Colazione con SalviniCronaca di due giorni di alti e bassi della Lega in Campania

Il leader del Carroccio ha parlato in piazza, davanti a un piccolo nucleo di sostenitori, in tutta tranquillità dopo le contestazioni di lunedì a Mondragone. Era al sud per le elezioni Regionali di settembre, ovviamente, ma ne ha approfittato per battere sui suoi temi storici: immigrazione, ordine pubblico e valorizzazione delle eccellenze del territorio. Anche perché sul territorio i successi saranno pochi

Filippo MONTEFORTE / AFP

«La Lega non si era mai candidata in Campania, cambieremo tante cose di questa amministrazione non appena vinceremo le elezioni». Matteo Salvini arringa la folla di sostenitori a Castel Volturno, dove ha concluso il suo tour del Casertano, in Campania, con uno sguardo sulle regionali di settembre. «Sono preoccupato – dice con ironia il leader leghista – perché sono le 9.30 e De Luca ancora non mi ha insultato, non mi ha chiamato né maiale né fascista. Forse gli si è scaricato il lanciafiamme».

In una piazza 8 ottobre 1943 silenziosa, ben presidiata dalla Polizia di Stato e dalla Municipale, Salvini si concede una colazione con i rappresentanti locali del partito, un gruppo di giornalisti e qualche decina di sostenitori. Tutto in tranquillità: non sono in programma manifestazioni come quelle di lunedì a Mondragone che lo hanno costretto ad annullare il secondo dei due comizi.

Prima un caffè al bar Nacca, un sorriso per i fotografi e qualche battuta alla stampa. Anticipa qualcosa sui temi del suo discorso: la necessità di fermare gli arrivi dei migranti nella zona, la questione rifiuti, la voglia di battere De Luca.

Dopo si va in piazza per il comizio vero e proprio, aperto sulle note dell’inno di Mameli, di fronte a una piccola folla, sotto un sole che picchia già forte mentre qualche chiazza più scura si affaccia sulla polo blu del Capitano. Sono però lontane le piazze stracolme che avevano accompagnato il trionfo di Salvini alle europee. Colpa del Covid e di un feeling con la Campania che non è mai davvero nato, nonostante in questa zona la Lega abbia raggiunto ottimi risultati nel 2019: 28,1 per cento a Castel Volturno, 30,1 per cento a Mondragone, a fronte di un 19 per cento complessivo in tutta la regione.

Forse la riunione serve più ai nuovi luogotenenti locali che al leader. E infatti prende la parola il coordinatore provinciale della Lega Salvatore Mastroianni, che guida i giochi e offre il microfono ai deputati Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa, all’europarlamentare Valentino Grant e al consigliere regionale Gianpiero Zinzi.

Poi la palla passa a Salvini. Prima parlando degli immigrati, con parole che deve aver già detto da ministro dell’Interno. «Occorre fermare gli arrivi – dice – per non peggiorare la situazione, quando ero al ministero dell’Interno inviammo molti poliziotti sul territorio. Serve pazienza e un lavoro di concerto con i sindaci, quindi suonare i campanelli perché sono tanti gli immigrati che hanno diritto a stare qui».

E le regionali, a meno di tre mesi dal voto: «Io dico che la differenza la fa il gioco di squadra: non c’è solo il centravanti ma dieci giocatori. Vediamo se i campani sceglieranno De Mita, De Luca e Mastella o se proveranno a cambiare».

Ha anche provato a essere distaccato da quanto accaduto a Mondragone: «Non mi hanno fatto paura i Casamonica figuriamoci quei quattro gatti di ieri. Mi è dispiaciuto per i poliziotti che hanno dovuto tenere a bada quattro pirla figli di papà dietro le mani della criminalità organizzata e della camorra, gli unici che hanno interesse a non far cambiare nulla. Tornerò con più grinta la settimana prossima».

Poi, un altro dei motivi ricorrenti, l’attacco a Roberto Saviano che «racconta solo il peggio della Campania. Non è possibile che questa zona sia conosciuta nel mondo come la Terra dei Fuochi mentre ci sono delle eccellenze uniche, un mare stupendo, la mozzarella di bufala, l’ortofrutta».

È il momento di selfie e strette di mano con la mascherina tricolore abbassata sul mento. Fino ad ora l’unica ombra di contestazione è un signore sulla settantina che ha gridato «forza Inter». C’è ancora tempo per un giro nelle vie del piccolo centro storico di Castel Volturno, qualcuno fa notare a Salvini lo stato di degrado di alcune zone.

Girato un angolo si affaccia un gruppetto di pochi manifestanti con un timido striscione già visto nella giornata di lunedì. Ma la Digos li allontana senza problemi. Nulla a che vedere con le scene di Mondragone, dove ci sono state contestazioni accese da parte dei cittadini che hanno accusato Salvini di “sciacallaggio politico” per non aver fatto nulla per il territorio quand’era ministro dell’Interno. Poi sono arrivati insulti, i lanci di bottigliette d’acqua e altri oggetti, scontri tra manifestanti e forze dell’ordine: un contestatore è stato ferito da una manganellata alla testa.

Castel Volturno è molto presidiata, non c’è spazio per manifestazioni. Allora i sostenitori di Salvini abbozzano un coro: prima provano con «c’è solo un capitano», ma è fuori sincrono. Va meglio con «Salvini, Salvini».

Un pit stop doveroso al Green Garden Bar per assaggiare uno dei prodotti tipici locali: la mozzarella di bufala già citata più di una volta nel suo discorso. Un assaggio, poi un boccone per i fotografi, per non smentire la tradizione che vuole il leader leghista sempre intento a mangiare un prodotto tipico italiano. «È squisita», dice, con il solito sorriso.

C’è tempo solo per un ultima sosta, una foto con tutta la delegazione della Lega davanti alle porte del Comune di Castel Volturno. Il leader leghista saluta tutti. Non partecipa alla conferenza stampa di presentazione di Stefano Caldoro a Napoli, candidato scelto dalla coalizione del centrodestra per le regionali: lì ci sono solo i tre coordinatori regionali di Forza Italia (Domenico De Siano), Lega (Nicola Molteni) e Fratelli d’Italia (Antonio Iannone). Anche perché il candidato non è “suo” e quindi meglio non mettere la faccia sulle sconfitte altrui: «Torno verso Roma, ma ci rivedremo presto».

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