Più tasse, ma non per tuttiIl governo interviene nella guerra commerciale tra aziende del tabacco (ma forse non lo sa)

Nella manovra economica che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno viene affrontato il tema della fiscalità sui prodotti delle “Big tobacco”. La senatrice Paola Binetti spinge per un aumento della tassazione solo per il tabacco riscaldato, e non per le sigarette tradizionali. Mentre ci sono altre proposte di aumenti programmati e graduali su tutte le sigarette

Come ogni novembre iniziano a muoversi le prime pedine sulla scacchiera della manovra economica che dovrà essere approvata dal Parlamento entro la fine dell’anno. In un anno così turbolento e inedito da un punto di vista istituzionale, attorno al testo principe che detterà le regole finanziarie e fiscali per il prossimo anno sono cominciate le schermaglie, dentro e fuori dal palazzo.

Proprio in questi giorni si ripropone uno dei temi clou, quello della fiscalità sui prodotti del tabacco. Il dibattito entra nel vivo con il ritorno della crociata contro i prodotti a tabacco riscaldato. Si tratta di una delle maggiori innovazioni del settore che, come emerge dai dati di vendita, insieme alle sigarette elettroniche sta rivoluzionando il mercato e incidendo sensibilmente sul calo delle tradizionali “bionde”.

Nonostante ciò, da tempo si è costituito un fronte, in Parlamento e fuori, che osteggia la crescita e lo sviluppo di questo settore di mercato, richiedendo maggiore tassazione. Non ci sarebbe nulla di male se non ci fosse il rischio, concreto, che a beneficiarne sia proprio il mercato delle sigarette tradizionali. L’ultima iniziativa in ordine è stata messa in campo dalla senatrice Paola Binetti, con un evento previsto a palazzo Madama venerdì 6 novembre che ha l’obiettivo di promuovere l’aumento della tassazione solo per i prodotti a tabacco riscaldato, ma non – attenzione – sulle sigarette tradizionali.

Le premesse economiche della proposta sponsorizzata dalla senatrice Binetti, che ha già presentato un emendamento in proposito, verranno illustrate durante l’evento da Marco Spallone, docente universitario e autore di varie ricerche con il centro di ricerca Casmeef Luiss, di cui è vicedirettore. Lo stesso istituto che per anni, fin dal 2016, è stato finanziato dai contributi di Bat (British American Tobacco), multinazionale del settore che da tempo fa esplicite pressioni sulle istituzioni affinché aumentino le tasse sui nuovi prodotti come il tabacco riscaldato, anche in questo caso per difendere il calo del consumo di sigarette.

Motivi di business legittimi, ma certamente non neutrali rispetto alla guerra commerciale in atto tra aziende del tabacco, che sulle prospettive del mercato la vedono in modo molto diverso, con Philip Morris che detiene ormai una posizione di leadership nel mercato del tabacco riscaldato.

L’iniziativa legislativa della senatrice Binetti, infatti, prende spunto dallo studio del professor Spallone ed è in linea, per stessa ammissione della senatrice, con quanto sottoposto da Bat in una lettera indirizzata ai ministri Gualtieri e Speranza. In primavera, in piena emergenza Covid-19, l’azienda auspicava un aumento nella tassazione dei prodotti a tabacco riscaldato, senza però alcun cenno alle tasse sulle sigarette.

Ma se il fumo fa male, come la senatrice evidenzia del suo comunicato stampa, perché accanirsi fiscalmente su un solo prodotto – considerato peraltro come meno tossico – e non prevedere invece un regime di tassazione, regolato e sostenibile, per tutti i prodotti del tabacco?

Le proposte in questo senso non mancano. È il caso della recente riforma avanzata da Japan Tobacco, sostenuta anche dall’economista Carlo Cottarelli, che punta su aumenti di tassazione programmati e graduali. L’obiettivo: da un lato, aumentare gli oneri minimi e dall’altro tassare tutte le sigarette in modo uguale, assicurando così allo stesso tempo la possibilità di prevedere in anticipo le entrate derivanti dal settore e, dall’altro, di prevenire il consumo da parte dei giovani.

Alla conferenza della senatrice Binetti parteciperanno esponenti del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, Daniela Galeone e Roberta Pacifici, chissà quanto consapevoli degli interessi in campo e della finalità a senso unico del dibattito.