Boccata d’arteInstallazioni e progetti, così si torna a far rivivere i borghi dopo la pandemia

Ci saranno 20 opere in 20 paesini, uno per regione. L’iniziativa, voluta dalla Fondazione Elpis e Galleria Continua, creerà nuovi spazi per la rinascita di un dialogo nella comunità. In Val d’Aosta ci sarà anche il fondatore di ArtNoble

Per tornare alla normalità ci vuole una boccata d’aria. Anzi, “Una boccata d’arte”, come recita il titolo del progetto artistico corale organizzato dalla Fondazione Elpis, nuova creatura dell’imprenditrice e collezionista Marina Nissim, insieme a Galleria Continua, realtà del panorama artistico contemporaneo sorta a San Gimignano.

Sono 20 installazioni, messe a punto da 20 artisti differenti, in 20 borghi italiani, uno per regione. L’inaugurazione avverrà, in contemporanea, nel weekend del 12 e 13 settembre. Le opere rimarranno esposte per un mese, offrendo a tutti i paesi coinvolti una grande opportunità di visibilità.

L’obiettivo è ambizioso: diffondere ottimismo attraverso la bellezza. Far ripartire il Paese con l’incrocio tra arte contemporanea e lo splendore evocativo dei borghi antichi, riannodando il rapporto tra i cittadini e territori, tra creatività e comunità.

Nel caso dell’installazione della Val d’Aosta, dove è stato scelto il borgo di Avise (e in particolare il Castello dei Signori) è un punto d’onore il fatto che sia stato invitato a figurare tra i co-collaboratori e i rappresentati della municipalità anche Matthew Noble, fondatore di ArtNoble, piattaforma di consulenza e di promozione per i giovani talenti dell’arte contemporanea.

Per questo motivo il progetto di Alice Visentin è stato studiato apposta per catturare l’atmosfera del borgo e rappresentare le sue tradizioni.

Si chiama “Il comizio, la merenda, il canto”: un’opera suddivisa in tre parti, con la prima (“il comizio”) che prevede una serie di installazioni (dipinti, testi di canzoni) con cui coprire le mura del castello. La seconda (“la merenda”) è invece un momento di socialità e coinvolgimento degli abitanti e dei visitatori, un pranzo collettivo domenicale, cui segue “il canto”, cioè un coro che eseguirà canti tradizionali della zona nel dialetto locale.

Sarà uno scavo nelle radici e nelle tradizioni dell’area, con l’obiettivo di renderle un mezzo di socialità e di inclusione.

Per Matthew Noble si tratta di «un progetto di vitalità collettiva», ancora più notevole in un momento storico «come questo, dove regnano l’incertezza, la solitudine e il distanziamento sociale». Si creerà una comunità “temporanea”, anche «se mi auguro che sia più duratura, e che si possano creare comunità che restino in contatto tra di loro».