Test alla Casa BiancaTrump positivo al coronavirus, annullati tutti i comizi-focolai

Il presidente e la first lady sono stati contagiati. Adesso sono entrambi in quarantena, oggi il ragazzo orgoglioso parlerà (in collegamento telefonico) di ”anziani e Covid”

Melania Trump
WIN MCNAMEE / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP

Ultimora
Trump sarebbe risultato positivo al Covid. Sarà in isolamento alla Casa Bianca e tutti i comizi-focolai sono annullati. Oggi parlerà invece, in collegamento telefonico, di “anziani e Covid”.

Trump e il contagio
«Questo weekend @realDonaldTrump ucciderà personalmente svariati elettori del Wisconsin per la sua altrimenti insaziabile vanità». Prima della notizia della positività, questa la sintesi di un residente su Twitter, condivisa dalle autorità locali. Il Wisconsin era stato dichiarato zona rossa dalla White House Coronavirus Task Force. Il sindaco di Lacrosse, dove gli ospedali sono pieni, e il governatore gli avevano chiesto di non venire.

Lui ci sarebbe voluto andare lo stesso, ha bisogno di riportare a votare i bianchi blue collar di Lacrosse e Green Bay. Non può rimontare e provare a vincere lo Stato senza di loro, se sopravvivono. Ci sta provando in tutto l’Upper Midwest, mercoledì a Duluth ha detto che «Biden trasformerà il Minnesota in un grande campo profughi» (ci sono già molti somali tra cui la deputata Ilhan Omar, per Trump deve essere brutto).

Trump e lo sparatore
Non ci sono solo i Proud Boys nel cuore del presidente Trump. Secondo un documento del dipartimento della Homeland Security ottenuto dalla Nbc, a «ufficiali delle forze federali è stato detto di fare pubblici commenti empatici su Kyle Rittenhouse», il diciassettenne che è arrivato a Kenosha durante le proteste con la mamma e un fucile e ha ucciso due dimostranti.

Il documento indica agli ufficiali della Homeland Security come rispondere a domande su proteste e suprematisti. Nel caso di Rittenhouse, si suggerisce di dire che «è andato col fucile dove c’erano i disordini per aiutare a difendere i piccoli imprenditori».

Trump e la bontà
La settimana scorsa, il dipartimento dell’Agricoltura (USDA) ha ordinato che i milioni di scatole con generi alimentari per le famiglie in difficoltà includano una lettera del presidente Trump che rivendica il merito dell’iniziativa. Nella lettera (in inglese e spagnolo) si legge : «Come parte della nostra risposta al coronavirus, ho ritenuto prioritario mandare cibo nutriente…alle famiglie bisognose in tutta l’America».

Secondo Fox News l’idea sarebbe venuta a luglio a Ivanka: lo USDA ha consegnato 100 milioni di pacchi negli ultimi mesi, era un’ottima promozione a spese del contribuente. Molte organizzazioni con contratti governativi non lo facevano, e il dipartimento lo ha reso obbligatorio.

Ora le nonprofit stanno facendo ricorso, anche perché le lettere coi pacchi potrebbero essere considerate propaganda illegale (i pacchi viveri in pandemia del cartello di Sinaloa hanno, più sobriamente, un piccolo logo sul cartone con la faccina del Chapo).

Biden e la droga
Joe Biden, uomo poco avventuroso che si fa di gelato, sta diventando popolare tra gli ex e quasi ex tossicodipendenti, che in America sono veramente tanti. Come al solito, il merito è di Trump. Durante il dibattito ha aggredito Biden parlando del figlio Hunter che usava cocaina. E subito dopo, nel talk show alla radio di Glenn Beck amato dai trumpiani anziani e antidroga, lo chiamato Crackhead Hunter.

Riuscendo contemporaneamente a (1) far dimenticare i traffici imbarazzanti di Hunter Biden, nei board di società ucraine e altro, e (2) mobilitare ex tossici per Biden su tutti i social network. Dove i bot trumpiani hanno fatto diventare “Crackhead Hunter” trending topic ma non fanno bella figura; e Melania Trump ha diffuso un video per il Mese della prevenzione dell’abuso di sostanze, ed è stata criticata.

