Stasera alle 18 si riunisce il consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti per deliberare, in cordata con i fondi Blackstone e Macquarie, l’offerta vincolante destinata alla acquisizione dell’88% di Autostrade per l’Italia. Ma non tutte le incognite sono state ancora sciolte, a partire dal nodo delle tariffe che influiscono sul Piano economico finanziario e che potrebbe portare ancora una volta a una proposta condizionata. E soprattutto non ci sarà alcun rialzo del presso, come chiesto da Atlantia, che ha definito «non conforme» l’offerta non vincolante ricevuta la scorsa settimana.
Il range si muove sempre tra gli 8,5 e i 9,5 miliardi per il 100% della società. Il prezzo, da quello che trapela, potrebbe fermarsi a 9 miliardi, da verificare poi all’esito della due diligence di dieci settimane. Cifra lontana dai 10-12 miliardi di valutazione fatta dal fondo britannico Tci, secondo azionista di Atlantia con il 10%.
L’offerta dovrebbe essere questa volta vincolante e porre come conclusione anche l’iter per il Piano economico finanziario di Aspi, per la cui approvazione serve però ancora tempo (da qui la richiesta di dieci settimane per la due diligence). Oggi si terrà, non a caso, anche il cda di Aspi per rispondere alle osservazioni del governo sul piano.
Nell’offerta verrà definita intanto la governance della futura società: dovrebbe spettare a Cdp l’indicazione dei vertici e ai fondi azionisti la scelta del cfo. Domani il board di Atlantia valuterà poi l’offerta arrivata da Cdp. Ma per trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti potrebbe volerci ancora tempo.