione sarà approvato, l’Italia dovrebbe essere lo Stato membro che riceverà più fondi dal NextGenerationEu: 172,7 miliardi di euro. Di questi 81,807 miliardi saranno, forse, versati come sovvenzioni e 90,938 miliardi come prestiti. Questo è il calcolo fatto dal giornalista di Bloomberg Nikos Chrysoloras.
Italy to get 81.8 billion euros in GRANTS under EU Commission proposal – 90.9 billion in loans. Greece gets 22.5b in grants, 32 billion total
— Nikos Chrysoloras (@nchrysoloras) May 27, 2020
Questi miliardi saranno erogati attraverso i programmi europei e saranno rimborsati attraverso i futuri bilanci dell’Unione. Quindi dagli Stati nel loro complesso che con le quote con cui finanziano il budget comunitario ogni anno.
Quando saranno rimborsati? Non prima del 2028 e non dopo il 2058. Gli Stati avranno almeno otto anni di “respiro” per poter far riprendere le loro economie e iniziare a restituire. «Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio. 500 mld a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato e liberiamo presto le risorse
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) May 27, 2020
«L’Europa è una storia generazionale. E ogni generazione in Europa ha la sua storia», ha esordito la presidente della Commissione durante la sessione straordinaria del Parlamento europeo.
Il piano di Von der Leyen è decisivo per dare un giudizio sul suo mandato, per questo la presidente tedesca ha posto l’enfasi sul concetto di «momento generazionale» nella storia dell’Europa. Un messaggio politico rivolto agli Stati più rigorosi per non tirarsi indietro in questo momento storico: «Il nome deriva da una generazione che è responsabile, consapevole e crede nel futuro, crede nello Stato di diritto e nella dignità umana, che è determinata a chiedere conto ai Governi del loro operato nel contrastare il cambiamento climatico e salvare la natura».
Von der Leyen ha spiegato che il bilancio dell’Unione europea 2021-2027 sarà di 1,1 trilioni di euro (1100 miliardi), un po’ meno della proposta fatta dalla Commissione nel 2018 (1135 miliardi di euro) e un po’ più di quella presentata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel (1095 miliardi). Ma decisamente molto meno dei 2000 miliardi di euro chiesti dal Parlamento europeo nell’ultima sessione plenaria. Tra recovery fund e budget Ue il pacchetto è di 1850 miliardi.
"This is Europe's moment. Our willingness to act must live up to the challenges we are all facing."
▶️ Watch the opening statement by President @vonderleyen on the #NextGenerationEU recovery instrument in the #EPlenary. #StrongerTogetherhttps://t.co/lFxLLNCNNq
— European Commission 🇪🇺 #UnitedAgainstCoronavirus (@EU_Commission) May 27, 2020
Raccogliere 750 miliardi di euro sui mercati finanziari non è facile. Che garanzie può dare la Commissione europea per convincere gli investitori che certamente rimborserà un giorno i soldi prestati?
Bruxelles alzerà temporaneamente il limite fissato per le proprie risorse fino al 2% del reddito nazionale lordo europeo. Ovvero l’importo massimo dei fondi che l’Unione può richiedere agli Stati membri per finanziare le proprie spese. Aumentare questa “cassa” è modo per aumentare il suo rating creditizio agli occhi dei mercati. Per capirci aumenta la sua reputazione di soggetto affidabile.
Per finanziare le iniziative più urgenti la Commissione propone anche di modificare il budget 2014-2020 per avere subito 11,5 miliardi quest’anno.
I fondi raccolti da questo nuovo strumento, il NextGenerationEu, saranno investiti su tre pilastri. Il primo riguarda gli Stati a cui andranno 560 miliardi, 310 di sovvenzioni e 250 miliardi di prestiti.Tutti i Paesi potrebbero accedere in teoria agli aiuti ma i versamenti saranno più cospicui a favore degli Stati in difficoltà.
