X Factor sembra essere in procinto di rialzarsi. Non è detto che ce la farà. Ma lo vuole. Dopo un’edizione del tutto dimenticabile, il talent di SkyUno riparte nonostante il distanziamento dovuto dal Covid e dallo scarso interesse registrato dal pubblico pagante lo scorso anno. Una missione, un tentativo di racconto iperbolico che, al netto delle circostanze post-pandemiche, potrebbe risultare uno dei più grandi fail o qualcosa che si innesta tra i maggiori successi della rete. Di sicuro, per il momento, appare come una scommessa. In mutande.
«Fail again, fail better» scriveva Samuel Beckett in “Worstward Ho” nel 1983. «Questo tizio, però, stona che manco una capra» rumoreggiano su Twitter durante la prima puntata del talent di Sky, andata in onda giovedì 17 settembre 2020. Tutti, dal conduttore Alessandro Cattelan ai giudici Emma Marrone, Manuel Agnelli, Hell Raton e Mika fino a chiunque abbia reso possibile l’esistenza di questa edizione, vogliono fare del proprio meglio per potersi raccontare con il termine più bistrattato e violentato della lingua italiana durante il lockdown: “Eroe”. E, ammettiamolo, forse da qualche parte lo meritano pure.
Cristallino è l’intento della narrazione prossima ventura: qualunque cosa vedremo, sarà il frutto di un piccolo grande miracolo che ci viene regalato dall’impegno e dal sudore della fronte di chi, in piena pandemia, non ha smesso di allenarsi a sognare un intrattenimento televisivo ancora possibile nonostante le sicure restrizioni e la vaghezza del futuro forse negato dallo spettro dell’ultimo (imminente? Definitivo?) DPCM. Se questo è vero, è anche evidente che di rischi, a livello di resa, se ne siano corsi ben pochi a partire dalla giuria che vede due grandi ritorni.
Partiamo dal primo, quello di Mika, showman nato che si presenta in sedicente hangover alle registrazioni e parla con la “voce di Dio” risultando, nonostante tutto ciò, il più sveglio della cucciolata a scovare talenti. Anche Manuel Agnelli, dopo alcune passate dichiarazioni al vetriolo nei confronti del talent di Sky torna, come dice già in conferenza stampa, perché tutto ciò che ha a che fare con la musica, tra i settori più feriti dal Covid, è importante in questo momento storico. Le sue espressioni facciali nel momento in cui gli si palesa davanti la girlband JPop o il tizio che rappa l’ultima hit di Tommaso Paradiso sono oro per il pubblico e un dolore acuto all’altezza della milza per il frontman degli Afterhours.
Soffre meno e quindi si diverte decisamente di più Emma Marrone, new entry di #XF2020 ma già scafatissima bestia televisiva, l’anima(le) da talent che forse X Factor, (quasi) sempre sfortunato nella scelta delle figure femminili al banco dei giudici, andava cercando da anni portando a casa picche e pernacchie. Emma si fa il verso, si emoziona, chiagne e fotte quando deve.
Una goduria per chi la vede all’opera, a prescindere dai play su Spotify. Arriviamo poi all’oggetto misterioso di questa edizione: Hell Raton. Faccia impunita da Ultimo coi boccoli, se c’è una cosa su cui, stando alle prime reazioni social, anche chi non aveva il piacere di conoscerlo prima di X Factor concorda è che il ragazzo, al secolo Manuel Zappadu, sia ipotizzabilissimo per un tête-à-tête. Produttore musicale giovane e competente, è chiaro sin da ora che la quota ormoni lo voglia, come minimo, Cavaliere dello Zodiaco.
Poi ci sono i concorrenti. Basta palazzetti gremiti, questi impavidi tentatori della sorte canora si trovano a esibirsi, come ai tempi in cui il talent andava in onda sulla Rai, in uno studio televisivo davanti a quattro (tre e mezzo direbbero i più maligni) personaggi famosi pronti a giudicarli. Devono racimolare almeno tre sì per accedere alla fase successiva e per farlo possono avvalersi della propria ugola d’oro (Casa di Lego e MyDrama su tutti) o di ciò di cui hanno avuto maggiormente esperienza in lockdown: la mamma.
Considerato che l’età media degli aspiranti concorrenti non si distanzia troppo da quella del Coro dell’Antoniano, non stupisce che moltissimi tra gli aspiranti wannabe talentuosi abbia dedicato alla propria genitrice il brano (arrabbiato, innamorato o in memoria) prescelto per questo banco di prova televisivo.
Giovane, carino e occupatissimo nella ricerca di una nuova possibile star o di qualcuno capace, se non altro, di artigliarsi in classifica con più efficienza di un gatto sull’asfalto della Milano Serravalle. X Factor è tornato e l’ha fatto in mutande, back to basics, senza la grandeur di cui la pandemia l’ha necessariamente spogliato.
Nudo, dunque, ma orgoglioso di un’unica certezza: quella di aver dato, almeno a livello produttivo, il massimo possibile per tornare a meritarsi l’affetto del pubblico. O anche un pubblico e basta. Considerato che non troppo tempo fa un tizio che gridava «Ce la faremo» sul balcone ha raggiunto un totem di views che nemmeno l’ultimo singolo di Lady Gaga, probabilmente quella di Sky è una battaglia, eroica per carità, ma già vinta in partenza. E quindi, come direbbe Mika, «Daje».