Pubblichiamo la tesi integrale che il neo allenatore della Juventus, Andrea Pirlo, ha presentato e discusso i giorni scorsi a Coverciano per laurearsi allenatore di Serie A.
Introduzione
L’idea fondante del mio calcio è basata sulla volontà di un calcio propositivo, di possesso e di attacco. Vorrei giocare un calcio totale e collettivo, con 11 giocatori attivi in fase offensiva e difensiva.
Manipolando spazi e tempi, abbiamo l’ambizione di comandare il gioco in ambedue le fasi. Il “gioco” deve essere il filo conduttore della mia squadra. Intendendo per “gioco” quel filo conduttore composto da principi, posizioni ed emozioni tra i giocatori stessi. Un gioco basato sul collettivo ma che sia in grado di esaltare le individualità più forti.
I due principi cardine della mia idea di calcio sono legati al pallone: vogliamo e dobbiamo tenerlo il più possibile finché attacchiamo e dobbiamo avere una ferocia agonistica forte per andarlo a recuperare subito una volta perso.
Nel calcio moderno ormai il modulo di gioco sta cambiando la propria funzione. Da una disposizione statica dei giocatori si sta arrivando ad un’occupazione dinamica delle posizioni funzionali ai principi del modello di gioco. Una disposizione che varia nelle due fasi (offensiva e difensiva) e dei momenti emozionali che si alternano in partita.
Ricercheremo dunque giocatori tecnici e dinamici, dando importanza all’uno contro uno soprattutto per i giocatori esterni. Attraverso le esercitazioni vogliamo aiutare i giocatori a riconoscere le situazioni ed adattarsi al contesto sempre più liquido delle partite.
La definizione e la creazione del CONTESTO ideale (tattico, tecnico, fisico-atletico ed emotivo) per far esprimere al meglio i nostri giocatori, sarà la nostra sfida più importante. Mi piacerebbe inoltre citare le squadre che mi hanno ispirato nella formazione della mia idea di calcio. Squadre ed allenatori che ho ammirato da tifoso ed altre con cui ho avuto la fortuna di giocarci insieme o contro: il Barcellona di Cruijff e poi quello di Guardiola, l’Ajax di Van Gaal, il Milan di Ancelotti fino alla Juventus di Conte.
I giocatori
Come vedremo più avanti, nel calcio moderno il significato di ruolo sta cambiando. Non è più una posizione fissa che identifica le caratteristiche di un giocatore, ma sempre di più sono le diverse
funzioni e quindi i compiti che un calciatore svolge in gara ad identificarlo. Dunque le caratteristiche dei giocatori vengono esaltate attraverso i compiti che è chiamato ad eseguire.
Tuttavia vediamo velocemente le principali qualità dei giocatori di alto livello nel calcio moderno attraverso i ruoli classici.
– Portiere
Oltre alle caratteristiche classiche del portiere nella difesa della porta, un portiere moderno non può non avere qualità nella difesa dello spazio in avanti e nel gioco in possesso palla. La difesa dello spazio in avanti diventa fondamentale per coprire gli spazi con una linea difensiva alta ed aggressiva.
Nel possesso palla inoltre il portiere è a tutti gli effetti un giocatore di costruzione capace di scegliere la soluzione più efficace, di condurre palla e di trovare un passaggio filtrante.
– Difensore centrale
Insieme al portiere, il ruolo del difensore centrale è quello che è maggiormente cambiato negli ultimi 30 anni, sia in fase difensiva che in quella offensiva. Esisteva prima il difensore marcatore preoccupato solo del suo diretto avversario, poi con l’avvento della zona c’è stato il difensore di reparto abile a leggere spazi e situazioni.
Ora il difensore deve essere in grado di mixare queste due abilità oltre che di coprire spazi ampi se vogliamo avere una squadra offensiva che attacchi con tanti giocatori. In fase di possesso i difensori sono diventati i primi registi della squadra, prendendosi spesso il compito di impostare visto le numerose marcature a uomo a cui vengono sottoposti i play. Ormai i “passaggi chiave” (trasmissione palla che supera una linea di pressione avversaria) dei difensori centrali stanno
raggiungendo numericamente quelli dei centrocampisti centrali, da sempre leader in questa importante statistica.