Jour essentiel pour l’Europe : @vonderleyen propose un plan de relance inédit de 750 Md€ pour les régions et secteurs en difficulté. L’accord franco-allemand a permis cette avancée. Nous devons aller vite et adopter un accord ambitieux avec tous nos partenaires européens.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) May 27, 2020
A questi si aggiungono 55 miliardi di euro che saranno erogati attraverso i fondi per la coesione che l’Italia usa già da anni. Ma avranno una nuova cornice: React-Ue (anche qui un altro gioco di parole: “reazione”) che assegnerà i fondi tenendo conto dell’impatto della crisi economica nella disoccupazione, in particolare quella giovanile, e di altri aspetti socioeconomici.
Il Fondo europeo agricolo avrà altri 15 miliardi per sostenere le aree rurali e realizzare i cambiamenti strutturali necessari in linea col Green deal europeo. Mentre il Fondo per la transizione giusta arriverà a 40 miliardi di euro per aiutare gli Stati membri ad accelerare il passaggio verso la neutralità climatica.
Finora abbiamo parlato di 560 miliardi su 750 dati agli Stati, e gli altri 190? La Commissione li userà per mobilitare risorse private. Tradotto: per stimolare le banche a salvare le aziende e gli imprenditori a investire impegnandosi a supportare una parte dei finanziamenti. Questo Solvency Support Instrument (strumento di supporto alla solvibilità) sarà operativo già quest’anno e avrà un budget di 31 miliardi di euro. L’obiettivo è usare questi miliardi per sbloccarne altri 300 miliardi di euro per sostenere la solvibilità delle aziende.
Commissione propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti. #NextGenerationEu
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) May 27, 2020
La Commissione aggiornerà anche il suo programma InvestEU a 15,3 miliardi di euro per mobilitare investimenti privati su progetti in tutta l’Unione. Dentro questo progetto, Bruxelles punta a usare un altro strumento strategico per generare investimenti fino a 150 miliardi di euro.
Bruxelles non vuole trovarsi impreparata nella prossima crisi sanitaria. Per questo ha voluto creare il piano EU4Health con un budget di 9,4 miliardi di euro. Mentre il meccanismo di protezione civile dell’Unione, RescEU, che già esiste e ha contribuito a distribuire mascherine e guanti e a favorire lo scambio tra medici, avrà 2 miliardi in più. La Commissione darà 94,4 miliardi di euro per finanziare la ricerca vitale in materia di salute e transizioni verdi e digitali all’interno del programma Europe Horizon.
Il testo completo del discorso di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo
Signore e signori deputati,
l’Europa è una storia generazionale e ogni generazione in Europa ha a sua volta una sua storia. La generazione che ha fondato l’Ue ha sentito parlare di una costruzione di una pace duratura all’indomani della distruzione e del dolore della guerra. Per la generazione successiva si trattava di perseguire il benessere e la libertà come obiettivi scegliendo l’unità del mercato interno e poi la moneta unica. E poi si è trattato di riunire la famiglia europea accogliendo i nostri fratelli e sorelle che una volta erano separati da noi nel cuore dell’Europa.
Tutte queste generazioni e tutti questi traguardi storici sono stati fonte di ispirazione per chi verrà in futuro e si sono basati sui successi del passato. Si è trattato tante volte di scegliere e le scelte fatte sono state quelle di un percorso comune nella stessa direzione. In questi momenti decisivi abbiamo sempre scelto di andare avanti e di andare avanti insieme. Perché per l’Europa le misure più impegnative saranno sempre anche le più certe. È così che abbiamo costruito un’Unione di pace e di benessere che non conosce nel mondo uguali e nemmeno precedenti nella storia.
Onorevoli deputati, siamo in un momento decisivo. Tutto è partito da un virus invisibile all’occhio umano e ne è nata una crisi economica senza precedenti, di portata mastodontica. L’Europa costruita in 70 anni è stata messa a dura prova, una prova così dura che mai ne avevamo avuta una così impegnativa prima d’ora.
