Abbiamo immaginato #CopriFuoco sull’onda emotiva seguita alla chiusura alle 23 dei locali. L’abbiamo portato avanti a maggior ragione quando la chiusura è stata anticipata alle 18. Oggi, dopo tante puntate, ci rendiamo conto che ogni protagonista con la sua testimonianza mette un tassello in più per portare alla luce un disegno generale, che ci aiuta a capire meglio la ristorazione e i suoi problemi contingenti. Una riflessione doverosa, da condividere tra colleghi ma anche per rendere i clienti più consapevoli. Andiamo avanti, alle 18 di ogni sera, sul profilo Instagram di Linkiesta.
Potete rivedere tutte le puntate qui
Abbiamo raccontato tante storie di questo complicato periodo di pandemia, raccogliendo importanti testimonianze di esponenti del settore food, così duramente colpito dalle normative di restrizione che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. Senza mai dimenticare che l’universo che ruota intorno alla ristorazione è immenso, non si chiude dietro la porta di un locale ma coinvolge un indotto diversificato, fatto di aziende più o meno grandi che ruotano intorno a quella magia che si trova quando ci si siede a un tavolo per degustare un buon piatto, o ci si affaccia a un bancone per bere un fantasioso cocktail, o quando ancora ci si perde in una pasticceria pervasa dalla burrosa fragranza di un lievitato appena sfornato.
L’ambiente diventa sempre più il veicolo privilegiato per esprimere lo spirito di un’attività. Arredi, design, colori, spazi, sono componenti fondamentali nella costruzione di un progetto e per indurre le persone ad avere la corretta percezione dello stesso. Giacomo Racugno, CEO di Augusto Contract, rappresenta l’azienda marchigiana che ha introdotto in Italia il concetto di foodservice general contractor, realizzando progetti personalizzati per il settore Food&Beverage. Società che vive a supporto delle attività della ristorazione e che dunque ha subito un pesante impatto dalla situazione attuale. Ha continuato a lavorare al fianco dei suoi clienti, per avere una chiara fotografia dello scenario e per essere in grado di trovare delle contromisure idonee.
Contando su importanti collaborazioni, quali Panino Giusto e Cioccolatitaliani (per fare solo qualche nome), ha potuto operare con imprenditori solidi, che non si sono fermati al momento contingente ma hanno saputo guardare al medio periodo, per essere pronti a rispondere alle nuove sfide che si dovranno affrontare in un mercato in continua evoluzione. Un osservatorio privilegiato, con una chiara visione strategica e un occhio di riguardo nei confronti dei consumatori.
La costante attenzione dell’azienda alle necessità e alle abitudini delle persone ci permette di lanciare uno sguardo al futuro e vedere come si trasformeranno gli spazi dopo questa pandemia, un ciclone che ha travolto ogni canone di socialità e convivialità, ogni schema. Non assisteremo ad uno stravolgimento totale, ma alla ricerca di maggior sicurezza nei locali, attraverso l’utilizzo di sensoristica, di parti automatizzate e attraverso un’attenta gestione dei flussi, per evitare affollamenti, assembramenti e consentire meno interazioni fisiche. Locali forse più piccoli, anche per andare incontro a possibilità di investimento ridotte, dove possa essere messo al centro l’aspetto umano. Perché sarà assolutamente intatta la voglia di convivialità, il desiderio di vivere esperienze appaganti ed emozionanti.
Nel periodo di lockdown Augusto Contract ha lavorato insieme a Coqtail Milano proprio per raccogliere i nuovi bisogni dei consumatori e le buone pratiche che potranno ispirare gli addetti di settore per affrontare il post pandemia. Una ricerca completa svolta sul territorio milanese, fonte di preziosi indicatori e strumento disponibile sia per i clienti che i protagonisti del settore. Questo racconta di come sia importante leggere i comportamenti e le necessità degli utenti, per riuscire a creare ambienti e contesti che incontrino i loro desideri e regalino momenti di piacere.
È ormai partner di riferimento di importanti brand, che desiderano creare un format replicabile e coerente con la propria essenza. Questo è un principio imprescindibile: la coerenza è un tassello fondamentale, ogni ambiente deve essere studiato per saper veicolare il senso del progetto, il concept deve saper valorizzare ogni attività nella sua peculiarità. Un plus soprattutto quando si parla di catene, un contesto dove bisogna saper esprimere la stessa anima anche in località e location molto differenti tra loro. Non una ricerca del bello in senso assoluto, ma di un senso estetico che sappia parlare al cliente e trasmettere i giusti highlight. I luoghi assumono un’importanza strategica, sempre più orientati alla ricerca del dettaglio, di un arredamento distintivo, di un tratto deciso. Proposta e ambiente devono rappresentare una perfetta simbiosi.
La formula del “chiavi in mano” funziona, sempre più imprenditori si affidano ad un servizio di grande competenza e serietà, in grado di sollevarli da tutti quegli oneri legati alla creazione e allestimento di uno spazio fisico, risparmiarli alla spesso intricata burocrazia e lasciando loro tempo ed estro per dedicarsi alla propria creatività. In Italia è un concetto relativamente recente, spesso i locali sono a gestione familiare e si parla di ristrutturazioni dopo svariati lustri. All’estero invece, dove la ristorazione è più strutturata e si basa maggiormente sulle catene, questa tipologia di servizio è più radicata. Importante e prezioso lavoro portare nel nostro paese uno strumento utile e performante a sostegno e supporto dell’imprenditoria Food&Beverage.
È rassicurante percepire come intorno al mondo del cibo, inteso in senso molto ampio, ci sia una rete di persone e aziende molto fitta, tesa a collaborare e mettere a disposizione le proprie competenze per dare sempre un nuovo e forte slancio a questo segmento così importante per l’Italia.
Un sodalizio di energie che regala valore a tutti gli attori in gioco.
Diamo evidenza in chiusura a un pensiero emerso, molto prezioso. Lo stesso pensiero di molte voci che abbiamo ascoltato in questo periodo, espresso da punti di vista differenti ma immutato nel significato. La ritrovata centralità dell’aspetto umano, quale cardine di ogni futuro concept, sia esso fisico o concettuale. Se così sarà, se davvero questa attenzione diventerà base di ogni approccio, allora potremo dire che questa pandemia, nefasta e furibonda, una piccola, piccolissima cosa buona l’avrà lasciata in eredità.
Rivedi l’intervista a Giacomo Racugno in onda Domenica 6 Dicembre 2020, qui