Durante il lockdownCaritas: 450mila le persone assistite in 3 mesi, il 34% sono nuovi poveri

Si sono rivolti ai centri per lo più disoccupati in cerca di nuova occupazione e tra questi ben 92.000 famiglie in difficoltà che hanno avuto accesso a fondi diocesani

Caritas ha assistito nei mesi più difficili della pandemia, da marzo a maggio, quasi 450.000 persone, di cui il 61,6% italiane. Di queste il 34% sono “nuovi poveri”, cioè persone che per la prima volta si sono rivolte alla Caritas.

Tra queste, sono 92.000 famiglie in difficoltà che hanno avuto accesso a fondi diocesani, oltre 3.000 famiglie hanno usufruito di attività di supporto per la didattica a distanza e lo smart working, 537 piccole imprese hanno ricevuto un sostegno.

«Rispetto alla situazione ordinaria, nell’attuale fase il 95,9% delle Caritas partecipanti al monitoraggio segnala un aumento dei problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, mentre difficoltà nel pagamento di affitto o mutuo, disagio psicologico-relazionale, difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia/rinvio di cure e assistenza sanitaria sono problemi evidenziati da oltre la metà delle Caritas» si legge nel nuovo sondaggio legato all’emergenza coronavirus.

Nel dettaglio, rispetto alle condizioni occupazionali, si sono rivolti ai centri Caritas per lo più disoccupati in cerca di nuova occupazione, persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia, lavoratori precari/saltuari che non godono di ammortizzatori sociali, lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/cassa integrazione in deroga, lavoratori autonomi/stagionali in attesa del bonus 600/800 euro, pensionati, inoccupati in cerca di prima occupazione, persone con impiego irregolare, casalinghe.

«Piccoli segnali positivi arrivano dal 28,4% delle Caritas che, dopo il forte incremento dello scorso monitoraggio, con la fine del lockdown hanno registrato un calo delle domande di aiuto», riferisce ancora Caritas Italiana.

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