Per comprendere un partito occorre andare alla sua base e alle radici del suo consenso nella società. Ciò è nel caso della CSU nel momento attuale ancor più interessante, dal momento che il suo leader Markus Söder viene da molti visto come un probabile successore di Angela Merkel. Sulla CSU quale partito popolare di massa, il suo futuro e il rapporto fra Baviera e Germania del Nord vogliamo parlare con due persone che attraverso il proprio impegno civico in associazioni e feste locali hanno trovato la loro via alla politica e alla CSU. Si chiamano Johannes Weiß, capogruppo dell’Unione Giovani (JU) nella cittadina di Maxhütte-Haidhof nell’Alto Palatinato, e Christoph Gailer, vicesegretario cittadino della CSU a Ratisbona/Regensburg.
Promemoria: la CSU (Christlich-Soziale Union in Bayern, “Unione cristiano-sociale in Baviera”) è il “partito fratello” della CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands, “Unione cristiano-democratica della Germania”) ed è presente solo in Baviera, Land dove invece la CDU non esiste. I due partiti concorrono tradizionalmente insieme alle elezioni politiche e compongono un unico gruppo parlamentare al Bundestag (l’Union): le loro posizioni sono quindi molto vicine, ma non del tutto sovrapponibili.
Il focus principale e quasi esclusivo della CSU infatti è la Baviera, e il partito tende a posizionarsi un po’ più a destra rispetto ai cugini cristiano-democratici, soprattutto sul tema dei valori. Una curiosità: su proposta del governo regionale a guida CDU, quello bavarese fu l’unico parlamento locale a votare contro l’adozione del Grundgesetz, la Costituzione tedesca, nel 1949.
Si temeva che il governo federale avrebbe assunto troppa influenza anche su materie locali, e che lo status particolare del Freistaat Bayern ne fosse minacciato. Fu però approvata la clausola secondo cui la Costituzione sarebbe entrata in vigore anche in Baviera qualora approvata dai due terzi dei Länder tedeschi, eventualità che naturalmente si verificò e prevenne così un conflitto istituzionale potenzialmente esplosivo
Kater: La CSU nacque direttamente dopo la Guerra come partito cristiano-democratico di massa ed ha tratto per decenni la propria forza da un fecondo retroterra ecclesiale, associativo e sindacale in ogni paese e ogni quartiere. Non di rado in Baviera si poteva dire che alla CSU arrivava chiunque si volesse impegnare per il proprio paese o quartiere e avesse interesse politico. Alla luce di questo, come può la CSU sopravvivere a una “modernità liquida”, un’epoca in cui i legami a strutture stabili sembrano assottigliarsi sempre di più? Dev’essere in grado di trovare nuove forme per raggiungere nuove leve e risonanza nella società?
Gailer: La “modernità liquida” secondo me non può essere totalmente generalizzata. Non solo al di fuori della città più grandi, ma anche nei quartieri cittadini si svolge una quantità notevole di vita sociale e impegno civico attraverso associazioni e iniziative di vario genere. Tanti nostri iscritti e consiglieri comunali hanno sviluppato la propria ambizione politica proprio in questo contesto pre-politico. Un obiettivo della politica dev’essere quello di sostenere l’impegno civico in tutte le sue forme per mantenere vivo il tessuto di città e paesi. In questo modo ha un futuro non solo lo stesso impegno civico, ma anche un partito politico.
Nuove forme di comunicazione e strutture organizzative digitali sono d’altro canto per noi già qualcosa di consolidato. Nuove leve per la politica non si raggiungono oggi magari attraverso il quotidiano locale, bensì impegnandosi con cura sui social network e accettando di addentrarsi in formati moderni. E con questo saremmo nuovamente alla “liquidità”… la quale può forse lasciare nella discussione politica segni e forme che poi rimangono stabilmente.
Weiß: In realtà io vengo da una cittadina la cui struttura sociale è stata storicamente diversa da quella del resto della Baviera. Da metà dell’Ottocento fino al 1990 in città v’era un’acciaieria e la forte impronta operaia fece della SPD e, in parte, dei comunisti la forza politica dominante. La CSU qui fu a lungo minoranza ed elesse un sindaco per la prima volta solo nel 2008.
