Modello Jacinda ArdenIl nuovo governo neozelandese è un esempio di integrazione

Dopo la rielezione del 17 ottobre, la premier ha formato un esecutivo diversificato che rispecchia le differenze nel Paese: il vicepremier è il primo uomo apertamente gay a ricoprire questa carica, mentre il ministro degli Esteri è una donna maori

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La premier neozelandese Jacinda Ardern, appena riconfermata alle elezioni del 17 ottobre con numeri straordinari, ha presentato il nuovo esecutivo di 20 ministri. La stessa Ardern ha definito il suo nuovo governo, che presterà giuramento venerdì, «incredibilmente diversificato»: ci sono molte donne, un vicepremier apertamente gay e il ministro degli Esteri è un membro della minoranza Maori.

Il vice di Jacinda Ardern è Grant Robertson, 49 anni, è la prima persona dichiaratamente gay a ricoprire il ruolo di vice Primo ministro, ma soprattutto è uno dei politici più fidati del premier neozelandese: è amico e alleato politico di Ardern da tempo, e nel precedente esecutivo era ministro delle Finanze (carica che ricoprirà ancora).

«Robertson è stato scelto per le sue capacità di leadership, non per come si è identificato. Una delle cose sorprendenti della Nuova Zelanda è che spesso ci troviamo in uno spazio in cui queste domande diventano secondarie», ha detto Ardern.

Il nuovo ministro degli Esteri invece è Nanaia Mahuta, 50 anni e una lunga esperienza politica alle spalle: è stata eletta in Parlamento per la prima vota nel 1996 e in passato aveva già guidato due dicasteri. Mahuta è la prima donna a ricoprire la carica di ministro degli Esteri neozelandese e una rappresentante della comunità maori, proprio come il suo predecessore.

Mahuta è una discendente della defunta sovrana maori Te Arikinui Te Atairangikaahu, e parente dell’attuale re maori, Kingi Tuheitia. Dal 2016 porta anche un tradizionale tatuaggio sul mento, il moko kauae. Un tatuaggio che all’epoca definì «un modo per onorare gli antenati e per ridurre lo stigma che circonda un aspetto della cultura Maori che molti neozelandesi hanno associato al crimine e alle bande».

Pur esprimendo orgoglio per la diversità del suo esecutivo, Ardern ha spiegato che le nomine sono state pensate in base al merito. «È un gabinetto con persone di talento e anche incredibilmente diversificato, e ne sono orgogliosa. Riflette la Nuova Zelanda che lo ha eletto», ha detto Ardern. Come l’esecutivo, anche il nuovo Parlamento è molto diversificato: quasi la metà dei membri sono donne, e circa il 10 percento appartiene alla comunità Lgbtq.

Il nuovo governo di Jacinda Ardern si insedia dopo la vittoria elettorale del 17 ottobre, quando il partito Laburista ha ottenuto la più grande vittoria elettorale della sua storia: ha ricevuto il 49,1 per cento dei voti, cioè 64 seggi su 120, la maggioranza assoluta.

Nonostante il successo elettorale e politico che le avrebbe permesso di governare senza fare accordi, Ardern ha offerto due portafogli ministeriali ai Verdi: James Shaw, diventerà ministro del cambiamento climatico, Marama Davidson invece avrà un portafoglio incentrato sulla prevenzione della violenza familiare e sessuale.

I numeri eccezionali della rielezione di Jacinda Ardern sono inevitabilmente legati alla sapiente gestione del coronavirus: meno di 2mila positivi e 25 morti dall’inizio della pandemia. Ma l’attenzione sul tema è ancora elevatissima: le due priorità espresse da Ardern per il nuovo governo saranno la ripresa economica e organizzare una risposta efficace a nuove possibili ondate di Covid. Nel nuovo gabinetto infatti ci sarà un ministro ad hoc per le misure di contrasto a Covid-19, guidato dall’ex ministro della Sanità Chris Hopkins che avrà la possibilità di concentrarsi su questioni come il controllo delle frontiere e le quarantene.

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