I soldi europei del programma Next Generation Eu non ci sono ancora. Tantomeno il Recovery Plan italiano che, per ammissione dello stesso premier Giuseppe Conte, è un po’ in ritardo. Ma il governo si attrezza già per vigilare sull’utilizzo dei 209 miliardi in arrivo da Bruxelles. Con un nuovo comitato di sorveglianza sugli investimenti pubblici, che dal 1 gennaio farà la parte dello «sceriffo delle infrastrutture» – scrive Milano Finanza – con il compito di verificare l’avanzamento dei progetti e l’impiego delle risorse collegate. Non solo quelle del Recovery Fund, ma di tutti i programmi di spesa pubblica, come chiesto da Bruxelles.
Faranno parte di questa struttura rappresentanti del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica di Palazzo Chigi, della Ragioneria generale dello Stato (al ministero dell’Economi) e del Dipartimento Coesione (al ministero per il Sud).
«La gestione degli investimenti sarà uno degli asset fondamentali del Recovery Fund, su cui si baserà lo sviluppo futuro del Paese. In questa prospettiva abbiamo con l’articolo 41 del decreto semplificazioni introdotto una riforma in tema di monitoraggio, prevedendo nuove regole di gestione degli investimenti, una nuova accountability per rendere più trasparente l’informazione verso i cittadini, con l’introduzione degli open data», ha commentato il sottosegretario alla Presidenza con delega alla programmazione economica e agli investimenti Mario Turco, Cinque Stelle, che dovrebbe guidare questo nuovo comitato di monitoraggio.
Una casella importante di questo sistema dovrebbe andare a posto oggi, quando il Cipe sarà chiamato ad approvare la direttiva applicativa dell’articolo 41 del decreto semplificazioni, che introduce il monitoraggio in corso d’opera. Che sarà necessario soprattutto sui progetti del Recovery Plan, sui quali Bruxelles erogherà i fondi ogni sei mesi. Ma solo al raggiungimento di specifici obiettivi (milestone).