Credo che una delle ragioni per cui siamo diventati più forti rispetto al passato stia nel fatto che la nostra presenza politica è costante, non solo in tempo d’elezioni. La forza della CSU risiede nell’avere strutture in ogni luogo e nel consentire un contatto diretto e personale anche nell’epoca della digitalizzazione e della sempre crescente velocizzazione di ogni rapporto. Senza dimenticare però che questo non è più l’unico canale e che la presenza su Facebook, Instagram e così via va gestita in modo professionale.
Alle ultime comunali, ad esempio, abbiamo deciso di presentare una seconda lista, “giovane”, con un’età media al di sotto dei 30 anni, e questo ci ha dato come partito una vera scossa. Abbiamo deciso di puntare sulla generazione più giovane, perché chi riesce in politica ad avere nelle proprie fila giovani uomini e donne, riesce anche ad avere l’ “armatura” necessaria per campagne elettorali moderne, giovani e che guardano al futuro.
La SPD, che da noi fu per decenni dominante, ha tenuto invece i più giovani in disparte per mantenere chi già c’era nelle proprie posizioni e questo ha portato a un invecchiamento delle strutture e all’incapacità di raggiungere non solo i più giovani, ma anche le persone di età intermedia. Noi al contrario abbiamo fatto in modo che le persone più giovani si assumessero delle responsabilità, si sentissero integrati e fossero in grado di impegnarsi attivamente anche lontano da momenti elettorali. Credo che non sia necessario arrovellarsi così tanto su nuove forme o nuove strutture, perché un partito che ha una gioventù attiva si adatta col tempo automaticamente ai cambiamenti che occorrono.
Kater: La ex Presidente del Parlamento Barbara Stamm (anch’ella CSU) commentò le elezioni bavaresi del 2018 con la frase: “A destra non si guadagnano più voti di quelli che, facendo ciò, si perdono al centro”. Con questo volle da un lato criticare la svolta a destra del vostro partito negli anni precedenti e dall’altro sintetizzò la lezione che quella consultazione aveva dimostrato. Alla prova dei fatti pare che la CSU di oggi abbia imparato da quelle elezioni che trova più consenso nell’elettorato una posizione più europeista e centrista che invocare una “rivoluzione conservatrice”. Questo cambio di linea è solamente qualcosa di passeggero o corrisponde invece ad una riflessione più profonda sul ruolo della CSU nei prossimi anni? È con questa linea che la CSU può guadagnare in consenso nella società e nuove, giovani leve nel partito?
Gailer: L’Unione europea nel 2015 e negli anni successivi non godeva di eccellente fama. Politici di ogni schieramento – ed in ogni paese – non erano estranei a questo sviluppo, giacché errori e scelte impopolari venivano (e vengono) spesso venduti dai governi nazionali come colpa di “Bruxelles”. Era quindi comodo avere un capro espiatorio pronto per quando le cose non vanno bene. L’Europa unita però rimane il progetto decisivo per assicurare la pace e la prosperità economica ai paesi del nostro continente e proprio le generazioni più giovani apprezzano questa Europa della libertà, nella quale ciascuno può vivere in sicurezza. Per elettori sotto i 35 anni questo è l’orizzonte di vita scontato. Sono contento, che passato il 2018 la CSU si riconosca di nuovo in modo nitido con questa prospettiva.
Weiß: Credo che la forza della CSU stesse e stia nel fatto che sia in grado di gestire in modo aperto anche opinioni differenti. Se si ha l’ambizione di essere un partito popolare si deve tollerare il fatto che nel partito ci siano più correnti. Credo che la svolta a destra prima delle elezioni bavaresi del 2018 fosse una reazione di riflesso al rafforzarsi di AfD: ora come allora penso che si sia trattato da parte nostra di una reazione di panico esagerata, che può essere giustificata emotivamente ma non razionalmente. Per questo credo che l’attuale linea corrisponda in realtà non a una novità, ma al ritorno a una politica basata sui temi e sui compromessi. La CSU rimane un partito per una politica conservatrice e orientata ai valori, ma ovviamente si può e si deve discutere e litigare su cosa questi termini significhino. La linea politica alla quale ora siamo tornati e che in Baviera abbiamo avuto per decenni ha garantito alle persone stabilità e sicurezza. Sono questa stabilità, questo orientamento ai temi e soprattutto questa prudenza e lungimiranza al tempo stesso, per le quali ora la CSU di nuovo prende posizione, che garantiscono un maggiore consenso anche nelle generazioni più giovani.
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