MaltempoIl ministro Costa dice che i soldi per il dissesto ci sono, ma i Comuni non sanno spenderli

Il titolare dell’Ambiente spiega che soprattutto le piccole amministrazioni delle aree interne, che sono le più colpite, non hanno né le competenze né le risorse per accedere a consulenti esterni. Novità dal decreto semplificazioni, ma si aspettano ancora i decreti attuativi

Filippo MONTEFORTE / AFP

L’autunno si è aperto ancora una volta con bombe d’acqua, crolli e morti. Ma secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, se la battaglia contro il dissesto idrogeologico in questi anni non è stata combattuta non è per mancanza di fondi, ma per le carenze dei Comuni che non sarebbero in grado di progettare gli interventi adatti.

Il ministro lo dice in un intervista a La Stampa: «I Comuni hanno il compito di individuare i territori a rischio e di realizzare i progetti per metterli in sicurezza: non tutti ci riescono». La progettazione è complicata. «I Comuni più grandi hanno competenze e risorse» per farlo, ma «spesso i Comuni più piccoli, quelli delle aree interne dove oltretutto si concentra gran parte delle risorse a rischio, non hanno né le competenze né le risorse per accedere a studi esterni».

Nel decreto semplificazioni si trovano alcune misure per ovviare a questo stallo, spiega il ministro, e accelerare i progetti. «Come ministero dell’Ambiente abbiamo previsto di anticipare ai Comuni il 30% della spesa in modo da permettere l’attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere. E possiamo mettere a disposizione le competenze dei funzionari della Sogesid per realizzare i progetti». Ma del decreto semplificazioni mancano ancora i decreti attuativi. E poi c’è il collegato ambientale che deve essere esaminato dal consiglio dei ministri. Il ministro assicura che ci sono 7 miliardi che hanno messo in cassa, ma non si conoscono ancora i tempi.

E rispetto alla proposta del senatore Cinque Stelle Nicola Morra di impiegare i percettori del reddito di cittadinanza nella pulizia e ripristino dell’ambiente, Costa dice: «Perché no? Il green è di sicuro uno dei settori dove può svolgere lavori chi ha il reddito di cittadinanza. Ma si tratta di mansioni come la pulizia di caditoie o altri interventi di manutenzione ordinaria. Dovranno essere richieste capacità fisiche, non particolari competenze. E devo parlarne con la ministra del Lavoro, non intendo entrare nel suo settore a gamba tesa».

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club