Dopo l’idea lanciata da Goffredo Bettini di chiamare all’impegno «le migliori energie del Paese» e il segnale di apertura arrivato da Forza Italia, il leader di Italia Viva Matteo Renzi dice: è «una proposta saggia». Molti, spiega in un’intervista al Corriere, «sottovalutano la vastità del problema economico alla fine della pandemia». Per cui, davanti a uno scenario di estrema crisi, «se Forza Italia offre la disponibilità a superare il populismo, fanno bene i dirigenti del Pd a dire andiamo a vedere le carte. Oggettivamente questa disponibilità può produrre una novità politica».
Ma non c’è alcuna sicurezza che questo matrimonio si farà. Spiega Renzi: «In Forza Italia convivono due anime: c’è il gruppo che possiamo chiamare il fronte del Nazareno, che vuole accordi bipartisan e si colloca nello scenario del Ppe guidato dalla Merkel, e c’è il gruppo che definiamo il fronte di Pontida che vuole l’alleanza solo con la Lega. Vedremo chi prevarrà. Secondo me nell’anno delle Amministrative, Berlusconi — per come lo conosco — non mollerà Salvini e Meloni. Se lo facesse, tuttavia, sarebbe una svolta di grande valore. Un’apertura c’è stata. E dunque condivido con Zingaretti: noi rendiamoci disponibili in modo serio. Se sono rose fioriranno».
Per Berlusconi, dice l’ex presidente del Consiglio, «questa è l’occasione per dimostrare che Forza Italia è alleata della Merkel e non della Le Pen. Concretamente questo può portare anche ad allargare la maggioranza, ma dipende da chi vincerà la sfida interna tra il fronte del Nazareno e quello di Pontida».
Sulla tenuta del governo, però, tranquillizza: «Questa legislatura arriverà comunque al 2023: io vorrei che ci arrivasse con una maggioranza politica che tiene fuori i sovranisti di destra. E del resto la vittoria di Biden riapre una speranza per tutte le famiglie democratiche e progressiste».
Conte, però, non sembra seguire la strada indicata Bettini. E Vito Crimi ha chiuso all’ipotesi. Renzi risponde: «Il premier in questi mesi ha spesso apprezzato la sponda istituzionale di Forza Italia. Quanto a Vito Crimi, guida un partito che nel 2019 andava dai gilet gialli e nel 2020 si prepara a entrare nel partito di Macron: può tranquillamente cambiare idea anche sul doppio relatore alla legge di bilancio. E naturalmente ci auguriamo che i grillini cambino idea velocemente sul Mes: abbiamo una sanità pubblica sotto sforzo, assurdo rinunciare a investimenti vantaggiosi solo per ragioni ideologiche».
Un «punto aperto» resta anche l’ipotesi di rimpasto, anche in caso di mancato ingresso di Forza Italia. «Noi stiamo scrivendo il nuovo contratto di governo. Ora è il momento di concentrarsi sui contenuti. Poi – se troveremo gli opportuni accordi – arriverà il momento di guardarci negli occhi e di dirci se va tutto bene come sta andando o possiamo irrobustire taluni ministeri». Ma «nessuno propone un nuovo premier», rassicura.