– Difensori esterni
È un ruolo molto flessibile, ci sono difensori esterni con caratteristiche molto diverse fra di loro ma i moderni sistemi di calcio permettono di poterli sfruttare assegnandogli diverse funzioni. Il terzino di spinta molto bravo a spingere sarà deputato a garantire ampiezza in attacco, quello più bravo a difendere spesso può diventare un terzo centrale, quello bravo tecnicamente e tatticamente possiamo impiegarlo da centrocampista aggiunto in fase di possesso.
Sicuramente è aumentata prepotentemente la loro importanza ad inizio manovra, infatti in alcuni casi possiamo parlare di terzini registi.
– Centrocampisti centrali
Il calcio degli ultimi 20 anni, con il Milan di Ancelotti, il Barcellona di Guardiola fino al Real di Zidane, ha dimostrato che non si può prescindere dalla tecnica dei propri centrocampisti. Dopo un periodo storico dominato da centrocampisti fisici (anni ‘90), si è riscoperto l’efficacia di giocatori tecnici e con grande visione di gioco in mezzo al campo.
Ovviamente a queste doti vanno aggiunte una buona dose di mobilità per poter eseguire più funzioni (costruzione e rifinitura per esempio) ed una predisposizione soprattutto mentale alla fase
difensiva con riaggressione immediata in caso di perdita del pallone.
– Centrocampisti esterni
Come per i difensori esterni, anche i centrocampisti esterni sono uno dei ruoli con maggior possibilità di flessibilità. In base alle caratteristiche si potrà decidere di isolare in ampiezza il giocatore forte in 1vs1 (caratteristica fondamentale nel calcio di alto livello), o di portare dentro l’ala in zona di rifinitura sul piede invertito se abbiamo a disposizione un giocatore tecnico ed in grado di eseguire assist e passaggi smarcanti.
Anche qui la riaggressione a palla persa rappresenta una caratteristica fondamentale come per tutti i calciatori che agiscono nella metà campo offensiva.
– Attaccanti
Gli attaccanti spesso sono fra i giocatori con maggior talento e con proprie particolari caratteristiche. Talento e caratteristiche che vanno esaltate all’interno di un collettivo capace di far emergere le migliori individualità. Nel mio modello di gioco, l’attacco della profondità (anche corta) è un elemento molto importante e spesso è proprio l’attaccante che se ne occupa con continuità (anche se possono essere letali gli attacchi nello spazio dei centrocampisti o degli esterni).
In un calcio d’attacco con tanti giocatori offensivi (fra trequartisti ed ali) è necessario inoltre che l’attaccante sia capace di dialogare con tecnica ed intelligenza con i propri compagni per favorire gli inserimenti degli stessi.
1. Fase offensiva
1.1 Costruzione
Pensiamo che un’uscita pulita della palla sia fondamentale per il buon sviluppo dell’azione. Cercheremo dunque di costruire sempre il gioco da dietro organizzando la fase di costruzione in base alla pressione avversaria.
Crediamo che siano tre le opzioni fondamentali di un nostro giocatore in costruzione con la palla:
– Condurre
– Filtrare
– Incrementare con il possesso palla (anche laterale o tornando indietro) lo spazio ed il tempo necessario per poter avanzare attraverso uno dei due principi precedenti.
Cercheremo con particolare attenzione di oltrepassare il pressing avversario utilizzando un vertice (come terzo uomo) per creare quella che definiamo la palla “più aperta possibile”.
In zona 1 avremo così una superiorità numerica limitata (+1) per non sprecare altri uomini sotto linea palla. Molto importante in questa fase sarà l’utilizzo del portiere soprattutto contro squadre che ci pressano alte.
Il portiere moderno, come già detto, ad alto livello (ma non solo) deve giocare con coraggio in posizioni avanzate, abbandonando lo specchio della porta e l’area di rigore. Deve essere in grado di
trovare il passaggio filtrante (“passaggio chiave”) e di condurre per provocare l’uscita in pressione di un avversario.
