Zdeněk HřibChi è il sindaco di Praga e perché (forse) la Russia lo vuole morto

A Mosca non sono piaciuti due atti simbolici del primo cittadino: intitolare la piazza dove sorge l’ambasciata russa a Boris Nemtsov, oppositore di Putin ucciso nel 2015, e la rimozione della statua dedicata al generale sovietico Ivan Konev

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Sembra un film di spie quello delle ultime settimane della vita del sindaco di Praga, Zdeněk Hřib, che da alcune settimane (non è dato sapere di preciso quante, ma sembra sei) gira sotto scorta per tenersi salva la vita ed evitare che un sicario dei servizi segreti di Mosca lo uccida.

La notizia, che in realtà sembra sia nota da tempo ai servizi cechi, è esplosa sui giornali di tutto il mondo solo lunedì, dopo che il giornale ceco Respekt ha pubblicato un report nel quale si dice che un uomo con passaporto diplomatico russo sarebbe arrivato a Praga con il micidiale veleno ricina (chi ha visto la serie tv Breaking Bad sa bene di cosa si tratta) e l’incarico di uccidere il primo cittadino della capitale.

Probabilmente non sapremo mai se il report è fondato, se davvero sul ponte Carlo gira un sicario armato di veleno e se le secche smentite di Mosca che dice di non saperne niente, sono veritiere oppure no.  Ma sta di fatto che Hrib gira sotto scorta e che le autorità ceche hanno ritenuto che la sua vita fosse in pericolo credibile.

Sul perché Mosca dovrebbe desiderare la testa del sindaco di Praga però, c’è poco da speculare: Hrib, è in un partito di aperta opposizione a quello filorusso, antieuropeista e xenofobo del presidente ceco Milos Zeman: il Strana Práv Občanů (Partito dei Diritti civili). Il sindaco milita nel Partito Pirata, un piccolo partito indipendente, distante per scelta dalla dicotomia sinistra-destra e basato sui temi della salvaguardia ambientale, legalità e diritti civili.

Poi, dal suo particolare status di ‘sindaco di opposizione’, Hirb ha fatto di tutto per mettere le cose in chiaro e collocare Praga nel circolo delle capitali europee, lontana da ogni istanza sovranista o (peggio) russofila o sinofila.

Per dire con quanta forza lo ha fatto, basti sapere che lo scorso febbraio, Hrib ha creato con i suoi colleghi di Bratislava, Varsavia e Budapest, la “Lega delle città libere”: un gruppo di città guidate da sindaci europeisti e di opposizione rispetto ai governi sovranisti dei loro Paesi che si è rivolto all’europarlamento offrendosi come interlocutore autonomo e alternativo.

Si era trattato e si tratta di una operazione poco più che dimostrativa, visto che in nessun caso i fondi europei possono essere dati alle singole città e non ai Paesi,  ma la visibilità era stata tanta e il fastidio suscitato nei loro governi (e nella vicina Mosca) aspro.

Peggio, se possibile, vanno le cose tra Praga e la Cina. Hrib ha studiato a Taiwan e l’esperienza lo ha segnato. Una volta diventato sindaco, Hrib ha mostrato grande insofferenza per la Cina e il suo soft power. Tanto per cominciare ha rotto il gemellaggio di Praga con Pechino per avviarne uno con Taipei.

Poi, lo scorso 10 marzo, ha fatto sventolare sul pennone del palazzo comunale la bandiera tibetana, così da commemorare la fallita rivolta del 1959.  Infine, solo pochi giorni fa, ha accolto con sdegno l’invio di respiratori e mascherine dalla Cina, dicendo che “questa non è solidarietà, per la Cina, si tratta solo di affari”.

E la Russia che c’entra? C’entra. Perché anche per la Russia Hrib non nutre nessuna simpatia, anzi. Prima ancora di infastidire il Cremlino con la “Lega delle città libere”, Hirb aveva mandato chiari segnali circa il fatto che le interferenze russe a Praga non fossero gradite. Lo ha fatto con due atti simbolici: prima ha cambiato il nome della piazza dove sorge l’ambasciata russa in Repubblica Ceca, trasformandola da Piazza dei Castagni a piazza Boris Nemtsov, oppositore di Putin ucciso da non si sa chi nel 2015. Poi, più di recente, ha ordinato la rimozione della statua dedicata al generale sovietico Ivan Konev.

Due operazione che a Mosca non sono piaciute per niente. Non sappiamo se tanto da mandare un sicario a Praga, ma di certo abbastanza da mettere Hrib sulla lista dei cattivi’. E poi in fondo che il sicario ci sia o no, conta poco. Quel che conta è il messaggio.

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