Cantiere manovraSlitta la riforma dell’Irpef. Rdc: rischio taglio sugli assegni nel 2021

Il consiglio dei ministri dovrebbe approvare questa sera la Nota di aggiornamento al Def. Ma la coperta delle risorse a disposizione è corta: ci sono da finanziare il taglio del cuneo fiscale e l’assegno unico del Family Act. E sul reddito di cittadinanza bisogna trovare almeno 2 miliardi in più

Vincenzo PINTO / AFP

La riforma dell’Irpef rischia di slittare al 2022. Sarebbe questo, secondo quanto riporta il Corriere, il risultato delle tensioni nel governo e delle poche risorse a disposizione per la legge di bilancio. La Nota di aggiornamento al Def (Nadef), che il consiglio dei ministri dovrebbe approvare questa sera, conferma il taglio del cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente fino a 40mila euro e apre sul fronte del fisco uno spazio di bilancio per circa 6 miliardi. Ma questa somma non basterà per fare tutto.

C’è da attuare in primis il Family Act con l’assegno unico per ogni figlio fino a 21 anni, che – nella migliore delle ipotesi – dovrebbe partire nel corso del 2021. E con un altro disegno di legge delega, che affiancherebbe la manovra, dovrebbe poi essere avviata la riforma dell’Irpef, che a questo punto potrebbe essere applicata solo a partire dal 2022.

I finanziamenti disponibili per il 2021 serviranno a coprire il taglio al cuneo fiscale, per evitare che circa 6 milioni di persone si vedano tagliato il bonus in busta paga, e per aiutare le famiglie.

Per il capitolo Irpef bisognerà quindi attendere. Anche perché nel governo non c’è ancora alcun accordo su come rimodularlo, tra i fan del modello tedesco da un lato e quelli della riduzione delle aliquote dall’altro.

Intanto, vista la coperta corta, si apre pure un altro capitolo: quello del reddito di cittadinanza. Con la pandemia – spiega il Messaggero – le domande sono cresciute oltre le attese. Il governo deve trovare 2 miliardi di euro per aumentare il limite di spesa autorizzato per l’anno prossimo (7,3 miliardi). Altrimenti si rischia di dover tagliare gli assegni ai beneficiari, come prevede la legge, per rendere la misura sostenibile sotto il profilo finanziario.

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