Kit d’emergenzaCome funzionano i test fai-da-te autorizzati in America

All’interno è previsto un tampone più piccolo di quelli utilizzati nelle cliniche. Dovrà essere strofinato nelle narici per raccogliere muco e cellule epiteliali. Una volta posto in una fiala che contiene dei reagenti, questa sarà inserita in un dispositivo che mostrerà il risultato con una luce. La sperimentazione è stata avviata anche da alcune regioni italiane

La Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia federale statunitense che si occupa di farmaci, ha dato il via libera al primo test rapido fai-da-te per il coronavirus, da eseguire dall’inizio alla fine a casa e senza la necessità dell’assistenza di un operatore sanitario.

Il test è stato sviluppato dalla società californiana Lucira Health, richiede la prescrizione di un operatore sanitario e non può essere effettuato in autonomia dai minori di 14 anni di età. Nel kit è presente un tampone, più piccolo di quelli utilizzati nelle cliniche e simile a un cotton fioc, che dovrà essere strofinato per alcuni secondi all’interno delle narici, per raccogliere muco e cellule epiteliali dove potrebbe trovarsi il virus.

Il tampone deve poi essere inserito all’interno di una fiala che contiene dei reagenti: a termine del procedimento, il piccolo contenitore deve essere inserito in un dispositivo a batteria, che mostrerà il risultato accendendo una luce Led su “positivo” o “negativo”.

Il test è usa e getta, impiega circa 30 minuti per analizzare il campione e mostrare il risultato e ogni kit costa intorno ai 50 dollari. Dalla Fda sono stati autorizzati altri test per la raccolta fai-da-te di campioni, ma solo quello dell’azienda Lucira ha oltrepassato l’intermediario, cioè i laboratori cui vengono spediti i campioni per l’elaborazione, ed è riuscito a fornire una soluzione rivoluzionaria.

I ricercatori di Lucira hanno condotto test molecolari su un certo numero di individui e poi li hanno ripetuti con il loro test fai-da-te. Il dispositivo è stato in grado di rilevare il 94 per cento dei casi positivi identificati con il test molecolare, e ha identificato il 98 per cento degli individui sani e senza un’infezione da coronavirus.

«L’autorizzazione per un test completo a casa è un passo significativo verso una risposta a livello nazionale al Covid-19», ha affermato Jeff Shuren, direttore del Center for Devices and Radiological Health della FDA . «Adesso gli americani che potrebbero essere positivi al Covid-19 saranno in grado di intraprendere azioni immediate, in base ai loro risultati, per proteggere se stessi e coloro che li circondano».

Altri esperti, tuttavia, hanno sollevato preoccupazioni sulla praticità di questa strategia. Fare affidamento su test che sacrificano il grado di precisione assoluto, paragonabile ai test molecolari, per comodità e un prezzo più accessibile, è per molti un azzardo. Non che un rischio: in quanto una “falsa” negatitivà di un tampone fai-da-te potrebbe indurre gli individui a continuare ad avere interazioni sociali, contribuendo alla diffusione del contagio.

Da qualche tempo la sperimentazione di questi kit è stata avviata anche da alcune regioni italiane. Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, per esempio, in settimana ha annunciato che sono in arrivo 5mila kit per l’auto-somministrazione del test. Il modello è simile a quello di Lucira, ma utilizza un tester (una scatoletta di plastica) che ricorda quello dei test di gravidanza. La sperimentazione in Veneto avverrà sia per testarne l’efficacia che l’affidabilità: ogni test fai-da-te eseguito, infatti, verrà poi validato con il classico tampone molecolare.

Anche in Italia la possibilità che una persona possa farsi il tampone da solo ha riscosso delle critiche.  Secondo il microbiologo Andrea Crisanti, i tamponi sponsorizzati da Zaia sono «una follia più totale». Il perché? «Penso che in un’epidemia la tracciabilità e l’identificazione dei contatti sia un caposaldo. Questa non credo sia una cosa seria». E ancora: «Stiamo banalizzando una cosa serissima di sanità pubblica, paragonandolo a un test di gravidanza» ha puntualizzato Crisanti.

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