Abbiamo immaginato #CopriFuoco sull’onda emotiva seguita alla chiusura alle 23 dei locali. L’abbiamo portato avanti a maggior ragione quando la chiusura è stata anticipata alle 18. Oggi, dopo tante puntate, ci rendiamo conto che ogni protagonista con la sua testimonianza mette un tassello in più per portare alla luce un disegno generale, che ci aiuta a capire meglio la ristorazione e i suoi problemi contingenti. Una riflessione doverosa, da condividere tra colleghi ma anche per rendere i clienti più consapevoli. Andiamo avanti, alle 18 di ogni sera, sul profilo Instagram di Linkiesta.
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Ottimismo è la parola più adatta per introdurre Filippo Saporito, chef e patron del ristorante stellato La Leggenda dei Frati a Firenze. Il suo sorriso ne è portavoce e tale atteggiamento, in un momento così complicato, è davvero incoraggiante. La Toscana è in transizione, da zona arancione a rossa, con ben pochi cambiamenti per i ristoratori, che chiusi erano e chiusi rimangono. E lui sta vivendo questa seconda ondata con una maggior consapevolezza e con la viva speranza che si veda presto una luce in fondo a questo buio.
Filippo porta avanti il suo locale insieme alla moglie, Ombretta, e conduce la sua brigata come fosse una vera famiglia. La scelta è stata quella di creare una squadra affiatata, con una visione comune, elemento imprescindibile per il successo del progetto. Colpisce l’attenzione che pone ai “suoi ragazzi”, proprio a dimostrazione di quanto valore attribuisca al suo team.
Li nomina infinite volte, racconta di come abbia sempre cercato di infondere loro fiducia, forza di reazione, voglia di ripartire, ricevendone grande dedizione per il lavoro e prezioso spirito di collaborazione. È importante in questa contingenza non smettere mai di dar voce ai soggetti spesso più colpiti da questa pandemia.
Il periodo estivo è stato positivo, grazie anche ai bellissimi giardini di cui gode la struttura, che hanno permesso di stare all’aperto, in un ambiente rassicurante. I clienti sono tornati. Clienti italiani, che hanno sostituito i viaggiatori stranieri e La Leggenda dei Frati ha cercato di regalare loro momenti di piacere, terapeutici dopo la terribile primavera. E ora di nuovo chiusure, che colpiscono una Toscana già molto in sofferenza per la mancanza di turismo estero. Filippo però sceglie di non adottare il delivery, ritiene non sia consono per la tipologia della sua ristorazione. Non riuscirebbe a portare nelle case l’accoglienza, l’atmosfera, la magia per cui i suoi ospiti vanno nel suo ristorante e i piatti sarebbero complessi da riprodurre su fornelli casalinghi e molto costosi. Con fiducia, attende di ripartire.
La sua cucina non cambierà nel dopo, è anima del locale e tratto identificativo che lo ha reso ciò che oggi è. L’attenzione al territorio e alla sua terra, la ricerca ossessiva di una materia prima eccellente, che sia base delle sue creazioni culinarie. E una rassicurante dose di etica, che distingue il rapporto con i “suoi ragazzi” e con la filiera di piccoli produttori da cui si rifornisce da anni. Nel pieno rispetto di quello che è stato e quello che sarà.
Presidente di JRE sezione Italia, ruolo di cui va orgoglioso, parla dell’associazione come di un ambiente stimolante e lungimirante. Rappresentata da ristoratori giovani, imprenditori di se stessi e focalizzata sul settore ristorativo e la sua continua evoluzione. Due parole per sintetizzare in maniera efficace lo spirito e lo spessore di JRE, educazione e charity. Un messaggio di grande valore. Questo poliedrico chef, che ancora una volta ribadisce come il lavoro di cuoco sia stato spesso sopravvalutato e come si debba tornare ad avere il cliente al centro del gioco, ci ha fatto respirare la positività del suo sguardo, capace di vedere oltre per ripartire con vigore.
Il Natale sarà un po’ meno sbiadito, pensando che dalla sua cucina non uscirà forse un menù delle feste, ma ci raggiungerà un gustoso kit natalizio, dove troveranno dimora panettoni e pandori, cotechino e lenticchie alla sua maniera e altre delizie stagionali della sua terra. Uno spirito verace e appassionato, quello toscano, che saprà sempre vivere di nuova linfa e rigenerarsi ad ogni battito.
Rivedi l’intervista di Filippo Saporito qui