Cose che erano scontate per tutti sono state messe in discussione. Ora è il mercato unico che dovrà riprendere le regole di par condicio per tutti, che vanno ripristinate insieme anche alle piene libertà. Questa crisi ha tante ripercussioni più o meno visibili su tutti i Paesi membri dell’Ue e nessuna di queste potrà essere risolta o quanto meno affrontata da Paesi in isolamento. Quello che fallisce in un Paese può essere un’opportunità in un altro, ma anche un’economia che tentenna in un’angolo dell’Unione europea può avere ripercussioni ancora più negative su altri Paesi membri.
Abbiamo visto in tutti gli Stati membri a cosa portano le disparità e le diversità sul piano fiscale e sul piano della sovranità. Non c’è più in questo momento l’equilibrio di prima. Eppure ci troviamo sempre di fronte alla stessa scelta binaria: se procedere da soli lasciandosi alle spalle Paesi e regioni e accettare un’Unione di chi ha e chi non ha; oppure procedere insieme e battere un sentiero che poi sarà percorso anche dalle prossime generazioni future.
La scelta tra queste due alternative è chiara: io voglio fare un nuovo, ulteriore passo avanti insieme. Perché l’Europa è un’opportunità di investimento in una ripresa comune, in un futuro comune.
Nell’Unione europea le aziende e i cittadini dipendono e contano le une sugli altri. La coesione, la convergenza e gli investimenti sono di beneficio per tutti. Nella nostra Unione sappiamo che le misure più coraggiose sono anche le più sicure per il futuro.
È per questo che la Commissione oggi propone un nuovo strumento di ripresa che si chiama NextGenerationEu per l’importo di 750 miliardi di euro. Esso si aggiungerà al Quadro finanziario programmatico che è stato riveduto per 1100 miliardi. Arriviamo quindi a un totale di 1850 miliardi di euro nella proposta che presentiamo oggi. Accanto alle tre reti di sicurezza di 540 miliardi di euro di prestiti, già concordate dal Parlamento e dal Consiglio.
Come funzionerà questo strumento? I fondi saranno erogati da un superamento temporale dei massimali per un acquisto a credito di fondi sui mercati finanziari. È una necessità questa impellente per una crisi istantanea che non conosce precedenti. NextGenerationEu sarà un investimento nel riparare il tessuto che si è fratturato nel ripristinare gli squilibri che si sono accentuati in Europa. Bisognerà quindi procedere rapidamente verso un futuro verde, resiliente, certo. Perché è questo il futuro di NextGenerationEu.
Il nome deriva da una generazione che è responsabile, consapevole e crede nel futuro, crede nello Stato di diritto e nella dignità umana, che è determinata a chiedere conto ai Governi del loro operato nel contrastare il cambiamento climatico e salvare la natura. È una sorta di idealismo europeo fondato sulla convinzione che l’Europa deve battersi per il meglio. Quindi oltre a essere solidali per superare la crisi immediata, io voglio proporre un nuovo patto, che si chiama appunto NextGenerationEu per il futuro.
Questa crisi ci obbliga a investire su una grandezza che non conosce precedenti. Lo faremo in un modo tale che questo strumento consentirà alle prossime generazioni di trarre i frutti dallo sforzo di oggi. In questo modo non ci culleremo sugli allori dei successi di 70 anni, ma penseremo al digitale, al futuro sociale, al ruolo chiave che dovrà avere in futuro la nostra Europa. Perché tutto questo si realizzi, NextGenerationEu orienterà il suo forte potere finanziario in un investimento nei programmi prioritari a livello europeo.
Onorevoli deputati io sono certa che questa assemblea debba sempre avere l’ultima parola sulle decisioni importanti che riguardano l’Europa. Quindi questa proposta di investimento ha proprio questo obiettivo. In questo modo in futuro ripristineremo il mercato unico che genererà innovazione, benessere e opportunità.
Tutti gli Stati membri devono investire nelle tecnologie che facciano ripartire la ripresa attraverso l’innovazione e l’energia green. E quindi anche lo stesso Green Deal e l’Horizon Europe potranno ripartire grazie a investimenti in settori chiave come il 5G o l’edilizia abitativa. Così anche la transizione verso un’economia neutra sul piano del carbone procederà senza lasciare nessuno indietro. Questo strumento moltiplicherà il finanziamento del Fondo per la transizione giusta.