Cerchiamo di costruire internamente per diversi motivi:
– rendere più complicato il pressing avversario
– far uscire una palla più pulita e di più difficile lettura per gli avversari. Dal centro aumentano le possibilità di essere pericolosi e si tiene maggiormente impegnata la linea difensiva che stiamo attaccando.
La mia idea della costruzione prevede di salire compatti, superando una linea di pressione alla volta senza forzare verticalizzazioni o lanci. Questo principio ci permette di non perdere la nostra struttura ed essere così maggiormente pronti alla fase di transizione difensiva una volta persa palla con riaggressione immediata.
Vogliamo attaccare bene, per difendere bene. Attaccheremo cercando di portare tanti giocatori in zona palla, potremmo così riaggredire a palla persa e ritardare la transizione avversaria per poterci così poi riordinare per la nostra fase difensiva.
Attraverso rotazioni ed interscambi vogliamo un possesso palla dinamico capace di disorganizzare gli avversari facendoli uscire dalle loro posizioni.
Il nostro sviluppo offensivo sarà a due velocità: dietro sarà d’attesa e di preparazione, davanti invece veloce e diretto verso la porta dopo il passaggio chiave che libera un giocatore fra le linee. (La trasmissione palla sarà sempre secca e forte).
È evidente, tuttavia, che saranno gli avversari a determinare le nostre scelte in fase di costruzione: maggior pressione e maggior numero di uomini porteranno nella nostra metà campo per pressarci, maggiori spazi ci lasceranno per attaccarli.
Partendo dal concetto che la palla è sempre più veloce dell’uomo, vogliamo costruire il nostro vantaggio attraverso il movimento continuo e dinamico della stessa (“senza fretta ma senza pause”), con lo scopo di crearci lo spazio per avanzare. Sarà fondamentale che i nostri giocatori non si limitino ad eseguire ma che riescano a comprendere per scegliere l’opzione più vantaggiosa permessa dall’avversario.
I più importanti sotto principi della costruzione ma più in generale del nostro calcio di possesso sono:
1) Creazione del rombo di palleggio intorno al portatore palla: sostegno, appoggi laterali e vertice (quest’ultimo possibilmente dietro la linea di pressione). Indipendentemente dal ruolo, i giocatori vicini alla palla devono continuamente ricostruire questo rombo intorno alla palla. Se un giocatore del rombo è marcato stretto, si può muovere per andare e via ed il suo posto verrà occupato da un compagno.
2) Creazione ed occupazione spazi liberi: dietro la linea di pressione i giocatori liberi aspettano il pallone, correggendo continuamente la posizione (equa distanza dagli avversari) e postura; al contrario i giocatori marcati si muovono e creano uno spazio, un compagno potrà occupare quello spazio libero e potrà essere servito velocemente. Se verrà marcato, si muoverà nuovamente ricreando il processo per la creazione degli spazi.
3) Bisogna riconoscere i codici di gioco: se il portatore di palla è libero con palla aperta i compagni si allontanano / si smarcano in rifinitura / attaccano la profondità. Se viceversa il portatore
palla è sotto pressione e/o in difficoltà, i compagni si avvicinano per aiutarlo e far progredire il possesso.
4) Nel nostro calcio (“gioco di posizione”) l’aspetto più importante sono proprio le posizioni. Bisogna rispettare le posizioni della nostra struttura di gioco aspettando che sia il pallone che arrivi
dal giocatore e non il contrario.
Altri importanti sotto principi:
– se ho spazio porto palla finché non esce un avversario (in questo caso il nostro vertice si predispone per un 1-2).
– se libero va servito il compagno oltre la linea avversaria (non sempre perché dipende se abbiamo superiorità posizionale/ qualitativa).
– palla sopra palla sotto.
– palla dentro palla fuori.
– gioco a destra per andare a sinistra.
– gioco su chi vedo.
– gioco e mi muovo.
– giocare principalmente palla a terra.
– mettersi sempre e continuamente in zona luce.
– cercare passaggi diagonali.
– ricerca del terzo uomo.
«Il terzo uomo è impossibile da difendere»
(cit. Xavi)
1.2 Sviluppo
In fase offensiva non abbiamo un modulo fisso ma il posizionamento ed i movimenti in campo dei giocatori sono richieste dalla ricerca del raggiungimento dei nostri principi.
