Decreto in arrivoIndennizzi e rimborsi doppi per chi chiude

Il provvedimento potrebbe valere fino a 6,8 miliardi, di cui 2 riservati al fondo perduto per le attività chiuse o danneggiate dal semilockdown e 2,6 miliardi per la cassa integrazione destinata ai lavoratori di queste imprese. Il testo atteso oggi in Gazzetta Ufficiale, mentre esplode la rabbia nelle piazze e Mattarella convoca il Consiglio supremo di difesa

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Ina FASSBENDER / AFP

Il decreto ristori, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore, varrà circa 6,8 miliardi, di cui 2 riservati al fondo perduto per le attività chiuse o danneggiate dal semilockdown entrato in vigore con il nuovo dpcm e 2,6 miliardi per la cassa integrazione destinata ai lavoratori di queste stesse attività.

Il provvedimento è atteso oggi in consiglio dei ministri e in Gazzetta Ufficiale, come annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

A far salire i conti del decreto, un elenco di voci aggiunte nelle ultime ore: 300 milioni di aiuti per le fiere, 180 milioni per le indennità da erogare ai lavoratori dello sport e alle società sportive, 150 milioni per il credito d’imposta sugli affitti commerciali. E ancora 115 milioni per l’esenzione della seconda ondata dell’Imu in scadenza il 16 dicembre, 200 milioni per la nuova mensilità del Reddito d’emergenza e 60 milioni per le forze dell’ordine impegnate nel rispetto delle regole sulle chiusure delle attività. Tra le altri voci compaiono anche 680 milioni destinati alle indennità da 1.000 euro dei lavoratori stagionali della cultura e del turismo, 400 milioni per le agenzie turistiche, 100 milioni per il cinema.

La partita più attesa, comunque, è quella dei ristori a fondo perduto. L’ipotesi più accreditata sarebbe quella di riconoscere un indennizzo in forma ridotta per bar e ristoranti che possono ancora lavorare, seppure con orari limitati, e un contributo più alto per le attività costretta a chiudere del tutto.

Le fasce individuate sarebbero quattro: ristoro al 100% delle somme già incassate con il decreto rilancio per gli esercizi che chiudono alle 18 come gelaterie e pasticcerie; ristoro al 150% per i ristoranti che lavorano solo a pranzo e la sera possono fare solo consegne a domicilio e asporto; ristoro al 200% per i più danneggiati, e cioè palestre, piscine, cinema e teatri; ristoro al 400% per quelle attività, come le sale da ballo e le discoteche, che erano state chiuse già prima dell’ultimo dpcm in seguito all’aumento dei contagi.

Il calcolo viene fatto su quanto già ricevuto con il decreto rilancio tra luglio e agosto, aumentato delle percentuali previste a seconda dei coefficienti che vengono assegnati alle fasce di attività. A identificare le imprese destinatarie, che potrebbero essere 350mila secondo i calcoli del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, saranno i codici Ateco.

Rispetto al precedente decreto, il ristoro sarà inoltre destinato anche alle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Per chi supera questa soglia, però, si ipotizza di parametrare gli aiuti in base alla perdita di fatturato rispetto al 2019. Ma con un tetto massimo fino a 150mila euro.

Per chi aveva già presentato domanda di ristoro nei mesi scorsi, l’accredito degli aiuti sarà automatico – senza la necessità di fare domanda – e arriverà entro una settimana con uh bonifico dell’Agenzia delle entrate direttamente sul conto corrente bancario. Chi invece non lo aveva fatto prima, quindi soprattutto le aziende con volumi superiori ai 5 milioni, dovrà presentare domanda e aspettare qualche settimana in più.

Il governo sa che stavolta serve una risposta immediata. Conte non può più permettersi i ritardi nella erogazione degli aiuti registrati durante il primo lockdown. Anche perché nelle piazze, da Torino a Milano fino a Napoli, ribolle la protesta. Il Viminale ha già messo in allerta i prefetti per eventuali infiltrazioni, mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa. All’ordine del giorno lo scenario internazionale, alla luce della crisi Covid e delle prossime elezioni americane, ma la preoccupazione principale riguarda le tensioni sociali provocate dalle nuove misure anti contagio.

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