Sulla stessa lunghezza d’onda nessuno Stato membro dovrà scegliere tra una risposta alla crisi e l’investire nel suo popolo. Ecco perché non abbiamo dimentica l’Erasmus e il sostegno alla disoccupazione. Cioè perchè tutte le persone ricevano la formazione e il riorientamento eventualmente necessario per potersi adattare a questo mondo in rapido cambiamento.
NextGenerationEu consentirà alle aziende sane, che hanno preso le decisioni giuste e hanno investiti per decenni e che però adesso si trovano in una situazione di rischio perché magari la concorrenza in altri paesi ha più facile accesso a capitali freschi attraverso possibilità che loro non hanno, ecco l’investimento nelle tecnologie consentirà alle filiere di diventare più resilienti. Si garantirà che l’Europa sia avanguardista nell’intelligenza artificiale, nell’ingegneria verde.
NextGenerationEu renderà i nostri sistemi quindi più resilienti a eventuali crisi future. Si tratta di un investimento nuovo nel bene comune europeo. Mostrerà il valore vero e – anche se intangibile – tangibile poi nella pratica per noi tutti.
Ripeto parliamo di 750 miliardi di euro dalla Commissione di cui 500 saranno erogati sotto forma di sussidi e 250 sotto forma di prestiti. Queste sovvenzioni sono un’investimento comune nell’Unione europea. Non centra nulla con l’indebitamento eventuale degli Stati in passato. Queste sovvenzioni saranno degli investimenti chiari nelle priorità europee: il rafforzamento del mercato unico, la digitalizzazione, il Green Deal europeo, la resilienza.
Il bilancio europeo, inoltre, è sempre stato formato da sovvenzioni per investimenti e riforme mirate, per una migliore coerenza, per un miglioramento delle condizioni di vita in Europa e l’Unione europea che conosciamo ne è la prova viva e tangibile. Attraverso l’Unione europea la competitività, il benessere e gli standard di vita di ciascuno Stato membro sono aumentati.
Questi investimenti nel bilancio europeo, quindi, hanno portato per tutti enormi benefici. Così è stato concepito anche NextGenerationEu: per noi tutti. Investiamo insieme, nel futuro dell’Europa. Attraverso apposite chiavi di corrispondenza questo avrà un ritorno nel bilancio dell’Unione europea.
La Commissione proporrà poi nuove forme di recupero di Fondi. Ad esempio sul commercio delle emissioni, oppure una tassa sull’emissione di Co2. Oppure pensiamo anche a una tassa sul digitale, dove vengono generati miliardi di utile si dovrà versare un contributo per il bene comune. Dobbiamo essere ambiziosi e in tal senso conto sul vostro pieno sostegno.
Onorevoli deputati, è il momento di prendere decisioni giuste. Quelli che oggi hanno paura degli investimenti coraggiosi devono tener presente che domani i costi della non-attività di oggi saranno molto superiori. Parliamo di creare una base comune per il nostro futuro comune. In questo modo possiamo creare un’Europa e un futuro diverso.
Dobbiamo uscire da questa crisi che non conosce precedenti. Lasciamoci quindi ispirare dall’idea che ha portato all’Europa che conosciamo. Siamo di fronte a una crisi molto forte ma non meno forti sono le possibilità per l’Europa e anche la nostra responsabilità per l’Europa. In questo contesto dobbiamo fare la cosa giusta. Possiamo adesso gettare le basi per un’Europa neutra sul piano del clima, digitale, meglio dotata per le sfide future.
Settant’anni fa i nostri Padri fondatori hanno fatto il primo passo coraggioso per creare un’Europa basata sulla pace e sul benessere. Oggi siamo giunti al momento di scrivere un nuovo capitolo in questa storia generazionale, facendo un ulteriore passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità. Lo dobbiamo alle prossime generazioni.
Viva l’Europa.