Le false verità di Erdoğan La Turchia ha pochi contagiati da coronavirus perché nasconde il numero di casi (e fa pressione sui dottori)

Dalla fine di luglio il ministero della Salute non contabilizza più quei malati che non richiedono cure. Lo scandalo ha suscitato la reazione da parte dell’Associazione dei medici, da allora sotto la pressione del Presidente sultano

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Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans  e Osservatorio Balcani Caucaso

Il 29 settembre, Murat Emir, un dirigente del Partito popolare repubblicano (CHP), la principale formazione di opposizione, ha reso pubblico un documento ministeriale che mostrava che i casi Covid giornalieri erano quasi 20 volte superiori alle cifre ufficiali rese note dal ministero Salute. Si è venuto a sapere così che ad esempio, il 10 settembre scorso, erano stati diagnosticati 29.770 nuovi casi mentre sul suo sito web il ministero ne aveva annunciati 1.512.

La differenza tra queste due cifre si spiega con la decisione adottata dal ministero della Salute a fine luglio di sostituire il “numero di casi” con il “numero di pazienti”. Interrogato sull’argomento il 30 settembre, il ministro della Salute Fahrettin Koca ha ammesso che le cifre pubblicate quotidianamente erano parziali perché venivano contate solo le persone con sintomi.

L’Associazione dei medici della Turchia (TTB), che da marzo ha ripetutamente espresso dubbi e critiche sulla gestione dell’epidemia da parte dello stato, ha reagito rapidamente denunciando la mancanza di trasparenza del governo: «avete nascosto la verità, non avete impedito la diffusione della malattia», è stato twittato.

L’hashtag #vaksayisikac (“Qual è il numero di casi”) ha poi iniziato a circolare su Twitter: tutti volevano conoscere il numero reale di persone con Covid-19 nel paese. «I dati sulla salute pubblica dovrebbero essere condivisi con i cittadini», ha twittato Selahattin Oguz, presidente della Camera medica di Batman City (Turchia sud-orientale), aggiungendo che per adottare misure adeguate alla lotta alla pandemia erano necessari dati reali.

Al momento, sebbene il telelavoro e l’uso di mascherine siano stati generalizzati in tutta la Turchia, bar, ristoranti e altri luoghi culturali rimangono aperti e vi vengono applicate misure minime di prevenzione anti-diffusione. A metà ottobre, il ministro della Salute ha affermato che ulteriori restrizioni e altri coprifuoco non erano all’ordine del giorno, sebbene a Istanbul, la più grande città del paese, il numero di casi fosse in aumento.

Mentre la lira turca continua la sua caduta, il ministro della Salute ha affermato che lo stato protegge sia gli interessi nazionali che la salute dei cittadini. Emre Peker, ex giornalista e ora direttore del Gruppo Eurasia, ha risposto, sempre su Twitter, che «la salute pubblica è importante quantomeno come le attività economiche».

Su esplicita domanda di un giornalista durante una conferenza stampa, il ministro della Salute ha affermato che la Turchia inizierà a contabilizzare il numero di casi asintomatici dal 15 ottobre. Tuttavia nulla è cambiato ad oggi sul sito web del governo. Il 15 ottobre si indicava ancora il “numero di pazienti”: 1693.

Erdoğan attacca l’Associazione dei medici
Gli esperti si aspettano che i contagi aumentino con l’arrivo dell’autunno e alcuni temono che ospedali e medici saranno messi a dura prova. Il dottor Vedat Bulut, membro del TTB, ha dichiarato a Al-Monitor che 900 medici hanno già lasciato gli ospedali pubblici negli ultimi sei mesi per lavorare nel settore privato. Ha aggiunto che sono più di cento gli operatori sanitari morti per contagio da marzo. L’account Twitter di TTB rende loro regolarmente omaggio.

Il 14 ottobre scorso Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato di voler cambiare la “struttura contorta” delle organizzazioni mediche professionali, come è stato recentemente fatto con gli avvocati. Senza nominarla esplicitamente ha persino definito Şebnem Korur-Fincancı, alla guida di TTB da un mese, come una “terrorista”. «Da quando chi è coinvolto nel terrorismo può guidare una grande organizzazione come la TTB? Questo non si chiama approccio democratico», ha affermato, aggiungendo: «fare una guerra contro i valori della nazione, rilasciare dichiarazioni su questioni che non sono legate al proprio campo non può essere la missione di un’organizzazione professionale».

Alla domanda su queste dichiarazioni del presidente turco, rivoltale durante il funerale di un medico morto di coronavirus, Şebnem Korur-Fincancı ha rifiutato di commentare. Queste accuse «non sono all’ordine del giorno – ha risposto – abbiamo perso sette operatori sanitari in una settimana, questa è la nostra agenda».

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