«Il ruolo nel calcio moderno non è più una posizione, ma una funzione»
(cit. A. Gagliardi)
In particolare i tre fondamentali macro principi per attaccare in modo efficace la linea difensiva avversaria sono:
– massima e duplice AMPIEZZA
– continua ricerca della RIFINITURA
– frequenti attacchi alla PROFONDITÀ
Questi tre macro principi vanno pensati come dei contenitori che devono essere sempre pieni. Sono anche delle zone che devono dunque essere sempre riempite, non importa da chi… anzi meglio se
con continue rotazioni da parte dei giocatori. L’obiettivo è di riempire continuamente questi tre contenitori per “stressare” la linea difensiva avversaria.
– Ampiezza
Vogliamo che un giocatore, ed uno solo, sia sempre largo ed in punta per garantire in ogni azione la massima larghezza del campo sia a destra che a sinistra. Questo ci permetterà di costringere i terzini avversari ad una scelta: o restano larghi e concedono spazi al centro, o stringono ed arriveranno sempre in ritardo sui nostri cambi gioco e tagli dei nostri esterni.
L’ampiezza sarà garantita da giocatori abituati a giocare da ali pure, tecniche, veloci e brave a giocare l’uno contro uno. Le punte o i centrocampisti possono cambiare gioco “ad occhi chiusi”,
l’esterno opposto sarà sempre largo ed alto. Palleggiamo a destra per attaccare a sinistra.
L’ampiezza OPPOSTA infatti deve essere costante e ricercata con frequenza. L’ampiezza sarà occupata da un giocatore per fascia, infatti basta un solo giocatore per allargare la linea difensiva avversaria, così che i restanti giocatori sarà possibile disporli nelle zone centrali del campo.
– Rifinitura
L’obiettivo principe della nostra fase offensiva è quello di trovare un giocatore in zona di rifinitura. Almeno due interni stazioneranno costantemente in questa area mobile fra la difesa ed il centrocampo avversari e, frequentemente, a loro si uniranno altri giocatori.
Con palla aperta e fronte alla porta in zona di rifinitura almeno due giocatori devono attaccare la profondità. I giocatori posizionati tra le linee avversarie devono insistentemente muoversi in modo da avere sempre una linea di passaggio libera. Devono essere in grado di rimanere fuori dalla zona d’ombra degli avversari.
– Profondità
La profondità dovrà essere costantemente attaccata soprattutto quando siamo più vicini alla porta avversaria. L’attaccante e a turno gli esterni e gli interni dovranno attaccare la linea difensiva con tagli ed inserimenti. I motivi sono diversi:
– allungare la squadra avversaria facendo abbassare la difesa, liberando così gli spazi necessari alla nostra rifinitura.
– tenere impegnati “mentalmente” i difensori avversari.
– attaccare lo spazio, ricevere il pallone… e fare goal!
A seconda delle caratteristiche dei giocatori possiamo giocare con un solo attaccante centrale o con due punte, in questo caso si effettua il gioco dei contrari (una viene l’altra va, una corta ed una lunga…). Se il nostro unico attaccante viene incontro o si sfila in zona di rifinitura, l’esterno del lato debole attacca la profondità (il contenitore deve essere sempre pieno).
Al codice “palla aperta” si attacca la profondità anche corta. In fase di possesso la squadra dovrà essere sufficientemente scaglionata sia in orizzontale, su diverse linee, sia in verticale, su
diverse fasce.
Soprattutto in occasione dell’attacco alla linea difensiva, i 4/5/6 giocatori predisposti dovranno dividersi verticalmente lungo il campo per attaccare la linea in tutta la sua ampiezza (le due fasce verticali, gli half-spaces e la zona centrale).
Indipendentemente dal modulo possiamo vedere come potremmo andare ad occupare le posizioni offensive necessarie al raggiungimento degli obiettivi della fase d’attacco. La punta attacca la profondità, le ali si allargano in ampiezza.
Gli interni si alzano in zona di rifinitura ed i terzini vengono dentro in fase di costruzione. Il centrale di centrocampo balla fra i due difensori leggendo la situazione (uno o due avversari in pressing).