Biden e il margine d’errore
Grazie al contributo di Trump, dopo il dibattito-shitshow di martedì i sondaggi danno Biden oltre il margine d’errore dei sondaggi. Cioè: se i sondaggi sbagliassero come e quanto è successo con Hillary Clinton, a Biden basterebbe vincere gli stati vinti da lei nel 2016, più Pennsylvania, Michigan, Arizona e secondo distretto del Nebraska. Avrebbe 270 voti elettorali e diventerebbe presidente. Il risultato è stato raggiunto con i distacco di nove punti in Pennsylvania, Hillary a questo punto era molto più vicina a Trump.

In più, sempre grazie a Trump, la raccolta fondi va bene. A settembre la campagna di Biden ha investito 157 milioni di dollari, tre volte la spesa dei trumpiani, in radio e tv. Spende soprattutto in Florida, Pennsylvania, Arizona, Michigan, North Carolina, Wisconsin (i 37.848 dollari spesi in un mese in tutti il Texas fanno pensare che da Biden non credano nella Blue Wave, giustamente).

Biden e i giovani d’oggi
È una storia di impuntature e gaffes tra vecchi, ma in gioco ci sono gli elettori giovani, pigri nell’andare a votare, poco convinti da Biden, angosciati dalle catastrofi ambientali. Il gaffeur è al solito Joe Biden.

Durante il dibattito, interrogato sul Green New Deal, invece di girarci intorno con generale soddisfazione, ha detto che è contrario. Biden è concentratissimo nel recuperare voti in terre di fabbriche e fracking; ma rischia di lasciare a casa i più giovani negli stessi stati, inquinati e in bilico.

Quello che si impunta è Ed Markey, senatore del Massachusetts, che ha presentato il Green New Deal con Alexandria Ocasio-Cortez. Ha replicato: «Io sono per il Green New Deal e voto per Joe Biden. La sinistra progressista è con Joe Biden, e passeremo un Green New Deal» (Ora si spera che Biden non insista; e che non dica neanche niente sulla cannabis, che la maggioranza dei democratici e degli americani vuole legalizzare, e lui magari poi sì ma ora no).

Proud Terrorists
Martedì, ore prima che Trump andasse a dibattere si fa per dire e a mandare messaggi guerreschi ai Proud Boys, l’FBI produceva un rapporto riservato, intitolato “Bogaloo Adherents Likely Increasing Anti-Government Violent Rethoric and Activities”. Pubblicato da The Nation, segnala da qui a gennaio «minacce estremiste violente» che vengono da milizie di destra, dai suprematisti bianchi. E classifica la situazione come «potenzialmente esplosiva» (poco dopo, Trump ha parlato da Cleveland invitando i suoi fans a far la guardia ai seggi, e il rapporto è parso già vecchio).

Florida Men
Alcuni Florida Men hanno nonostante tutto famiglie dedite, specie quando sono ricchi. I ragazzi Trump, per dire, ora vanno sempre nel Sunshine State per cercare di far vincere il padre. Don junior farà un giro in pullman sabato.

Mercoledì Ivanka è andata in Central Florida, che non è un posto per signore. Un trumpiano ha spiegato a Politico che faranno di modo di avere un Trump in Florida ogni giorno fino al 3 novembre, forse col contributo dei fratelli meno importanti. Trump padre andrà quattro-cinque volte.

I due candidati sono statisticamente alla pari, ieri Biden era avanti di due punti. I democratici ora sperano nei Florida African Americans, di nuovo grazie a Trump: le uscite sui Proud Boys e sui seggi da presidiare qui e altrove creano timori di ondate razziste; tra soppressione del voto e voto anticipato difficile per chi lavora (già nel 2012 si poteva votare nei giorni feriali e il sabato, non la domenica), si vedrà chi vorrà e riuscirà.

Florida Men (aggiornamenti)
Brad Parscale, l’ex manager elettorale di Trump, si è dimesso dalla campagna, causa “stress travolgente” suo e della famiglia. Intanto, la moglie Candace ha negato a Politico che il marito la mena. Smentendo quello che aveva detto alla polizia, venuta ad arrestarlo giorni fa ubriaco agitato con armi da fuoco.

Parscale ha forse evitato un’indagine, pare ce ne siano altre in corso. Per aver sottratto decine di milioni alla campagna e al partito, forse non in disaccordo con i Trump. Che, secondo una fonte di Vanity Fair, «sono preoccupati che Parscale li tradisca e collabori con gli inquirenti». «La famiglia teme che Brad cominci a parlare”, ha detto la fonte» (segue).

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