Finding FreedomRaccontare tanto per non dire nulla: perché la biografia di Harry e Meghan è una delusione

Abbondano i dettagli, ma la ciccia manca. Il racconto dello scontro tra la coppia e la famiglia reale viene trasformato in un conflitto tra vecchio e nuovo. Ma le domande più interessanti restano inevase e i segreti rimangono nel cassetto

DANIEL LEAL-OLIVAS / AFP

Se doveva essere una biografia bomba, allora il detonatore si è inceppato. “Finding Freedom”, il primo libro che racconta (o promette di raccontare) i retroscena della coppia Harry & Meghan, raccoglie dettagli, elenca particolari, si perde in mille storie. Eppure quando viene al dunque, evade.

I due autori, Omid Scobie e Carolyn Durand, sono reporter reali (il corrispettivo dei quirinalisti). Assicurano che si sono serviti di fonti affidabili, vicinissime alla coppia, ma che non hanno mai coinvolto né il principe né la moglie. Soprattutto, dicono, il libro è uscito senza una loro autorizzazione. I due hanno confermato.

Non è detto che bisogna crederci. Il commentatore reale Richard Fitzwilliams, per esempio, non lo fa: «Leggendolo, è impossibile che possa essere stato pubblicato senza il loro tacito consenso». Anche perché «serve a presentare un punto di vista», non ufficiale ma ufficioso, anche in vista della revisione degli accordi nella famiglia reale. «Non ci sono critiche alla Regina, né al Duca di Edimburgo né al principe Carlo».

Ma come. E allora cosa rimane? Una carrellata di storielle che infiocchettano una vicenda conosciuta da tutti.

Si dice che Meghan Markle e il principe Harry fossero stati fidanzati per un anno prima che la stampa lo sapesse. Che amici e parenti li avevano aiutati a tenere segreta la storia, soprattutto nascondendo i frequenti voli di lui in America. Che lui aveva un account Instagram dal nome @SpikeyMau5, che la sua icona preferita è il fantasma, che a dire “Ti amo” sia stato prima Harry – ma lei ha risposto subito. E per quanto riguarda il rapporto difficile con la famiglia, si preferisce ricordare come la Regina e gli altri siano stati poco fermi nell’evitare gli attacchi della stampa e che il fratello, con tanto di moglie, sia stato molto freddo.

Tutto qui? No, come nota il New York Times, la lista delle incomprensioni tra la coppia e il resto della famiglia è lunga. Ai ricevimenti, avevano un ruolo meno importante rispetto agli altri. La burocrazia di corte li assillava. Le rigide regole sulla stampa (cui Harry, per comprensibili ragioni biografiche, è molto sensibile) impedivano loro di difendersi in prima persona. Nessuno li difendeva di fronte agli assalti dei giornalisti.

Tutto questo ha senza dubbio favorito la rottura nella famiglia reale e l’uscita di Harry e Meghan dalla “Ditta”.

Riprendendo la narrativa degli ultimi mesi che ha segnato l’abbandono di Londra e della monarchia da parte di Harry, il libro cerca di rimodellare la vicenda.

Prima di tutto, ricalibra l’immagine (il brand?) dei Sussex, dimostrando che lei non è né pretenziosa né maniaca del controllo, bensì è una donna indipendente che ha saputo far trovare a Harry il coraggio di prendersi quello che già desiderare, cioè lasciare Buckingham Palace.

Dopodiché passa a rimodulare il contrasto tra la coppia e la famiglia reale come uno scontro tra vecchio e nuovo, tra innovazione e tradizione, tra ventata di aria fresca, glamour e vivace, e la polverosità di una monarchia aggrappata ai suoi vetusti rituali.

Può essere vero, ma come sottolinea il Guardian, un resoconto che promette di rivelare i segreti della storia non può fermarsi qui. Ad esempio, dovrebbe spiegare perché, se davvero i Sussex erano una risorsa, non siano stati sfruttati a dovere. E perché la famiglia sia stata così rigida e severa nei loro confronti. In più, avrebbe giovato qualche riferimento in più al principe Andrew e al suo coinvolgimento con Epstein. Perché a loro è stato riservato un trattamento così duro, mentre per lui – che pure è accusato di avere avuto rapporti con minorenni non consenzienti – non è stato detto niente?

Si tace, inoltre, su quanto abbia giovato nella vicenda il fatto che Meghan sia nera.

È, insomma, una biografia morbida. Il sacco non è vuotato, i segreti restano nella penna.

Forse ha ragione Fitzwilliams: l’orizzonte sono i nuovi accordi tra i Sussex e la Ditta. Meglio essere prudenti, non bruciare i ponti e tenere da parte le cartucce. Un altro modo per dire che Harry non è ancora uscito dal gruppo. O che forse, cerca di rientrarci.

E “Finding Freedom” è il suo modo di tenere la porta aperta con il piede.