Andremo dunque a posizionarci in campo con un 325 o 235 in fase offensiva. Ma i movimenti non sono fissi. In base alle caratteristiche dei giocatori ed al contesto, ci saranno rotazioni diverse: il terzino sinistro si può alzare in ampiezza, l’esterno venire in zona di rifinitura e dunque l’interno arretrare in costruzione.
1.3 Attacco alla linea
Bisogna attaccare la linea avversaria con almeno 5 giocatori (i due esterni ed i tre giocatori centrali), spesso potranno diventare 6 o 7 i giocatori in attacco linea. Possiamo semplificare in 3 situazioni principali l’attacco alla linea:
– uomo in zona di rifinitura e ricerca soluzione personale (unodue ed entrata a muro, tiro da fuori, 1vs1, velo e combinazioni).
– uomo in zona di rifinitura e ricerca della profondità (tagli dell’attaccante e degli esterni, inserimento degli interni).
– ampiezza con 1vs1 e cross/traversoni. (in particolare dalle fasce cercheremo o traversoni o andando sul fondo una palla dietro sul dischetto).
L’attacco diretto che verrà utilizzato in occasione di linee difensive particolarmente alte o deboli nella lettura difensiva di questa situazione.
Cercando di variare il gioco e di renderci il più possibile imprevedibili, potremmo dunque alternare il gioco corto dal basso con un improvviso attacco della profondità anche da zona 1 o 2 (“attacco
diretto”).
Cercheremo però di arrivare il più possibile in zona di rifinitura in maniera manovrata. Con palla aperta e fronte alla porta in zona di rifinitura almeno due giocatori devono attaccare la profondità.
La linea difensiva va attaccata costantemente con tagli ed inserimenti anche fuori tempo. In generale chiederemo ai nostri giocatori, in posizione offensiva, di attaccare la porta e di riempire l’area di rigore.
Vogliamo riempire l’area di rigore con almeno 3-4 giocatori, con particolare attenzione anche all’esterno opposto che spesso può chiudere con successo sul secondo palo.
All’interno di un calcio di principi e spazi, è comunque importante poter aggiungere anche giocate e movimenti codificati negli ultimi 30 metri per garantire maggiori possibilità e sicurezze ai nostri giocatori.
Giocate e movimenti pensati e preparati cercando di esaltare le nostre caratteristiche. Tuttavia credo che negli ultimi 30 metri la creatività ed il talento individuale debbano farla da padrone, con i
giocatori liberi di potersi esprimere cercando delle giocate decisive.
L’organizzazione e la struttura di gioco con i nostri principi saranno così di fondamentale importanza nel permettere di arrivare agli ultimi 30 metri con giocatori e posizionamenti in grado di disorganizzare la difesa avversaria e favorire dunque le giocate decisive dei nostri più importanti giocatori offensivi.
2. Fase difensiva
2.1 Pressing
Gli obiettivi in fase difensiva sono due:
– non prendere goal.
– recuperare palla il più velocemente e il più alto possibile.
Partendo da questo importante concetto, vorrei organizzare una fase difensiva che non abbia dunque solamente lo scopo di proteggere la nostra porta ma che sia anche un mezzo per recuperare palla in zone di campo pericolose per gli avversari.
Recuperare palla nella metà campo offensiva ha inoltre un enorme valore mentale ed emozionale nello svolgimento della gara: limita il coraggio ed autostima dei nostri avversari ed aumenta la nostra, aiutandoci così ad avvicinarci a quel dominio tecnico e mentale del campo e del gioco che il nostro obiettivo principale.
Riaggressione: Vogliamo riaggredire a palla persa per recuperare subito il possesso palla, ed attuiamo coperture preventive e presidio dell’area per continuare ad occupare la metà campo offensiva e non correre all’indietro. Squadra che difende correndo in avanti.
Sulla palla persa il giocatore più vicino alla palla inizia la riaggressione ma l’obiettivo primario del primo giocatore non dovrà essere quello del recupero palla (troppo rischioso farsi saltare) ma di
coprire la palla ed indurre all’errore il portatore avversario.
Alcuni studi realizzati con mio staff dimostrano che le riaggressioni dei top team sono circa 30-35 a partita con il 70% di successo (recupero immediato della palla). La durata media di queste riaggressioni positive è di circa 5 secondi e vede coinvolti mediamente 2,5 giocatori.
