Lo stato d’emergenza è prorogato«L’aumento dei contagi può essere un problema per il lavoro del Parlamento» dice Giuseppe Conte

Il presidente del Consiglio ha commentato le nuove decisioni prese dal governo per prevenire la seconda ondata. Il decreto legge che prevede nuove restrizioni entra in vigore da subito, mentre alle regioni non è più consentito adottare misure meno severe rispetto a quelle nazionali

(Photo by Olivier Hoslet / POOL / AFP)

Il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga al dcpm che regola le norme anti-covid, aggiornandolo e rendendolo più restrittivo in alcuni ambiti.

Il decreto prevede la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, e nuove direttive per le Regioni, che saranno libere di «adottare misure più restrittive rispetto a quelle adottate a livello nazionale, ma saranno limitate nell’adozione di misure di allentamento, che potrà avvenire solo in accordo col ministro della Sanità».

Stretta anche sui dispositivi di protezione. Chi esce di casa è obbligato a indossare la mascherina, pena una sanzione amministrativa da 400 a mille euro. Unica eccezioni per chi vive in una situazione di “continuativo isolamento”, come ad esempio chi abita in campagna o in montagna, chi ha patologie incompatibili con l’utilizzo dei dispositivi e per chi passeggia in luogo isolato accanto a un convivente.

Le misure restrittive potranno non essere applicate all’interno della propria abitazione, dove è comunque raccomandata particolare attenzione per le persone più vulnerabili, come gli anziani, o nel caso in cui si ricevano visite da terze persone: «Raccomando comportamenti appropriati anche in famiglia, anche in questi contesti bisogna stare attenti. La mascherina e le regole di distanza valgono anche con familiari che ad esempio abitano dall’altra parte della città. Sono le situazioni in cui più si diffonde il contagio».

Il premier ha però rassicurato che il governo non prenderà decisioni che impattano sulla vita familiare: «Nei rapporti familiari lo Stato non può entrare. Ritengo sacrosanta l’espressione del principio per cui lo Stato se non proprio necessario non entra nelle case private anche perché non avrebbe molto senso per norme che non potrebbero essere applicate. Perciò ci limitiamo a una forte raccomandazione».

Conte ha spiegato che le nuove restrizioni sono necessarie, e che «la tutela della salute deve essere al primo posto. L’obbligo di mascherina eleva un più alto livello di precauzione per non tornare alla fase del lockdown».

Le nuove misure entreranno in vigore col nuovo Dpcm già in serata e dovranno essere applicate a partire da domani.

Il presidente del Consiglio si è detto preoccupato rispetto al lavoro del Parlamento, che nei prossimi giorni dovrà esaminare e approvare la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef). «Se la situazione del contagio dovesse peggiorare è chiaro che ci sarà un problema oggettivo in Parlamento per l’approvazione dei documenti economici», dichiara Conte, ma «confidiamo che la situazione non diventi critica fino a questo punto».

Il premier ci tiene infine a minimizzare sulle polemiche tra il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e il Comitato tecnico-scientifico: «Sileri mi ha spiegato che non c’era nessuna polemica perché ha sempre pubblicamente apprezzato l’operato, la professionalità, la competenza di tutti i componenti del Cts». Ma precisa che «su un paio di profili c’è una riflessione in atto».

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