«La crisi richiede un immediato sostegno alla domanda aggregata: è necessario sbloccare al più presto le opere pubbliche e sostenere le imprese e l’occupazione nel breve periodo». È una delle proposte che la Fondazione ResPublica ha inserito nel documento “Una visione per la ricostruzione”, da consegnare alle Istituzioni per contribuire al percorso di ripresa economica dell’Italia.
L’emergenza sanitaria ed economica dovuta al coronavirus mette il paese di fronte a nuove sfide e nuove opportunità. Le previsioni economiche stimano una caduta del Pil intorno al 10 per cento, e un debito pubblico che rischia di raggiungere il 160 per cento del rapporto debito/Pil nel 2020.
Ma se, da una parte, le difficoltà delle prime settimane hanno messo a nudo l’impreparazione da parte delle Istituzioni, dall’altra l’allentamento delle restrizioni e l’abbassamento della curva dei contagi sono il segnale per la ripartenza: è tempo di pianificare una strategia per ricostruire in Italia un percorso di crescita organica.
«Serve un deciso cambio di passo – si legge nel documento firmato dal presidente di ResPublica Eugenio Belloni – nelle politiche che hanno guidato l’Italia negli ultimi venti anni, un cambio di passo verso un paese capace di attrarre investimenti e creare migliori condizioni per favorire la crescita e lo sviluppo in modo strutturale».
Dalla fine degli anni ’90, la Fondazione ResPublica promuove misure che favoriscono la crescita e lo sviluppo dell’Italia. E per uscire dalla crisi in tempi rapidi, spiega Belloni, «va individuata una strategia di ‘revenue review’, per far emergere le potenzialità inespresse, le opportunità nascoste e le ricchezze non sfruttate dell’Italia».
In concreto, la Fondazione ResPublica individua cinque obiettivi fondamentali: realizzare rapidamente le infrastrutture ed opere necessarie al Paese; implementare le riforme bloccate; sostenere e attrarre gli investimenti pubblici e privati; agire sulla produttività, competitività e resilienza del sistema-paese; sfruttare la massimo la tecnologia e gli strumenti che il settore digitale mette a disposizione.
La già citata proposta sulle opere pubbliche, il sostegno alle imprese e all’occupazione è solo la prima delle cinque direttrici – o interventi urgenti da realizzare – individuate dalla Fondazione per raggiungere gli obiettivi.
La seconda direttrice è quella dell’investimento sul capitale umano. È un’opportunità legata all’evoluzione della società, al cambiamento dei tempi: puntare sulla formazione permette di anticipare i cambiamenti, e lo si può fare con un piano per la tecnica specializzata nella scuola e nell’impresa (life long learning).
«Il rilancio dei settori ad alta innovazione – si legge nel documento – passa dalla formazione tecnica specializzata a tutti i livelli, dalla scuola all’impresa. L’evoluzione tecnologica richiede la disponibilità di figure qualificate in grado di gestire il cambiamento in atto, mentre la formazione deve avvenire sia nel percorso educativo sia durante il percorso lavorativo».
Al fianco del capitale umano ci devono essere le imprese, che rischiano di pagare un prezzo molto alto per questa crisi tra chiusure anticipate, mancanza di entrate e dichiarazioni di fallimento. È qui che diventa necessario creare «un’Italia fiscalmente competitiva riducendo la pressione sulle aziende in modo strutturale, per consentire al mondo produttivo di ripartire e creare nuova occupazione».
La via suggerita dalla Fondazione ResPublica è quella della riduzione dell’Ires, che comporterebbe un costo impegnativo ma sostenibile per via del limitato apporto dell’imposta sul totale delle entrate in Italia (circa il 5 per cento), che è inferiore rispetto ad altri paesi europei.
Occorre poi agire sui fattori che frenano la competitività delle imprese. Allora l’obiettivo diventa la rimozione dei vincoli burocratici per favorire la concorrenza nei settori economici. In particolare, nel documento vengono individuate quattro misure da attuare nei mesi che verranno: un pacchetto di liberalizzazioni su trasporti pubblici, taxi, negozi e farmacie; misure per favorire la capitalizzazione delle imprese (aggregazioni, aumenti di capitale, ecc.); l’approvazione di un set di misure che agiscano sulla facilità di fare impresa per recuperare posizioni nel “Doing Business Index”, quindi nei tempi di risoluzione dei contratti o di avvio di nuove attività; la promozione della parità di genere ad ogni livello, perché l’Italia ha una partecipazione femminile al lavoro più bassa dei partner europei.
La quinta e ultima direttrice è quella della rivoluzione tecnologica. «L’innovazione e l’Intelligenza Artificiale – scrive la Fondazione ResPublica – comportano cambiamenti epocali nei sistemi sociali e produttivi».
Grazie anche a poli di eccellenza come l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia, insieme ai Politecnici di Torino, Milano e Bari, l’Italia potrebbe costruirsi un ruolo di primo piano nel settore. Gli investimenti dello stato, in questo caso, dovrebbero andare verso «la piena operatività del 5G su tutto il territorio nazionale; l’affermazione dell’ Artificial General Intelligence; l’industria 4.0; una formazione specifica continua ed avanzata sull’evoluzione delle tecnologie in ambito industriale».
«Alcune di queste misure – spiega Belloni – possono essere implementate in tempi molto rapidi e possono consentire di dare ossigeno alla nostra economia sostenendo la ripresa».