Sono soprattutto i centrocampisti. ovviamente, i giocatori più coinvolti in fase di riaggressione ed i top calciatori in questo fondamentale arrivano a completare più di 12 riaggressioni per partita. Le zone in cui avvengono più riaggressioni sono gli half-spaces e le linee laterali. Più difficile riaggredire in zona centrale (gli avversari hanno più possibilità di uscire) ed in area di rigore avversaria dove, anche se recuperata la palla, spesso viene subito calciata via.
La squadra attuerà due modi diversi di difendere a seconda della situazione di gioco e del contesto situazionale. Con palla nella metà campo offensiva attueremo un pressing alto, con palla nella nostra metà campo saremo maggiormente in linea d’attesa.
Pressiamo alto la costruzione da dietro avversaria, studiando e preparando la contrapposizione, scalando in avanti e isolando uno o due giocatori avversari sul lato debole. La linea difensiva gioca alta ed aggressiva ed il portiere è fondamentale nel garantire copertura ai centrali e coprire la profondità. Recuperata palla nella trequarti offensiva attacchiamo velocemente la porta avversaria (5-10 secondi se non si concretizza manteniamo il possesso e riprendiamo la nostra
struttura posizionale).
Cerchiamo di isolare l’avversario portandolo verso la linea laterale. L’attaccante dà il segnale al pressing marcando il primo scarico, tuttavia le scalate in avanti vengono chiamate dai giocatori posizionati dietro che salgono sui riferimenti permettendo ai giocatori avanzati di scalare in avanti.
Dal rinvio del fondo attuiamo un pressing ad invito: cercando di indirizzare le giocate avversarie verso una zona di campo o un giocatore specifico che vogliamo attaccare. Anche in questo caso abbiamo effettuato degli studi specifici: le grandi squadre in Europa effettuano circa 45 azioni di pressing a partita per un totale di 12-14 minuti di gioco effettivo passati difendendo in avanti.
Circa il 60% di queste azioni porta ad un recupero palla e solo il 10-15% delle volte una grande squadra in pressione risulta battuta dalla costruzione avversaria. Tuttavia nelle volte in cui il pressing alto viene battuto le possibilità di concedere un’azione pericolosa aumentano considerevolmente.
2.2 Disposizione difensiva
Con palla nella nostra metà campo ci riposizioniamo nelle posizioni di partenza e stiamo attenti alle coperture. Dal marco-marco (del pressing) passiamo al marco-copro. Non vogliamo concedere
passaggi chiave e filtranti in zona di rifinitura (ridotta al massimo con linea alta e centrocampo vicino).
Scivoliamo molto in zona palla. Se un esterno offensivo, negli ultimi 30 mt, scivolando verso il centro del campo in zona palla trova un avversario libero fra lui ed il centrocampista di parte, si posiziona internamente quindi verso zona palla.
La squadra dovrà essere stretta e corta, in particolare gli attaccanti devono lavorare collegati e pronti a recuperare le palle che escono dal nostro ultimo trequarti di gioco. Spesso la linea d’attesa nella propria metà campo viene scambiata per una fase difensiva passiva.
Sempre di più invece nel calcio moderno si vedono squadre che anche quando difendono basse adottano atteggiamenti e mentalità simili a quelli utilizzati nella metà campo avversaria in fase di pressing. Quasi sempre l’intensità viene associata ad una grande performance fisica, aspetto ovviamente da non sottovalutare, ma la vera grande differenza nelle grandi squadre è data dall’intensità mentale, da quella voglia feroce di recuperare la palla indipendentemente se stiamo facendo pressing o linea d’attesa.
2.3 Linea difensiva
Linea difensiva a 4 che lavora di reparto ma in relazione agli avversari. Alta ed aggressiva in avanti sulle risalite con particolare attenzione alla posizione del portiere. Anche in fase difensiva, così come quella offensiva, il ruolo del portiere è completamente cambiato negli ultimi 20 anni.
