L’autunno si è aperto ancora una volta con bombe d’acqua, crolli e morti. Ma secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, se la battaglia contro il dissesto idrogeologico in questi anni non è stata combattuta non è per mancanza di fondi, ma per le carenze dei Comuni che non sarebbero in grado di progettare gli interventi adatti.
Il ministro lo dice in un intervista a La Stampa: «I Comuni hanno il compito di individuare i territori a rischio e di realizzare i progetti per metterli in sicurezza: non tutti ci riescono». La progettazione è complicata. «I Comuni più grandi hanno competenze e risorse» per farlo, ma «spesso i Comuni più piccoli, quelli delle aree interne dove oltretutto si concentra gran parte delle risorse a rischio, non hanno né le competenze né le risorse per accedere a studi esterni».
Nel decreto semplificazioni si trovano alcune misure per ovviare a questo stallo, spiega il ministro, e accelerare i progetti. «Come ministero dell’Ambiente abbiamo previsto di anticipare ai Comuni il 30% della spesa in modo da permettere l’attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere. E possiamo mettere a disposizione le competenze dei funzionari della Sogesid per realizzare i progetti». Ma del decreto semplificazioni mancano ancora i decreti attuativi. E poi c’è il collegato ambientale che deve essere esaminato dal consiglio dei ministri. Il ministro assicura che ci sono 7 miliardi che hanno messo in cassa, ma non si conoscono ancora i tempi.
E rispetto alla proposta del senatore Cinque Stelle Nicola Morra di impiegare i percettori del reddito di cittadinanza nella pulizia e ripristino dell’ambiente, Costa dice: «Perché no? Il green è di sicuro uno dei settori dove può svolgere lavori chi ha il reddito di cittadinanza. Ma si tratta di mansioni come la pulizia di caditoie o altri interventi di manutenzione ordinaria. Dovranno essere richieste capacità fisiche, non particolari competenze. E devo parlarne con la ministra del Lavoro, non intendo entrare nel suo settore a gamba tesa».