Fino a pochi anni fa infatti questo ruolo era quasi esclusivamente basato sulla bravura ed attenzione nella “difesa della porta”. Nel calcio moderno è diventato indispensabile per i portieri ed i loro
allenatori prestare una cura maniacale anche alla fase di “gioco con i piedi” (come abbiamo visto nei capitoli della fase offensiva) e di “difesa dello spazio”.
Il portiere è legato alla propria linea difensiva, se la nostra linea sale fino a metà campo perché accompagna il nostro pressing offensivo anche il portiere deve salire fino al limite dell’area ed oltre pronto a dare copertura ai difensori su eventuali attacchi della profondità.
Altri importanti concetti della nostra linea difensiva: Marcature d’anticipo e sfruttamento del 2vs1 con un difensore davanti ed un altro in copertura.
Una soluzione interessante con palla negli ultimi 30 metri, potrebbe essere quella del nostro centrocampista centrale che entra nella linea difensiva per comporre una linea a 5 fondamentale per difendere al meglio in ampiezza ed essere aggressivi centralmente.
Anche qui le caratteristiche del nostro centrocampista e quindi del contesto determinano questa scelta.
Evitiamo i raddoppi soprattutto quelli troppo ravvicinati all’avversario. Contro particolari giocatori predisponiamo una seconda linea di copertura vicina (5mt) in caso di 1vs1.
In situazione di palla laterale ci posizioneremo a uomo nella zona. All’interno della zona di competenza il difensore si rapporterà all’avversario senza prenderlo in marcatura stretta ma allentata (per cercare di ovviare ai contro-movimenti).
Abbiamo diviso in sei zona l’area. Su palla laterale da destra il difensore centrale di parte è il primo a muoversi e si posiziona poco più avanti del palo (altezza che varia) per andare coprire verso la
zona 1. Il difensore in zona 1 deve evitare gli anticipi sul primo palo e fungere da primo schermo per i traversoni e palle dietro.
Il secondo difensore centrale staziona in zona 2. Il terzino opposto in leggera diagonale opposta si occupa di zona 3 e/o 6. Ognuno all’interno della sua zona si relaziona all’eventuale avversario. Motivo per cui il terzino opposto potrò venire anche in zone centrali (2 e 5) se fossimo in inferiorità.
Il centrocampista centrale corre in direzione dischetto e si rapporta agli avversari di zona 5, appunto, e zona 4. La mezzala opposta cerca di rientrare verso zona 5 rapportandosi anche a zona
6. Se abbiamo la mezzala di parte si relaziona con compagni ed avversari in zona 4-5-6.
3.Transizioni
Ormai nel calcio moderno le transizioni hanno assunto un’importanza fondamentale. Non più e non solo strumento di contrattacco veloce ma anche e soprattutto collegamento fra le due fasi di gioco e dunque spesso fra due disposizioni e moduli diversi.
Cercare di velocizzare il più possibile questa fase transitoria è motivo di grande studio e di possibile elemento cardine fra una buona prestazione ed una cattiva prestazione. Nell’esporre le nostre idee offensive e difensive abbiamo già ampiamente parlato che di situazioni che si possono aggregare alla fase di transizione, questo perché il ciclo del gioco è unico ed indivisibile e solo per comodità lo abbiamo qui sintetizzato per punti.
3.1 Transizioni offensive
Le transizioni offensive sono una delle situazioni di gioco dove le caratteristiche dei giocatori a disposizione possono e devono influenzare le idee ed i principi dell’allenatore. Avere centrocampisti, esterni ed attaccanti di gamba ti permette di poter ripartire velocemente in attacco; al contrario avere centrocampisti di palleggio ed attaccanti di manovra consiglia di consolidare la palla senza ribaltare il fronte di gioco per poi iniziare l’azione con un attacco posizionale.
Altra variante da dover necessariamente analizzare è la zona di campo in cui avviene il recupero palla: nella metà campo offensiva è preferibile provare a contrattaccare per sorprendere la difesa avversaria.
Nell’idea del ciclo di gioco continuo ed indivisibile, il gioco preventivo diventa fondamentale per entrambi le transizioni sia quelle offensive che quelle difensive. Per gioco preventivo si intendono quei movimenti e quegli atteggiamenti che alcuni giocatori, non più utili alla fase di gioco che
stiamo giocando, attuano anticipando la fase di transizione.
Nelle transizioni offensive per esempio, il gioco preventivo di alcuni attaccanti quando difendiamo bassi in difesa posizionale, può prevedere degli smarcamenti fuori linea magari laterali dietro ad un
terzino avversario che si è spinto in avanti. Questo gli permetterà di farsi trovare libero per poter ripartire nel momento in cui recuperassimo palla.
Nel caso in cui il difensore centrale avversario uscisse lateralmente su di lui in marcatura, avremmo disordinato il loro schieramento con la possibilità di sfruttare gli spazi liberati da questi movimenti.
Sempre dai nostri studi emerge come la transizione media pericolosa duri circa 10-12 secondi, con una media di 2 passaggi per arrivare in porta e vede coinvolti quasi tre giocatori.
3.2 Transizioni difensive
Una delle nostre principali armi nelle transizioni difensive è la riaggressione immediata a palla persa, argomento che abbiamo già ampliamento trattato. Anche nelle transizioni difensive assume però una notevole importanza il gioco preventivo: quando siamo in attacco posizionale i difensori non più utili in fase offensiva devono già pensare alla possibile transizione difensiva, marcando gli attaccanti avversari impedendo così di far ripartire velocemente la squadra avversaria.
Le cosiddette marcature e coperture preventive sono inoltre collegate alla nostra fase di riaggressione, i giocatori vicino palla accorciano velocemente verso il pallone e gli avversari nei pressi mentre i nostri difensori sono in marcatura preventiva sugli attaccanti cercando di non farli ricevere facilmente.
Soprattutto nella marcatura preventiva dell’attaccante centrale cerchiamo di sfruttare un possibile 2vs1 dei nostri centrali forzando l’anticipo, ma più in generale anche qui lo studio delle caratteristiche nostre e degli avversari diventa fondamentale.
Contro attaccanti strutturati bravi nel difendere il pallone, la marcatura preventiva sarà maggiormente focalizzata sulla ricerca dell’anticipo anche in caso di duello individuale; al contrario contro avversari magari esterni molto bravi in velocità, la scelta privilegiata sarà quella di una copertura preventiva più attenta alla copertura degli spazi dietro.
Conclusioni
Ho cercato di esporre e sintetizzare il calcio che ho in mente. Un calcio che nasce dal mio percorso come giocatore e dagli studi effettuati una volta appese le scarpette. Credo che un calcio propositivo, di attacco e di qualità possa dare grandi vantaggi. Maggior entusiasmo nell’ambiente, maggior coinvolgimento da parte di giocatori e staff. Dinamiche, queste, necessarie per riuscire a creare quell’ empatia che è alla base delle squadre di successo. Sono convinto inoltre che ricercare questo tipo di calcio possa dare più possibilità di arrivare poi alla vittoria finale.
Il calcio è uno sport con il punteggio molto limitato a differenza di altre grandi discipline sportive (dal basket alla pallavolo). Questa “piccola ma grande” differenza determina che talvolta non sia la
squadra che ha meritato di vincere a portare a casa il risultato finale.
Numerose ricerche hanno dimostrato però che nel medio-lungo termine le prestazioni tendono ad allinearsi ai risultati, motivo in più per ricercare fin da subito un gioco di qualità che produca tante
occasioni da goal e che nel tempo ci porti dunque alla vittoria!
Vorrei ringraziare i miei colleghi ed i docenti del corso per questo percorso insieme, un percorso stimolante soprattutto per il confronto avuto con tutti voi. Un ringraziamento anche al mio staff con cui ho condiviso le idee del mio progetto calcistico.
Infine un ricordo ai compagni di carriera che mi hanno accompagnato durante la mia carriera ed a tutti i tecnici che ho avuto, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa: Moro, Reja, Materazzi, Hodgson, Lucescu, Simoni, Colomba, Mazzone, Ancelotti, Leonardo, Conte, Allegri, Viera. Ed in nazionale: Tardelli, Gentile, Trapattoni, Lippi, Donadoni e Prandelli.
Un bacio ed un abbraccio grande alla mia famiglia, sono i miei affetti più grandi ed i primi ed ultimi pensieri delle mie giornate.